Verso Silicon Wadi/ 1: storia di un successo tutto Israeliano
Grazie a Create Net, il Trentino sta orientandosi sempre più a «Silicon Wadi».Ma in cos'è? E in cosa consiste? Si tratta di un centro tecnologico collocato in Israele, su molti aspetti simile a quello californiano della Silicon Valley. Per
capire l’importanza della Silicon Valley israeliana basta solamente
ricordare che vi è una Start-up ogni 1844 cittadini e abbiamo un livello
di investimenti pari al doppio rispetto agli Stati Uniti e 30 volte
maggiore rispetto a quello medio europeo. Silicon Wadi oggi è capace
di assicurare posti di lavoro per ben 120 mila persone, il 4% della
forza lavoro nazionale, oltre che ad avere un giro di affari che è di
circa 12,6 miliardi di dollari, ovvero il 6,5% del Pil israeliano. L’industria
israeliana, anche grazie all’alta percentuale di laureati, in questi
anni si sta sempre più orientando verso l’internalizzazione pur
mantenendo la sua natura di industria orientata al capitale di rischio. Scelta,
a differenza di altri casi, sempre ben ripagata anche dalla creazione
di numero laboratori di ricerca quali quelli della Microsoft e della
Google. Vi sono ben due elementi fondamentali, oltre a tanti altri,
che determinano il successo delle Start-up in Israele: il primo è
sostanzialmente quello che vede questa porsi come un «Problem Solver»,
ovvero come una nazione orientata a risolvere i problemi con i mezzi a
disposizione; il secondo è la multiculturalità di Israele dovuta dalla
diversa provenienza dei sui abitanti.Ma anche la numerosa presenza di talenti ha permesso la circolazione e l’applicazione di idee.Come nasce il tutto?Il
tutto inizia a crearsi durante gli anni sessanta, con la fondazione di
tre aziende: ECI Telecom, Tadiran e Elron Electronic Industries.
La prima svolge la sua attività, ad oggi, soprattutto per quanto riguarda il campo delle ITC.
La
seconda invece per quanto riguarda il mercato dei IP anche se in
passato ha svolto importanti ricerche per quanto riguarda il settore
delle batterie a litio e infine la terza svolge svariate attività che
arrivano sino al comparto aerospaziale.La crescita di Silicon Wady è avvenuta molto lentamente sino ai primi anni novanta. L’alta
tecnologia israeliana aveva, durante gli anni settanta e ottanta,
concentrato le sue energie nei confronti della ricerca militare, nel
1967 il governo francese aveva imposto un embargo di armi nei loro
confronti, e in quella degli hardware. Per quanto riguarda la
ricerca in ambito militare, sviluppata al fine di essere almeno alla
pari nei confronti delle nazioni ostili confinanti, diede anche dei
ottimi risvolti anche dal punto di vista dell’industria civile.Basti
pensare a Elscint, apparecchio fondamentale per la radiodiagnostica
moderna o agli studi compiuti nel campo delle telecomunicazioni.Durante gli anni ottanta assistiamo comunque a una radicale trasformazione del mercato hitech israeliano. Basti
pensare che in questi anni nascono i primi sistemi che si basano su
software quali ad esempio Microsoft Windows e in Israele, a differenza
di altre nazioni, si capì l’esigenza di dover rinnovare il proprio
mercato. A riguardo è utile ricordare che l’industria informatica è
di gran lunga meno conveniente rispetto a quella dei software. La prima
si basa soprattutto sulla quantità di risorse materiali a disposizioni,
la seconda invece si basa sul capitale umano. La scelta risulta
vincente tanto che in pochi anni, esattamente tra il 1984 e il 1991, le
esportazioni aumentarono da 5 milioni di dollari a 110 milioni.Si
assistette alla nascita di nuove aziende quali: Amdocs (fondata nel 1982
come Informazioni Aurec), Cimatron (fondata nel 1982), Magic Software
Enterprises (fondata nel 1983), Comverse (fondata nel 1983 come Future
Efrat Technologies), Aladdin Knowledge Systems (fondata nel 1985), NICE
Systems (fondata nel 1986), Mercury Interactive (fondata nel 1989) e
Check Point Software Technologies (fondata nel 1993).Michele Soliani http://www.ladigetto.it
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