In una rassegna stampa tornata a dimensioni ragionevoli dopo la campagna mediatica sulla flottiglia, domina la notizia delle sanzioni approvate dal consiglio di sicurezza dell'Onu contro l'Iran (Guido Olimpo su Corriere, Mario Platero sul Sole e molti altri). Sembrerebbe una buona notizia, ma le controindicazioni sono parecchie. Prima di tutto c'è il voto contrario di Brasile e Turchia e l'astensione del Libano, tutti ex alleati americani, che indicano "nonostante Obama (o come alcuni pensano anche a causa sua) l'erosione del soft power americano". Poi c'è il fatto che si tratta di sanzioni leggere, nonostante quel che dice Clinton, sostanzialmente limitate alla sfera militare, e che però il regime potrà usare per imporre alla popolazione una "psicologia di stato d'assedio" (le citazioni vengono entrambe da un articolo di Vittorio Emanuele Parsi sulla Stampa, significativamente intitolato "Ancora una volta ha vinto Teheran"). Il risultato è che Ahmadinedjad ha definito "spazzatura" la decisione dell'Onu (Franco Venturini sul Corriere, Anna Guaita sul Messaggero) e ha promesso di andare avanti e che i turchi parlano di "occasione perduta" (Marta Ottaviani sulla Stampa). Interessante il commento del politologo David Ignatus, intervistato da Paolo Valentino sul Corriere, secondo cui l'Iran interebbe fermarsi "a un passo dalla costruzione della bomba" per provocare una revisione strategica senza suscitare troppe reazioni ostili. Peraltro la voce che gli ayatollah dispongano già oggi di un paio di bombe atomiche continua a circolare. Nel frattempo Obama, ricevendo Abu Mazen, ha definito "intollerabile" la situazione in Medio Oriente e gli ha staccato un assegno di 400 milioni di dollari (Paolo Valentino sul Corriere, Lee Bricchi su Avvenire). Numerosi giornali danno notizia della decisione israeliana di consentire l'importazione a Gaza di un certo numero di merci ritenute prima pericolose (Il Giornale, Antonio Spampinato su Libero. Fra le analisi, da leggere anche quella di Barry Rubin, intervistato da Antonio Picasso su Liberal, che richiama il pericolo di un ministato islamista sul Mediterraneo, come diventerebbe Gaza "libera" e spiega così l'atteggiamento egiziano. Per capire la complessita delle vicende politiche (o in questo caso, politico-criminali) del mondo arabo, è interessante l'articolo di Carlo Panella sul Foglio a proposito della catena di omicidi fra alti gradi militari e dei servizi segreti in Siria.Venendo alla cronaca italiana, c'è un piccolo giallo sul discorso del ministro Frattini in parlamento sugli incidenti della flottiglia. Sembra che certe dichiarazioni coraggiose che compaiono sul testo scritto, dove per esempio si afferma che i manifestanti avevano provocato consapevolmente gli incidenti, non siano state pronunciate effettivamente dal ministro e siano poi state smentite (Nigro su Repubblica Matteo Muzio sul Secolo XIX e altri giornali). Da notare la notizia del Corriere (a firma di Francesco Battistini) per cui il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha fatto visita ai marinai israeliani feriti durante l'ispezione alla nave turca e li ha invitati a venire in convalescenza in Italia. Da leggere l'articolo di Toni Capuozzo sul Foglio, che ricostruisce di nuovo ma in maniera non banale la vicenda della flottiglia, chiedendosi per esempio che cosa ci facevano 800 attivisti sulle navi, se lo scopo era di portare solo dei rifornimenti a Gaza?Un tema che inizia a venir fuori nella riflessione è quello della "guerra mediatica contro Israele" (David Rosemberg sul Wall Street Journal). Un esempio delle conseguenze di questa semina d'odio è l'esclusione della delegazione israeliana al Gay Pride di Madrid (Jesurum sul Corriere, editoriale del Foglio), tanto più grave in quanto Israele è un'isola di tolleranza e libertà per i gay, perseguitati in tutto il mondo islamico. L'intervento più importante su questo tema è la riflessione di Alessandro Schwed sul Foglio, intitolata "tornatevene ad Auschwitz" dalla risposta che qualcuno dell'equipaggio della flottiglia ha dato per radio all'intimazione della marina israeliana a fermarsi: un testo profondo e emozionante, da non perdere.Fra le notizie "curiose" o comunque da meditare vi è la decisione di Yahoo di fornire all'Iphone due diverse previsioni del tempo per "Al Quds" e "Yerushalaim", naturalmente identiche, ma divise come se si trattasse di due città diverse (notizia firmata F. Bat. sul Corriere) e l'altra pubblicata su Avvenire per cui è in preparazione a "Bolliwood" il primo film indiano su Hitler. Sembra che sia proprio il momento degli antisemiti.Ugo Volli http://www.moked.it/
venerdì 11 giugno 2010
Eilat - parco del gjiaccio
