Israele-Palestina, la road map targata UE
Betlemme, 14 gennaio 2013, Nena News - Un nuovo piano di pace per
il Medio Oriente esce fuori dal cilindro asfittico dell'Unione Europea.
Ieri fonti diplomatiche israeliane a Gerusalemme hanno rivelato che la
UE sarebbe impegnata nella definizione di un nuovo piano per riavviare
il processo di pace tra Israele e Palestina.Secondo il quotidiano israeliano Yediot Aharonot, Bruxelles intenderebbe presentare ufficialmente la sua personale road map dopo le elezioni israeliane, previste per il prossimo 22 gennaio: al massimo entro marzo, per dare il tempo al nuovo governo israeliano di stabilizzarsi. Al centro del piano, la creazione di uno Stato palestinese entro i
confini del 1967, con Gerusalemme Est come sua capitale, il congelamento
di tutte le costruzioni progettate o in corso nelle colonie israeliane
in Cisgiordania e lo scambio di territori tra Israele e Palestina. Obiettivi - conclude la fonte diplomatica - da raggiungere attraverso i negoziati entro il 2013.Il quotidiano ha riportato la voce di alcuni funzionari israeliani di
alto livello, rimasti anonimi: "C'è molto lavoro in corso dietro le
quinte. Gli europei non sono in grado di obbligarci a raggiungere un accordo, ma possono metterci in imbarazzo.
È ragionevole pensare che i palestinesi accetteranno un simile
documento, ma per Israele sarà difficile. Ci metteranno all'angolo".Sembra che il piano sia stato voluto e avviato da Francia e Gran
Bretagna e che l'Alto Rappresentante UE per gli Affari Esteri, Catherine
Ashton, abbia poi deciso di adottarlo ufficialmente come iniziativa
targata UE. Sarebbero già in corso tavoli di discussione con il presidente americano Obama.
Difficile - secondo le fonti israeliane - che Washington rigetti un
simile progetto, che si basa sulla soluzione a due Stati e sul
negoziato. Dopo la pubblicazione della notizia su Yediot Aharonot, il capo
negoziatore dell'ANP e dell'OLP Saeb Erekat ha detto che le autorità
palestinesi non hanno alcuna informazione in merito alla presunta road
map europea. Reiterando la posizione palestinese: si torna al tavolo dei
negoziati soltanto nel caso in cui Israele congeli l'espansione
coloniale in Cisgiordania.Una precondizione che il governo di Tel Aviv ignora da anni: ieri, a
poche ore dall'evacuazione forzata del neonato villaggio palestinese di Bab al-Shams, il premier Netanyahu ha espresso la necessità di velocizzare il processo di costruzione di nuove colonie in area E1. Da settimane, Israele è sotto l'occhio dei riflettori per la decisione
di implementare il progetto, vecchio di oltre trent'anni, che renderebbe
impossibile la creazione di uno Stato palestinese territorialmente
continuo e indipendente. Immediate erano state le reazioni dei governi europei che avevano convocato gli ambasciatori israeliani e fatto pressioni politiche su Israele perché cancellasse il piano E1. Ed ora arriva la road map, la soluzione politica al conflitto secondo Bruxelles. Ma gli sforzi diplomatici europei appaiono inutili alla luce dei veri rapporti che legano a doppio filo Israele e la UE:
rapporti militari, commerciali ed economici solidi, che rassicurano Tel
Aviv e rendono la voce dell'Unione Europea debole ed ipocrita. http://nena-news.globalist.it/
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