mercoledì 22 dicembre 2010


Ma dove devono andare gli ebrei?

Ancora una volta questo tragico interrogativo si pone, e sembra che noi tutti dobbiamo chiedercelo. Sono passate poche settimane da quando abbiamo ascoltato vergognose frasi che chiedevano agli ebrei di abbandonare Eretz Israele e di tornare nella vecchia Europa, ed oggi leggiamo su Italia Oggi che in Olanda, dove vivono circa 30 mila ebrei, l’ex commissario europeo Frits Bolkestein, preoccupato dal pericolo creato dai “musulmani non integrati”, consiglia i membri della comunità di emigrare dall’Olanda; nello stesso modo si esprime anche una eminente professoressa onoraria dell’Università, la signora Bloeme Evers-Emdem, della comunità di Amsterdam. Anche se in Olanda gli atti antisemiti sono un decimo di quelli compiuti in Francia, non si devono tacere i recenti tentativi di incendiare le sinagoghe di Amsterdam sud e di Arnhem, o le grida “gasare gli ebrei” che troppo presto ci siamo illusi di non sentire più. In questa situazione in Olanda vi è, tuttavia, chi paragona la situazione degli ebrei di prima della guerra a quella dei musulmani di oggi. Certo migliore è la situazione in Italia, ma è bene che i lettori sappiano che ieri, nella rassegna stampa preparata dal nostro Ministero della difesa, la nomina a Presidente dell’UCEI di Renzo Gattegna è stata presentata tra le “notizie dell’estero”. Ignoranza del compilatore della rassegna, ne sono sicuro, ma anche sintomo di un pericolo che si avvicina nuovamente. Nel clima natalizio di questi giorni, bisogna fare alcune precise osservazioni: si legge su La Discussione che il patriarca ecumenico di Istambul Bartolomeo I si dichiara favorevole al dialogo con gli uomini di tutte le religioni, delle diverse fedi cristiane come dell’ebraismo e dell’islam. Purtroppo, bisogna ricordargli, le parole ascoltate nel recente Sinodo di Roma sono ancora presenti in tutti noi. E proprio quelle parole sono ricordate dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal in un altro discorso prenatalizio ripreso ancora su Avvenire; anche se concordo col patriarca quando si augura la “pace in terra tra gli uomini che Dio ama”, non posso concordare con la analisi che egli fa di questo Sinodo. E Fabio Scuto su Repubblica scrive: “Implorare la pace non è sufficiente “; è forse la sola frase del suo articolo con la quale concordo; di vero clima natalizio a Betlemme sembra vi sia ben poco, scrive Scuto, con le code ai check points, con i cristiani che scappano, e coi minareti che sempre più dominano sui vecchi luoghi cristiani, pur così pieni di storia. Tuttavia la colpa ricade unicamente sugli israeliani e sul loro muro, chissà perché così a ridosso della cittadina che pure ha un sindaco cristiano. Quella di raccontare alcune realtà inoppugnabili, nascondendovi in mezzo dei non detto o, peggio, delle autentiche falsità, che poi rimangono nella mente del lettore, è una tecnica di molti; solo ieri Sergio Romano scriveva, nella sua quotidiana risposta ai lettori, che “nel 1980 noi europei fummo i primi a dire con chiarezza che la soluzione della crisi passava dalla creazione di uno stato palestinese, prospettiva accettata ora anche dal governo israeliano”. L’ex ambasciatore non ignora sicuramente che già nel 1947 gli ebrei accettarono la spartizione nei due stati, rifiutata dagli arabi, e pertanto quanto ha scritto ieri è un altro grave falso che si aggiunge ai tanti ai quali ci ha purtroppo abituati. E questo è tanto più grave perché li scrive nelle pagine del prestigioso Corriere della sera. Altra gravissime parole le troviamo oggi su Famiglia Cristiana che, con Padre Pizzaballa, fa una carrellata sulle condizioni dei cristiani in medio oriente. In questo articolo Fulvio Scaglione parla, tra le varie minoranze cristiane in Medio oriente, di quella “in Palestina”, mentre appare evidente da una attenta lettura, che si riferisce a quella in Israele. Il riferimento è pieno di falsità, visto che parla di “leggi che reprimono ogni libertà di religione”. In Israele? Che affermazioni fa nella settimana che precede il natale, signor Scaglione! Parole più edificanti le troviamo su Avvenire in un altro articolo che ci parla di record di turisti in Israele, Terra Santa per il quotidiano cattolico; il numero dei turisti registrato nell’anno del Giubileo, il 2000, sarà ampiamente superato in questo 2010. Ma intanto la tensione è sempre latente ed i razzi qassam continuano ad essere lanciati da Gaza; ieri uno, sparato poco prima delle 8 del mattino, è finito nei pressi di una scuola, ferendo per fortuna solo una ragazzina. Proseguono, nonostante le difficoltà, le rivelazioni di Wikileaks, e sul Pais si leggono le affermazioni fatte in privato dal presidente Nixon, un noto antisemita che tuttavia, al pari dell’altro antisemita A.J. Balfour, è stato importante perché Israele diventasse quello che è oggi. Nel Foglio, in un articolo che rassicura sui rapporti commerciali tra Israele e Turchia, aumentati del 30% nell’ultimo anno, nonostante la crisi delle relazioni diplomatiche ed il crollo degli scambi turistici, si trova anche una attenta analisi sugli sforzi dei palestinesi per arrivare alla formazione di un vero stato; per ora mancano molte strutture, ma il processo diplomatico avanza rapidamente, e dopo il riconoscimento formale già ottenuto (o in corso di realizzazione) da alcuni paesi sudamericani, anche in Europa le rappresentanze dei palestinesi in alcuni paesi (Francia, Spagna e Norvegia, al momento) sono state elevate al rango di “diplomatiche”. Di fronte a questi progressi dello stato palestinese, Israele cerca di far comprendere ai governanti dei paesi amici le proprie verità. Su Avvenire, infine, un articolo rende noto che gli studiosi di Yad Vashem sono arrivati ad identificare oltre 4 milioni di ebrei tra i morti dell’Olocausto; meritorio è il lavoro di questi storici, e tuttavia non riescono a sconfiggere né i negazionisti, né coloro che, persino nelle trasmissioni televisive più seguite nel mondo islamico, discutono di cifre di 30.000 morti o giù di lì: se uno di loro osa parlare di 6 milioni, rassicurano gli ascoltatori dicendo che quella cifra, loro, non l’hanno mai sentita.Emanuel Segre Amar http://www.moked.it/

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