giovedì 7 aprile 2011


Investitori stranieri continuano ad acquistare BOT israeliani.

Martedì 05 Aprile 2011 http://www.focusmo.it/ Dati forniti dalla Banca d’Israele mostrano che gli speculatori che risiedono fuori dal Paese alla fine di febbraio possedevano 47.23 miliardi di NIS (circa 9.5 miliardi di euro). In percentuale, questa cifra corrisponde al 36 per cento del totale dei titoli emessi: mai una quantità così alta di buoni del Tesoro israeliani era stata in mani straniere. La corsa dei non-israeliani ai titoli dello Stato ebraico si è intensificata nel gennaio del 2010: alla fine dello scorso anno, investitori esteri ne possedevano il 28 per cento, rispetto al 5 per cento registrato alla fine del 2009. Le differenze tra i tassi d’interesse in Israele, Stati Uniti ed Europa (dove la percentuale è minima) hanno incoraggiato questo assalto. Questo flusso di capitale è in parte responsabile del recente apprezzamento dello shekel. la moneta locale, che tanti problemi ha causato agli esportatori israeliani. Nel suo resoconto annuale, diffuso la scorsa settimana, la Banca d’Israele ha lanciato un monito, sottolineando come, nel passato anche recente, «l’arrivo copioso di capitali da Paesi sviluppati ha iper-galvanizzato l’attività economica di certi mercati emergenti. Una situazione che, più di una volta, si è conclusa con una crisi. Da questo noi abbiamo tratto una lezione importante: le forze del mercato, da sole, non possono garantire che il tasso di cambio sia appropriato al livello di produttività e di competitività».

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