lunedì 17 novembre 2008

Il calore del sangue


di Irène Némirovsky, Ed.Adelphi Euro 11,00

Issy-l’ Évêque il paese del Morvan nel quale Irène Némirovsky trovò rifugio insieme alla famiglia dalle persecuzioni razziali è lo scenario dell’ultimo capolavoro della scrittrice francese, il cui grande talento dopo il romanzo “Suite francese” che l’ha fatta conoscere in Italia, si riconferma all’uscita di ogni nuovo libro. E’ in questo paesino della provincia francese che la Némirovsky nel 1942 verrà arrestata e deportata ad Auschwitz dove morirà per mano degli aguzzini nazisti. A differenza dei romanzi precedenti, ambientati nel mondo della borghesia ebraica e nei ghetti dell’Europa orientale, ne “Il calore del sangue” l’autrice punta lo sguardo sul mondo rurale della provincia francese chiuso, gretto e angusto dove sotto una patina di apparente felicità e quiete domestica si celano segreti inconfessabili e passioni che bruciano l’anima. Scenario simile a Suite francese nella caratterizzazione dei personaggi, la storia è narrata in prima persona da Sylvestre, un anziano benestante che dopo una vita avventurosa si è ritirato a vivere a Mont-Tharaud, una zona campestre vicino a Moulin-Neuf, “una terra selvaggia e ricca al tempo stesso”. Ed è in questo luogo semplice e appartato che Colette, figlia di Hélène e François, i cugini Erard di Sylvestre, andrà a vivere dopo il matrimonio con Jean Dorin, “dei Dorin di Moulin-Neuf, mugnai di padre in figlio”.
E’ una vita quieta, un po’ scialba quella che attende Colette la quale spera, con l’ingenuità della giovinezza, di poter eguagliare la perfetta felicità coniugale che all’ apparenza unisce i genitori.
Al ricevimento di nozze l’anziano Sylvestre si attarda ad osservare con insolita curiosità e interesse una giovane donna, Brigitte Declos, sposata a un vecchio e avaro contadino che in cambio della sua giovinezza le ha assicurato un’esistenza più che dignitosa. “…è una ragazza alta e di grande bellezza, con l’aria sfrontata, piena di forza e di salute”. Ma chi è il giovane alto e bruno con cui Brigitte balla al ricevimento di nozze di Colette? E’ Marc Ohnet, un uomo affascinante che “ha fama di essere un donnaiolo dal temperamento sanguigno” e che lascerà un segno indelebile nei destini di due donne giovani e innamorate. La vita di Sylvestre scorre con pacatezza: passeggiate per la campagna, un bicchiere di vino all’Hotel des Voyageurs, una cena tranquilla e qualche ora di sonno ristoratore. Dopo aveci regalato un quadro di tranquilla agiatezza campagnola dove l’esistenza dei ricchi cugini Erard scorre cadenzata da momenti di perfetta felicità, a un tratto dal tessuto del romanzo si aprono scorci come crepe in un terreno arido dai quali emergono insondabili segreti e si palesano tragedie familiari destinate a sconvolgere quel piccolo mondo fatto di ipocrisie e passioni sconvolgenti.
Jean Dorin, il timido e innamorato marito di Colette muore cadendo in acqua dal ponticello ”munito di parapetto da un solo lato”, nei pressi della sua abitazione.
Tutti pensano a una disgrazia causata da un malore improvviso ma a distanza di due anni si palesa una verità inquietante: il giovane garzone che per primo aveva dato la notizia della morte rivela di aver visto una persona spingere in acqua il povero Jean Dorin.
Per Colette la morte del marito è “una sciagura di proporzioni immani” oppure un evento drammatico che intende nascondere agli occhi dei vicini e della famiglia perché foriero di un segreto atroce? Con la consueta sapienza narrativa la Némirovsky scandaglia le pieghe più recondite dell’animo umano posando uno sguardo acuto e penetrante sulle debolezze, le cattiverie e l’avidità degli uomini regalandoci un romanzo forte e crudele dove nessuno è al riparo dalle passioni che ottundono la mente al punto da nascondere un delitto per salvare le apparenze di una vita quieta e serena. Ritrovato dai biografi della Némirovsky, Oliver Philipponnat e Patrick Lienhardt, e dato alle stampe nel 2007 “Il calore del sangue” è l’ultimo gioiello dell’autrice francese che la casa editrice Adelphi pubblica in Italia, l’ennesima conferma dell’indiscutibile talento di una scrittrice che come poche altre riesce a toccare il cuore e l’anima dei lettori e a coinvolgerli con la sua straordinaria arte compositiva. Giorgia Greco

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