giovedì 7 febbraio 2013
Ticketless - Il secondo
proverbio di Fery
Le belle vignette che, su
questo portale e su Pagine Ebraiche di febbraio, Emilio Giannelli ha
dedicato a Rita Levi Montalcini mi hanno fatto ritornare in mente un
secondo proverbio yiddish caro a Fölkel. Lo pronunciava in inglese,
perché l’asburgico Fery era anglofilo e il suo esilio avrebbe preferito
consumarlo a Londra, non a Milano: “People faces depend on whom they
are seen with”. Non esiste una bellezza in sé (o una bruttezza). Belli
(o brutti) siamo noi, quando osserviamo il prossimo e cerchiamo di
riprodurne l’immagine su un bloc-notes. Il proverbio risolve alla
radice l’annoso problema della satira, che non è mai giuridico, guai se
lo fosse, né tanto meno religioso. Credo sia sbagliato parlare di
antisemitismo quando una vignetta ci infastidisce. Nel 1982 Forattini,
ieri l’altro Vauro. Non è necessario chiedere il ricorso ad un
tribunale per giudicare. Il problema è politico riguarda l’oggetto
della satira: il graffio di Giannelli riflette sul foglio un animo
pacificato, ma non meno risoluto; quello di Vauro uno stato d’animo
rancoroso e aggressivo, ma privo del coraggio che hanno dimostrato, ad
esempio, qualche mese fa, i disegnatori del settimanale Charlie Hebdo.
Vauro in tv ogni settimana pensa che basti prendersela con Formigoni o
la Bindi per criticare il fondamentalismo religioso. Sull’integralismo
islamico tace. Non si può dargli torto. Quanto al lato estetico,
evidentemente, i personaggi da lui ritratti possono dormire tranquilli
e potrebbero evitare di agitarsi. “People faces depend on whom they are
seen with”.Alberto Cavaglion.http://www.moked.it
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