Rassegna stampa (cliccare sui titoli giornali x testo completo)
In una rassegna stampa tornata a dimensioni ragionevoli dopo la campagna mediatica sulla flottiglia, domina la notizia delle sanzioni approvate dal consiglio di sicurezza dell'Onu contro l'Iran (Guido Olimpo su Corriere, Mario Platero sul Sole e molti altri). Sembrerebbe una buona notizia, ma le controindicazioni sono parecchie. Prima di tutto c'è il voto contrario di Brasile e Turchia e l'astensione del Libano, tutti ex alleati americani, che indicano "nonostante Obama (o come alcuni pensano anche a causa sua) l'erosione del soft power americano". Poi c'è il fatto che si tratta di sanzioni leggere, nonostante quel che dice Clinton, sostanzialmente limitate alla sfera militare, e che però il regime potrà usare per imporre alla popolazione una "psicologia di stato d'assedio" (le citazioni vengono entrambe da un articolo di Vittorio Emanuele Parsi sulla Stampa, significativamente intitolato "Ancora una volta ha vinto Teheran"). Il risultato è che Ahmadinedjad ha definito "spazzatura" la decisione dell'Onu (Franco Venturini sul Corriere, Anna Guaita sul Messaggero) e ha promesso di andare avanti e che i turchi parlano di "occasione perduta" (Marta Ottaviani sulla Stampa). Interessante il commento del politologo David Ignatus, intervistato da Paolo Valentino sul Corriere, secondo cui l'Iran interebbe fermarsi "a un passo dalla costruzione della bomba" per provocare una revisione strategica senza suscitare troppe reazioni ostili. Peraltro la voce che gli ayatollah dispongano già oggi di un paio di bombe atomiche continua a circolare. Nel frattempo Obama, ricevendo Abu Mazen, ha definito "intollerabile" la situazione in Medio Oriente e gli ha staccato un assegno di 400 milioni di dollari (Paolo Valentino sul Corriere, Lee Bricchi su Avvenire). Numerosi giornali danno notizia della decisione israeliana di consentire l'importazione a Gaza di un certo numero di merci ritenute prima pericolose (Il Giornale, Antonio Spampinato su Libero. Fra le analisi, da leggere anche quella di Barry Rubin, intervistato da Antonio Picasso su Liberal, che richiama il pericolo di un ministato islamista sul Mediterraneo, come diventerebbe Gaza "libera" e spiega così l'atteggiamento egiziano. Per capire la complessita delle vicende politiche (o in questo caso, politico-criminali) del mondo arabo, è interessante l'articolo di Carlo Panella sul Foglio a proposito della catena di omicidi fra alti gradi militari e dei servizi segreti in Siria.Venendo alla cronaca italiana, c'è un piccolo giallo sul discorso del ministro Frattini in parlamento sugli incidenti della flottiglia. Sembra che certe dichiarazioni coraggiose che compaiono sul testo scritto, dove per esempio si afferma che i manifestanti avevano provocato consapevolmente gli incidenti, non siano state pronunciate effettivamente dal ministro e siano poi state smentite (Nigro su Repubblica Matteo Muzio sul Secolo XIX e altri giornali). Da notare la notizia del Corriere (a firma di Francesco Battistini) per cui il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha fatto visita ai marinai israeliani feriti durante l'ispezione alla nave turca e li ha invitati a venire in convalescenza in Italia. Da leggere l'articolo di Toni Capuozzo sul Foglio, che ricostruisce di nuovo ma in maniera non banale la vicenda della flottiglia, chiedendosi per esempio che cosa ci facevano 800 attivisti sulle navi, se lo scopo era di portare solo dei rifornimenti a Gaza?Un tema che inizia a venir fuori nella riflessione è quello della "guerra mediatica contro Israele" (David Rosemberg sul Wall Street Journal). Un esempio delle conseguenze di questa semina d'odio è l'esclusione della delegazione israeliana al Gay Pride di Madrid (Jesurum sul Corriere, editoriale del Foglio), tanto più grave in quanto Israele è un'isola di tolleranza e libertà per i gay, perseguitati in tutto il mondo islamico. L'intervento più importante su questo tema è la riflessione di Alessandro Schwed sul Foglio, intitolata "tornatevene ad Auschwitz" dalla risposta che qualcuno dell'equipaggio della flottiglia ha dato per radio all'intimazione della marina israeliana a fermarsi: un testo profondo e emozionante, da non perdere.Fra le notizie "curiose" o comunque da meditare vi è la decisione di Yahoo di fornire all'Iphone due diverse previsioni del tempo per "Al Quds" e "Yerushalaim", naturalmente identiche, ma divise come se si trattasse di due città diverse (notizia firmata F. Bat. sul Corriere) e l'altra pubblicata su Avvenire per cui è in preparazione a "Bolliwood" il primo film indiano su Hitler. Sembra che sia proprio il momento degli antisemiti.Ugo Volli http://www.moked.it/
