giovedì 25 novembre 2010


Il succo di melograno aiuta la salute dei pazienti in dialisi

I suoi antiossidanti riducono stress ossidativo, infiammazione ed infezioni
Bere succo di melograno può essere utile ai pazienti in dialisi, in quanto esso riduce morbilità e rischi per il cuore, riducendo di conseguenza la morbilità. Queste considerazioni derivano da una ricerca del Western Galilee Hospital di Nahariya e del Technion-Israel Institute of Technology di Haifa (Israele), diretta dalla dottoressa Batya Kristal e presentata alla convention annuale dell'American Society of Nephrology, in corso a Denver. Gli scienziati diretti dalla dottoressa Kristal si sono basati su indagini precedenti, che hanno mostrato come il succo di melograno fornisse buone quantità di antiossidanti. Tali elementi abbassavano colesterolo e pressione sanguigna, risultando particolarmente efficaci in caso di diabete ed ipertensione. Allora, i ricercatori hanno selezionato 101 pazienti dializzati, dividendoli in maniera casuale in due gruppi. I volontari del primo gruppo hanno ricevuto succo di melograno, quelli del secondo un placebo. In entrambi i casi, la somministrazione avveniva all'inizio della dialisi, veniva fatta 3 volte la settimana e durava un anno. I successivi esami clinici hanno rivelato una serie di vantaggi per i soggetti del primo gruppo. Essi infatti evidenziavano minore infiammazione, minore stress ossidativo e più basso livello d'infezioni, a sua volta legato ad un minor tasso di ospedalizzazione. Successivamente, gli esperti hanno riesaminato i risultati dei test. Il controllo suggerisce come il succo di melograno sia benefico anche per il cuore, in quanto fa calare dosi di lipidi e pressione arteriosa. Conclude allora la capo-ricercatrice: "Considerando l'epidemia di insufficienza renale cronica attesa per il prossimo decennio, occorrerebbe effettuare ulteriori studi sul potenziale impatto del succo di melagrana sulla riduzione della morbilità cardiovascolare in questa popolazione di pazienti e sulla loro evoluzione verso le stadi terminali della patologia".

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