martedì 30 agosto 2011


Lea Goldberg
La donna nella poesia ebraica di Myriam Labiausse


(articolo datato ma sempre attuale)
Attraverso gli interventi di due studiose-poetesse ed una lettura di poesie, il giorno 20 Maggio si è proposta la visione della figura della donna ebraica nel tempo. Donna vista più come simbolo da Tsippy Levine Byron o, come persona,da Suzana Glavaš, trattata però da entrambe le relatrici nel suo ruolo fondamentale di madre.L’ospite israeliana Tsippy Levine Byron ha concentrato il suo discorso sulla figura femminile e materna nella poesia della contemporanea Lea Goldberg mentre Suzana Glavaš ha rievocato l’originale vena artistica dell'ebrea tedesca Else Lasker Schüler, la maggior esponente dell’espressionismo tedesco. Attraverso i loro scritti le donne hanno preso parte attiva alla linea del tempo– ha sottolineato il rabbino Tsippy Levine Byron – passando dal compito esclusivo di educare i figli a liberatrici del proprio “essere” e coltivando pur
sempre i valori della tradizione. Un iter che a Roma parte da Anna de Arfino e Deborah Ascarelli, le prime donne a comporre poemi con temi religiosi nel XVIII secolo, per andare ad incontrare Sarah Sullam che scrisse 5 poesie un centenario dopo, e che vedrà infine, dopo l’indipendenza di Israele, l’ingresso delle donne nella poesia.Lea Goldberg, illustrata da Tsippy Levine Byron e definita “una grande poetessa” (nata nel 1911), dopo aver conseguito il dottorato di ricerca e trovato un posto di insegnamento all’università, deciderà di dedicare la sua vita alla scrittura. Tutt’oggi i suoi libri sono molto amati dai bambini, per i quali ha scritto numerose storie, ma anche dagli adulti che la ricordano per le sue poesie.Una delle più belle ed importanti è la poesia scritta Davanti al quadro di sua madre nella quale si delinea questa figura, unica persona che non le ha mai chiesto nulla e che l’ha cresciuta.Un’altra importante poetessa, quella delineata da Suzana Glavaš, è Else Lasker Schüler. Nata in una famiglia ortodossa-ebraica, ultima di sei figli, rimarrà segnata in giovane età dalla morte dei genitori e del fratello Paul. Si sposerà e divorzierà due volte ed esordirà in pubblico come disegnatrice e pittrice. Esponente dell’espressionismo tedesco, e fondatrice dietro le quinte della prestigiosa rivista “Sturm”, non scriverà mai in ebraico affermando tuttavia che il suo substrato linguistico era l’ebraico e che Gottfried Benn aveva ragione quando la definitiva “poetessa tedesca ed ebrea al contempo”. Predicherà per tutta la vita la pacificazione fra Ebrei, Cristiani e Arabi.A intervallare i richiami alle poetese trattate dalle studiose-poetesse Levine Byron e Glavaš, con una lettura delle poesie di Lea Goldberg, Else Lasker Schüler e Nelly Sachs, a cura di Paola Nasti, si è data voce anche all’opera poetica propria delle due relatrici, con versi sulla loro rispettiva identità femminile universale ed ebraica. Suzana Glavaš ha ricordato in ultimo la poesia “Il monumento alla madre” di Wladyslaw Szlengel, poeta ucciso nell’insurrezione del Ghetto di Varsavia,per rimarcare la forte presenza nella poesia ebraica della figura donnamadre anche nella sua dolorosa assenza.Sullam 75

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