In una rassegna stampa tornata a dimensioni ragionevoli dopo la campagna mediatica sulla flottiglia, domina la notizia delle sanzioni approvate dal consiglio di sicurezza dell'Onu contro l'Iran (Guido Olimpo su Corriere, Mario Platero sul Sole e molti altri). Sembrerebbe una buona notizia, ma le controindicazioni sono parecchie. Prima di tutto c'è il voto contrario di Brasile e Turchia e l'astensione del Libano, tutti ex alleati americani, che indicano "nonostante Obama (o come alcuni pensano anche a causa sua) l'erosione del soft power americano". Poi c'è il fatto che si tratta di sanzioni leggere, nonostante quel che dice Clinton, sostanzialmente limitate alla sfera militare, e che però il regime potrà usare per imporre alla popolazione una "psicologia di stato d'assedio" (le citazioni vengono entrambe da un articolo di Vittorio Emanuele Parsi sulla Stampa, significativamente intitolato "Ancora una volta ha vinto Teheran"). Il risultato è che Ahmadinedjad ha definito "spazzatura" la decisione dell'Onu (Franco Venturini sul Corriere, Anna Guaita sul Messaggero) e ha promesso di andare avanti e che i turchi parlano di "occasione perduta" (Marta Ottaviani sulla Stampa). Interessante il commento del politologo David Ignatus, intervistato da Paolo Valentino sul Corriere, secondo cui l'Iran interebbe fermarsi "a un passo dalla costruzione della bomba" per provocare una revisione strategica senza suscitare troppe reazioni ostili. Peraltro la voce che gli ayatollah dispongano già oggi di un paio di bombe atomiche continua a circolare. Nel frattempo Obama, ricevendo Abu Mazen, ha definito "intollerabile" la situazione in Medio Oriente e gli ha staccato un assegno di 400 milioni di dollari (Paolo Valentino sul Corriere, Lee Bricchi su Avvenire). Numerosi giornali danno notizia della decisione israeliana di consentire l'importazione a Gaza di un certo numero di merci ritenute prima pericolose (Il Giornale, Antonio Spampinato su Libero. Fra le analisi, da leggere anche quella di Barry Rubin, intervistato da Antonio Picasso su Liberal, che richiama il pericolo di un ministato islamista sul Mediterraneo, come diventerebbe Gaza "libera" e spiega così l'atteggiamento egiziano. Per capire la complessita delle vicende politiche (o in questo caso, politico-criminali) del mondo arabo, è interessante l'articolo di Carlo Panella sul Foglio a proposito della catena di omicidi fra alti gradi militari e dei servizi segreti in Siria.Venendo alla cronaca italiana, c'è un piccolo giallo sul discorso del ministro Frattini in parlamento sugli incidenti della flottiglia. Sembra che certe dichiarazioni coraggiose che compaiono sul testo scritto, dove per esempio si afferma che i manifestanti avevano provocato consapevolmente gli incidenti, non siano state pronunciate effettivamente dal ministro e siano poi state smentite (Nigro su Repubblica Matteo Muzio sul Secolo XIX e altri giornali). Da notare la notizia del Corriere (a firma di Francesco Battistini) per cui il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha fatto visita ai marinai israeliani feriti durante l'ispezione alla nave turca e li ha invitati a venire in convalescenza in Italia. Da leggere l'articolo di Toni Capuozzo sul Foglio, che ricostruisce di nuovo ma in maniera non banale la vicenda della flottiglia, chiedendosi per esempio che cosa ci facevano 800 attivisti sulle navi, se lo scopo era di portare solo dei rifornimenti a Gaza?Un tema che inizia a venir fuori nella riflessione è quello della "guerra mediatica contro Israele" (David Rosemberg sul Wall Street Journal). Un esempio delle conseguenze di questa semina d'odio è l'esclusione della delegazione israeliana al Gay Pride di Madrid (Jesurum sul Corriere, editoriale del Foglio), tanto più grave in quanto Israele è un'isola di tolleranza e libertà per i gay, perseguitati in tutto il mondo islamico. L'intervento più importante su questo tema è la riflessione di Alessandro Schwed sul Foglio, intitolata "tornatevene ad Auschwitz" dalla risposta che qualcuno dell'equipaggio della flottiglia ha dato per radio all'intimazione della marina israeliana a fermarsi: un testo profondo e emozionante, da non perdere.Fra le notizie "curiose" o comunque da meditare vi è la decisione di Yahoo di fornire all'Iphone due diverse previsioni del tempo per "Al Quds" e "Yerushalaim", naturalmente identiche, ma divise come se si trattasse di due città diverse (notizia firmata F. Bat. sul Corriere) e l'altra pubblicata su Avvenire per cui è in preparazione a "Bolliwood" il primo film indiano su Hitler. Sembra che sia proprio il momento degli antisemiti.Ugo Volli http://www.moked.it/
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