venerdì 30 novembre 2012
E’ istituzionalmente sconvolgente la scelta di Palazzo Chigi di
rovesciare con una mossa nient’affatto tecnica, ma tutta politica, le scelte di
un parlamento che da vari anni a questa parte ha fatto suo onore e vanto di
essere il migliore amico europeo di Israele, la cui delegazione all’ONU solo
nel luglio del 2011 di fronte a una risoluzione identica ha risposto in modo
opposto a quello attuale, che si è sempre proposto come mediatore di una pace
trattata dalle due parti a un tavolo civile e rispettoso, e a non esporre la
questione della pace a un consesso pieno d’odio contro Israele come è
l’assemblea dell’ONU. Il comunicato di Palazzo Chigi che ieri ha annunciato che
l’Italia in nome della prospettiva di “due Stati per due popoli” e per seguire
una linea europea avre! bbe votato a favore di uno Stato Palestinese
unilateralmente proclamato dall’Assemblea Generale, sembra scritto da un
bambino che ignora l’abc della politica mediorientale, e soprattutto che
scavalca senza remore, nonostante il suo sia un governo tecnico, le scelte
politiche di fondo del Parlamento italiano, che non è mai stato minimamente
consultato.Eppure si sa bene cosa pensa questo Parlamento: esso ha fatto speciali gesti di
amicizia verso Israele pur restando un riferimento per i moderati palestinesi,
e per questo ha conservato una qualità di mediatore che adesso ha perso di
colpo in cambio di niente. Infatti “due Stati per due popoli” non c’entra
niente con questa risoluzione, Israele è fuori, la Palestina avrebbe bisogno
non di doni miliardari come fino ad oggi, ma di un senso di responsabilità
verso i suoi e di un’accettazione di Israele che è proprio il contrario di
quello che succede col regalo di questa risoluzione. Essa non è propalestines!
e, è solo contro Israele. Il nostro Parlamento ha votato rivoluzioni spesso
contrarie all’atteggiamento facilone e colpevolizzante di parte d’Europa: il
Parlamento ha bocciato sia la partecipazione alla Conferenza detta “Durban 2”,
sia la risoluzione del giudice Goldstoine dopo la prima guerra di Gaza, che poi
lui stesso si è rimangiata. Il Parlamento ha un’associazione Italia-Israele di
200 membri, or ora in visita con una delegazione fino sotto le bombe di Hamas.
I rapporti commerciali, culturali, scientifici sono straordinari; durante
l’ultima guerra di fronte alla Camera si è tenuta una manifestazione pro
Israele in cui sono intervenute tutte le parti politiche. Questo ha posto
l’Italia in un ruolo di elite accanto ai paesi più importanti e indipendenti
d’Europa, come la Germania, affrancandola da un atteggiamento gregario verso il
mondo arabo, e molto dubbio verso il mondo ebraico che hanno altri Paesi, come
la Francia e la Spagna. Con loro oggi andiam! o a braccetto incamerati nella
maggioranza automatica islamica, con Ahmadinejad alla testa e con Chavez e
altri eroi terzomondisti a fianco.L’incredibile scelta di Palazzo Chigi, pura prepotenza politica e certo non
tecnica, distrugge le nostre possibilità, fino ad oggi molto buone, di fungere
da mallevadore di una pace vera, di quelle che si fanno fra nemici, seduti a un
tavolo, di quelle che decidono confini sicuri, da cui non si possa sparare
sull’aeroporto Ben Gurion, che obbligano i palestinesi a rinunciare
all’incitamento antisemita e filoterrorista (basta guardare su internet
Palestinian Media Watch),che i giornali e le tv di Abu Mazen dedicano agli
ebrei. Adesso avremo nuovi amici, ne siamo contenti? Siamo lieti della spaccatura con
gli USA, con l’Australia, col Canada, con altri pochi coraggiosi che sanno dire
no alla retorica e che puntano a una vera pace? Qui non ci sarà nessuno Stato,
ma un’entità il cui sogno è solo quello di trascina! re Israele, forte del suo
nuovo ruolo, come annunciato, al Tribunale Internazionale per farne uno stato
canaglia da distruggere. Non ci sarà uno stato anche perché Hamas regna su Gaza
e ha anche vinto le elezioni in tutte le città importanti dell’Autorità
Palestinese: la new entry all’ONU può presto cadere nelle mani di
un’organizzazione terrorista. Monti doveva forse farsi guidare dai suoi
sentimenti democratici di cui non dubito, ma in lui non ha vinto l’ideale. C’è
da capire ancora che cosa l’abbia trascinato verso il fronte anti istituzionale
e ideologico. Chi, che cosa? Bersani con la sua campagna elettorale di sinistra
che non ammette obiezioni da parte di questo governo non eletto? Il Qatar,
appena visitato, che può spargere oro anche sulla nostra boccheggiante
economia? L’Europa? che, quando ci allineiamo, ecco dove ci porta: al peggiore
conformismo, alla rottura delle regole democratiche, all’abbandono dei nostri
alleati, alla spaccatura con gli! Stati Uniti. Il Giornale, 30 novembre 2012 Fiamma Nirenstein
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