Ecco la traduzione dei passi più significativi dell'articolo.
'Negli ultimi anni è aumentato in modo considerevole il numero dei non-Palestinesi che si dichiarano attivisti pro-Palestina. Li si trova per lo più nei campus universitari in Europa e in America. Stupisce che molti di questi attivisti 'pro-Palestina' non siano mai stati in Medio Oriente, tanto meno a Gaza o nel West Bank. In maggioranza non sono neppure arabi, né musulmani. Che cosa li rende filo-Palestinesi? Secondo loro sono filo-Palestinesi perché parlano contro Israele all'Università o pubblicano materiale 'anti-sionista' su internet.(...)
Se qualcuno ha titolo a definirsi filo-Palestinese è chi fa pubbliche campagne contro la corruzione e contro la violazione dei diritti umani da parte di Fatah e di Hamas. Quelli che cercano di cambiare il sistema dall'interno appartengono davvero al fronte filo-palestinese.
Sono persone coraggiose che si oppongono sia a Fatah sia ad Hamas e chiedono di fermare gli assassinii reciproci e iniziare ad agire per migliorare le condizioni dei loro elettori. (...)
Gli attivisti pro-Palestina in occidente evidentemente non sono interessati alle riforme e al buon governo in Palestina. Per loro è molto più importante delegittimare Israele ed incitare contro i 'sionisti', anziché porre fine alla corruzione e alla violenza nella società palestinese. (...)
Dire al mondo quanto siano malvagi Israele e gli Ebrei non aiuta i Palestinesi quanto il richiedere un buon governo e aiutare la crescita di una leadership giovane e pulita nei Territori. (...)
Se il campo pro-palestinese in Occidente investisse nella promozione di una società moderata e civile in Palestina tanto quanto investe nella propaganda contro Israele, sarebbe di grande utilità per i Palestinesi.’Da: fondazionecdf.it,20 novembre 2009, di Khaled Abu Toameh
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