venerdì 21 gennaio 2011


Israele è lenta a riformare la propria aviazione civile

Tel Aviv, Israel - Il governo Usa ritiene che il livello di sicurezza aerea del settore sia tra i più bassi al mondo
(WAPA) - L'aeroporto internazionale di Tel Aviv con le sue poderose "Fortificazioni" è considerato da molte compagnie aeree al top per quanto riguarda la sicurezza con robot, veicoli speciali, videocamere a circuito chiuso e profilatura dei passeggeri. Insomma: tutto concorre a creare sicurezza e a prevenire gli attacchi terroristici. Ma dietro ciò ci sono delle falle per quanto riguarda un altro tipo di sicurezza: quella di chi vola e dei suoi aeromobili. Già, perché il governo degli Stati Uniti ha posizionato la "Safety" (questo termine inglese intende sempre la sicurezza ma quella legata all'incolumità di chi vola ed è differenziato da "Security", che è quella di cui si parlava prima, legata al terrorismo o ai reati) di Israele ai livelli più bassi al mondo, paragonabile a quella di Paesi come il Bangladesh, il Congo, Haiti o lo Zimbabwe. In passato, in almeno un paio di occasioni l'aeronautica militare israeliana avrebbe scambiato degli aerei di linea con degli aerei militari nemici. E molti piloti temono che un giorno un aereo commerciale possa essere abbattuto per errore. "Questa è una cosa intollerabile per l'aviazione civile internazionale" ha detto Giovanni Bisignani, capo di quella Iata (International Air Transport Association ). "Per questo motivo, la safety è stata abbassata di livello". Ma altre accuse arrivano anche dalle stesse autorità del Paese mediorientale: un'agenzia di controllo israeliana recentemente ha accusato il governo di procedere a rilento nel definire delle linee guida per trovare una soluzione ai problemi di safety che affliggono l'aeroporto internazionale "Ben Gurion" di Tel Aviv. Sotto accusa la vecchia tecnologia, piste troppo corte, spazio aereo affollato e utilizzato sia dagli aerei commerciali sia da quelli militari, e un'autorità per l'aviazione civile che non funziona come dovrebbe. Fatto sta che il declassamento a "Categoria 2" impedirà alle compagnie aeree israeliane di aumentare i collegamenti con gli Stati Uniti e di sottoscrivere accordi di code-sharing con vettori d'oltre Atlantico. "E questa cosa costerà in reputazione e danneggerà i vettori" ha detto Bisignani. Intanto i lavori per migliorare la sicurezza (intesa come safety) stanno iniziando e prevederanno l'impiego di nuovi radar di terra, l'estensione di una delle 3 piste del "Ben Gurion" e la costruzione di una nuova torre di controllo. Ma gli addetti ai lavori ritengono che tali lavori stiano andando avanti troppo lentamente. Bisignani e la Iata hanno criticato anche il programma di sicurezza (intesa stavolta come security) che è in fase di sperimentazione dal ministero dei trasporti che richiede ai piloti degli aerei di linea in avvicinamento a Israele di digitare un codice segreto che confermi la loro identità. Solo allora sarà possibile dare l'autorizzazione all'atterraggio. Il programma -ancora in fase di test- vuole far sì che gli aerei diretti nel Paese non rappresentino una minaccia. In 2 occasioni -ad aprile 2009 e luglio 2010- altrettanti jet civili sono stati intercettati da caccia israeliani perché i piloti avevano digitato in maniera sbagliata tale codice. (Avionews 19 gennaio)

Nessun commento: