venerdì 22 aprile 2011



Il risveglio del turismo in Cisgiordania: 3,3 milioni di visitatori nel 2010
Che l’aria sia cambiata tra Israele e Cisgiordania? A leggere certi numeri, pare proprio di sì. Come quelli relativi al bilancio 2010 sui flussi umani verso la West Bank: lo scorso anno, dicono questi dati, 3,3 milioni di persone sono entrate in Cisgiordania, cento posti di blocco israeliani sono stati rimossi e restano aperti solo sedici checkpoint lungo il confine – ancora caldo – tra i due paesi. Notizie positive anche sul fronte economico. Stando ai dati dell’Autorità nazionale palestinese lo scorso anno sono arrivati nelle città della West Bank qualcosa come 225 milioni di dollari e il Prodotto interno lordo della Cisgiordania è cresciuto del 9 per cento. In questo, solo la componente arabo-israeliana pesa per il 5,5 per cento del Pil.Jenin, Nablus, Hebron, Qalqilya, Tulkarem, Betlemme, Gerico. Non sono più solo città di turismo religioso e di scontri tra israeliani e palestinesi. Sono sempre più centri di attrazione del turismo israeliano e mondiale. Solo a Jenin, per esempio, nel 2010 sono state aperte 600 nuove attività commerciali. Così come i due parchi divertimenti – uno a Jenin, l’altro a Tulkarem –, uno zoo a Qalqilya e un parco acquatico a Gerico. Tra i turisti arabo-israeliani, un milione e trecentomila ha visitato almeno una volta la città di Jenin. Altri 800mila sono stati a Betlemme, mentre a Tulkarem e Qalqilya hanno messo piede altri 700mila. Ultima nella classifica delle grandi città palestinesi, Hebron: in 60mila hanno osato visitare una città contesa tra ebrei e musulmani.20 aprile
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