sabato 2 ottobre 2010


Giordano

Sugli ebrei pesa un’affabulazione mortifera

Che cosa si intende per “delegittimare” Israele? Si ha l’abitudine di tracciare un parallelo tra “legittimità” e “legalità”: “legale” è ciò che è conforme alle leggi, alla lettera dei trattati e dei contratti, mentre “legittimo” indica ciò che è conforme allo spirito delle leggi. Durante la Seconda guerra mondiale, il governo della Francia Libera del generale De Gaulle era illegale, poiché l’instaurazione del regime di Vichy era avvenuta mediante un voto libero del Parlamento. Tuttavia rivendicava la propria legittimità poiché si presentava come l’incarnazione dello spirito della Francia.E’ sulla base di tale legittimità che successivamente il generale De Gaulle fondò un nuovo regime: la Quinta Repubblica. Allora, la legittimità ispirò una nuova legalità. Quando si “delegittima” Israele, si contesta l’essenza stessa della sua esistenza, che viene definita ingiusta e priva di fondamento sul piano morale (e non legale). E’ quello che i post sionisti israeliani hanno definito “il peccato originale di Israele” prendendo a prestito, proprio loro, gli iperlaici, la terminologia dalla teologia paolina. Contestare la giustezza d’Israele nel suo spirito è in realtà una vecchia storia – paolina, per l’appunto – che sta alla base dell’antigiudaismo. Attualmente ci troviamo di fronte a un simile caso emblematico, in cui il “nuovo Israele”, quello “secondo lo spirito”, è incarnato dai palestinesi, mentre il “vecchio Israele”, quello “secondo la carne”, l’Israele condannato, è il reale Israele, il popolo ebraico.Questo giudizio è grave. Apre le porte alla distruzione degli ebrei ed è questo l’aspetto inquietante nell’attuale evoluzione. Delegittimando Israele, si comincia a giustificare un ulteriore passaggio, in cui sarà giusto e buono farlo scomparire. Si bestializza il nemico prima di assestargli il colpo mortale. Oggi il delirio su che cosa sia Israele e sulla condizione dei palestinesi ha raggiunto l’apice, senza che vi sia alcuna corrispondenza con la realtà.L’Europa e il mondo arabo affondano in un’affabulazione mortifera che prepara giorni bui per il popolo ebraico perché contestare l’esistenza stessa dello stato d’Israele equivale a prendersela con tutto il popolo ebraico. Israele incarna infatti di per sé il destino degli ebrei in quanto popolo, collettività. Questa delegittimazione va d’altronde a braccetto con le teorie più fumose sull’inesistenza obiettiva di un popolo ebraico. La Shoah ha costituito la dimostrazione che gli ebrei, che lo vogliano o meno, hanno un destino collettivo. Benché si trattasse di singoli cittadini di diverse nazionalità europee, sono stati distrutti in massa come fossero un popolo straniero in seno all’Europa, privo di qualsiasi base di esistenza possibile nell’Europa democratica illuminata. Lo stesso è accaduto agli ebrei del mondo arabo, espulsi o esclusi in massa dagli stati arabi divenuti indipendenti. Rifiutare agli ebrei il diritto all’autodeterminazione e quindi a uno stato, delegittimandolo, vale a dire negare loro il diritto di appropriarsi in libertà del loro destino collettivo, rappresenta un’ingiustizia di base e una profonda amoralità.E’ una prima tappa nel processo che si è innescato della sua distruzione e dell’annientamento di altri sei milioni di ebrei, cioè della popolazione israeliana. Il mondo deve sapere che gli ebrei non accetteranno mai questa eventualità e che sono pronti a sconvolgere l’ordine del mondo, se questo avvenisse. Sono stati raggiunti dei limiti, una soglia è stata oltrepassata. L’accusa di peccato originale si basa su una riscrittura menzognera della storia. La creazione d’Israele non è avvenuta a spese di un popolo innocente. Si è prodotto uno scambio di popolazioni tra gli stati arabi che, non appena ottenuta l’indipendenza, hanno cacciato e spogliato dei propri averi 900.000 ebrei e i 600.000 rifugiati palestinesi colpevoli di appartenere alla coalizione che ha dichiarato guerra allo stato nascente d’Israele e di rifiutare qualsiasi spartizione del territorio del Mandato britannico dove, nel frattempo, era stato creato uno stato arabo, la Transgiordania, divenuta Giordania in seguito all’invasione della Giudea e Samaria. Il progetto di delegittimare Israele si ripercuoterà su tutti gli stati democratici, soprattutto gli stati europei. Potrebbe rivelarsi una tappa determinante sulla via della loro stessa delegittimazione, nella prospettiva di un’Europa sotto l’influenza arabo-islamica che qualsiasi persona democratica deve rifiutare.di Shmuel Trigano 1 Ottobre 2010,http://www.loccidentale.it/ Shmuel Trigano è Accademico dell’Università Ouest Nanterre La Défense di Parigi e direttore della rivista Controverses. Ha promosso in Francia l’appello pro Israele “Salviamo la ragione”. Tratto da "Il Foglio"©

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