sabato 10 marzo 2012


Appena finita la guerra, mentre ancora si sparava nelle città e nelle campagne, per la Polonia presero a girare degli emissari dalla Palestina, alla ricerca dei bambini ebrei sopravvissuti. A volte i piccoli, soprattutto se bambine, avevano trovato delle famiglie in cui erano beneaccetti o addirittura amati. Ma da queste famiglie dovevano separarsi, dimenticare il polacco e ogni cosa appresa fino a quel momento, restare orfani per una seconda volta, e prepararsi a partire per “Eretz”. Una frammento di storia poco noto e spesso doloroso. Se ne parla anche, fra l’altro, nell’ultimo straordinario romanzo di Nava Semel “E il topo rise”.Laura Quercioli Mincer, slavista http://www.moked.it

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