Riguardo al tormentato processo di pace tra israeliani e palestinesi, le opinioni degli ebrei russi sono in larga parte schierate su posizioni oltranziste. Infatti se i “padri fondatori” di Israele erano in massima parte russi, veri ashkenaziti, politicamente laici e intrisi dei valori socialisti e democratici europei, i nuovi immigrati dall’ex-URSS tendono a votare a destra e a mostrare poca inclinazione per la democrazia liberale. I partiti che li rappresentano sono Israel Bel-Aliya fondato da Sharansky e che sostiene Sharon. Mahar, un partito laico di centro, nato dalla scissione di Israel-Be-Aliya dopo le elezioni, Israel Beitenu, formazione nazionalista decisamente di destra, il cui leader è Avigdor Lieberman.L’impatto dell’immigrazione ebraica dalla Russia non deve essere sovrastimato riguardo l’identità dello stato israeliano, perchè i russi sono profondamente laici, quando non atei, e non hanno fretta di imparare l’ebraico. Essi formano un gruppo storicamente compatto perchè chi proviene dall’Europa dell’Est ha sempre dovuto combattere per la propria sopravvivenza: l’ ebreo orientale, infatti, dovendosi difendere dagli attacchi del regime zarista, dai pogrom e dall’antisemitismo diffuso, fu indotto a isolarsi territorialmente dagli altri abitanti del paese, costituendo così delle comunità, che seppero mantenere inalterati tradizioni e riti millenari, valori e abitudini completamente ignoti all’ebreo occidentale, che viveva in mezzo agli altri senza avvertire minimamente il peso della sua diversità.Con l’arrivo dei russi in Israele sono salite le statistiche relative a delitti e reati di mafia. Le certificazioni burocratiche, molto semplici, si sono complicate con le dichiarazioni di ebraismo dubbie di migliaia di russi con mamme ebree finte. Un altro problema che hanno creato i russi e’ l’esame obbligatorio per cambiare la patente straniera con quella israeliana. Prima era una cosa automatica, poi si sono accorti che gli incidenti aumentavano pericolosamente e, da un’inchiesta, e’ risultato che i russi immigrati avevano quasi tutti patenti acquistate prima dell’Aliah (il mitico arrivo in Israele, e cioè l’ascesa metaforica al sacro monte di Sion, dove sorge Gerusalemme) in Russia o negli altri paesi dell’Est Europeo per alcune centinaia di rubli, e non sapevano guidare (un giretto per Mosca o Pietroburgo è un’esperienza che dà una ragionevole dose di brividi).
Di sicuro la presenza russo-ebraica ha notevolmente migliorato i rapporti tra l’ex-URSS e Israele. Quasi tutti i russi hanno parenti e amici in Israele: questo nuovo lato della medaglia ha suscitato un ri-apprezzamento dell’identità e della cultura ebraica in un paese tradizionalmente antisemita quale la Russia. E la Russia può giocare un ruolo importante, anche grazie ai tradizionali buoni rapporti con i palestinesi (molti di loro hanno studiato nelle università russe, e ancora oggi le comunità mediorientali sono cospicue a Mosca e Pietroburgo), nel processo di pace.
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