venerdì 9 novembre 2012
Poche parole nella vita
di tutti
Le Poste Italiane
emetteranno il 10 novembre un francobollo da 75 centesimi dedicato a
Primo Levi. Chissà quanti tra coloro che lo useranno (il francobollo
sarà commercializzato in quasi tre milioni di esemplari) faranno caso
alle parole iniziali di Se questo è un uomo che si leggono dietro il
ritratto dello scrittore, ma comunque quelle parole entrano
simbolicamente a far parte della vita di tutti. Il rapporto tra
dimensione individuale e collettiva della memoria è stato uno dei
numerosi temi trattati ieri da Mario Barenghi, docente di Letteratura
italiana contemporanea presso l'Università di Milano-Bicocca,
nell’annuale lezione organizzata dal Centro Internazionale di Studi
Primo Levi, dal titolo Perché crediamo a Primo Levi? Da ogni Lezione
Primo Levi (da questa come dalle tre degli anni precedenti) sono uscita
con la gioia stupita di aver scoperto qualcosa di nuovo in testi che
credevo di conoscere perfettamente. Una lezione così ricca di idee,
suggestioni e spunti per ulteriori riflessioni non può essere riassunta
in poche righe. In questo contesto vale la pena di notare, comunque,
che alcune di queste suggestioni potrebbero essere sviluppate
ulteriormente in ambito ebraico: per esempio, quando il prof Barenghi
ha sottolineato la concretezza determinata dall’uso di “questo”
(Considerate se questo è un uomo, Considerate se questa è una donna,
Meditate che questo è stato, Vi comando queste parole) mi è venuta in
mente l’Haggadà di Pesach: “Io faccio questo per quello che il Signore
fece a me quando io uscii dall’Egitto”.Anna
Segre, insegnante, http://www.moked.it/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento