domenica 8 novembre 2009



Golan - Gamla



Il caso della nave piena di armi intercettata dagli israeliani getta un’ombra sulla missione

Riarmo alla faccia di Unifil


Il sequestro del mercantile “FrancoP.” nave cargo di proprietà tedesca ma battente bandiera di Antigua, in acque internazionali non lontano dalle coste cipriote, da parte dei commandos della Shaietet 13, l’unità d’assalto della marina israeliana, è sicuramente il frutto di un attento lavoro di intelligence. Infatti, a bordo del mercantile sono state trovate armi di tutti i tipi destinate ad Hetzbollah nel sud del Libano. Le armi, di fabbricazione iraniana, erano stivate all’interno di container trasbordati sulla “FrancoP” nel porto egiziano di Damietta da un’altra porta container arrivata dall’Iran. La “FrancoP” viene, in queste ore, scaricata nel porto di Ashdod, e da un primo inventario risulta che questo sequestro non solo è di gran lunga superiore a quello effettuato, alcuni anni fa, sulla nave “Karine A”, ma si tratterebbe del più grande sequestro di armi effettuato dall’esercito israeliano in tutta la sua storia. Oltre ad armi leggeri di tutti i tipi, fucili d’assalto, mitragliatrici pesanti e decine di migliaia di proiettili di ogni calibro, facevano parte del carico anche centinaia di mine antiuomo, anticarro e un numero imprecisato di casse contenenti esplosivi vari. Ma non è tutto, perché nelle stive della nave sono stati trovati 3000 missili terra-terra a media e a lunga gittata, una versione riveduta e corretta dei famosi Katiuscia. Se non fossero stati intercettati dalla marina israeliana i container, una volta arrivati in Siria, avrebbero proseguito via terra verso il Libano e sarebbero giunti ad Hetzbollah nonostante la presenza delle truppe Unifil.È prevedibile, a questo punto, che le conseguenze politiche non si faranno attendere anche perché in molti, questa volta, dovranno spiegare il loro operato. Innanzitutto il trasbordo delle armi è avvenuto in un porto egiziano e questo mette il governo del Cairo in grave imbarazzo. Per non parlare del mittente, cioè l’Iran, che continua a seminare guerra in tutta la regione sia per la faccenda del nucleare sia per l’appoggio militare esplicito agli sciiti di Hetzbollah che attendono solo il momento giusto per scatenare una nuova guerra contro lo Stato ebraico. Siamo sicuri che il governo di Damasco sarà bravissimo a far intendere al mondo intero di non avere alcuna idea di quello che era il carico di una nave che aveva come prossimo attracco proprio un porto siriano. L’Iran, l’Egitto, la Siria ed anche Hetzbollah, che sono tanto bravi ad accusare Israele di ogni crimine immaginabile, dovranno anche loro, prima o poi, rispondere della loro complicità in operazioni, come quella pena sventata, vietate dalla risoluzione 1701 dell’Onu che prevede il completo disarmo della milizia sciita filo iraniana. E non sono i soli a dover fare un approfondito esame di coscienza. Anche i governi dei contingenti che attualmente compongono l’Unifil nel sud del Libano, Francia, Italia e Spagna solo per citarne alcuni, dovranno spiegare il perché del mancato controllo più volte denunciato da Israele negli ultimi anni che ha permesso ad Hetzbollah di riarmarsi ed essere oggi militarmente più potente di quello che era prima della guerra del 2006.di Michael Sfaradi, 06 Novembre 2009 http://www.opinione.it/

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