venerdì 18 giugno 2010


Ebrei sefarditi famosi (dall'alto a sx): Maimonide, Isaac Abrabanel, Baruch Spinoza, David Nieto, Daniel Mendoza, David Ricardo, Moses Montefiore, Benjamin Disraeli, Sabato Morais, Emma Lazarus, Benjamin N. Cardozo, David de Sola Pool, Basil Henriques, Pierre Mendès-France, Sam Costa, Jacques Derrida, Shlomo Amar, Hank Azaria


Questa settimana, a un simposio internazionale a Gerusalemme, ci siamo interrogati su "Chi è sefardita?", anzi "Chi è un Ebreo orientale?" In tempi di politica internazionale dura, e a volte di vera aggressione mediatica, può essere salutare cambiare marcia per un momento e guardare a noi stessi un po' dall'interno. Non che le domande siano ingenue, o le risposte semplici. Lo stesso concetto di Oriente e Occidente non ha una relazione precisa con la geografia, ma rappresenta piuttosto un immaginario mondo gerarchico in cui il cosiddetto Occidente sta effettivamente a nord, e il cosiddetto Oriente sta a sud di una virtuale linea Tangeri-Astrakhan. L'ostilità dell'ambiente e le molte migrazioni internazionali hanno quasi completamente svuotato le terre islamiche della loro presenza ebraica sefardita, Nordafricana e Mediorientale. Queste comunità si sono quasi interamente trasferite e ricostituite in Israele, in Europa, in America del Nord e del Sud. Qui convivono, competono, e in buona parte si sono fuse con comunità ebraiche di altre provenienze. In Israele esiste ancora un rabbinato sefardita e uno ashkenazita. Nella cittadina di Emanuel, una scuola molto religiosa ha tentato di separare le alunne sefardite da quelle ashkenazite. La Corte suprema ha dichiarato illegale questa divisione. Ne sono nate subito pubbliche dimostrazioni di protesta da parte dei genitori ashkenaziti che vogliono tenere alla larga le ragazzine sefardite. Il Partito religioso Shas (sigla di Osservanti sefarditi) sta studiando se unirsi a queste proteste - a sostegno dei genitori ashkenaziti! Politica delle identità. Certo, dall'interno, le identità di gruppo divengono sempre più complesse, multiple, soggettive, transnazionali; dall'esterno, sono spesso frutto di giudizi e pregiudizi a priori - senza possedere più quell'oggettività storica, sociologica o geografica che avevano in passato. SergioDella Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme, http://www.moked.it/

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