mercoledì 16 giugno 2010
soldato israeliano in preghiera
“Inaspriremo la nostra protesta per la liberazione di Shalit”
Gerusalemme, 14 giu -“Abbiamo concesso troppa fiducia in chi deve prendere le decisioni. Ora capiamo che non c'è altra scelta: bisogna pagare il prezzo richiesto (da Hamas) e riportare a casa Gilad”, queste le parole di uno degli organizzatori della nuova manifestazione per la liberazione del soldato israeliano rapido nel giugno del 2006, e a tutt'oggi ancora nelle mani di Hamas. Dal canto suo Noam Shalit, padre del giovane israeliano ha affermato che in quattro anni “due primi ministri, due ministri della difesa e due capi di stato maggiore non sono stati capaci di ottenere la liberazione di mio figlio" per questo inaspriranno la campagna per la sua liberazione. La famiglia di Shalit ha annunciato così la sua prossima protesta, che comincerà con una marcia dei genitori dalla loro abitazione nel nord di Israele fino a Gerusalemme davanti alla residenza del premier. Noam Shalit, fra le altre cose, si è anche recato alla Knesset per cercare di convincere deputati e ministri a operare per un accordo con Hamas, che chiede la liberazione di un migliaio di detenuti, tra i quali diverse decine di persone responsabili di aver organizzato e pianificato attentati costati la vita di centinaia di civili israeliani.
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