venerdì 16 aprile 2010



Gabriella Shalev

L'Organizzazione delle Nazioni Unite viene spesso percepita come un luogo dove una maggioranza pre-stabilita di paesi non democratici approva regolarmente sbilanciate e offensive mozioni contro Israele. Da ciò in Israele è nato un senso di disagio nei confronti dell'ONU e della sua capacità di guidare iniziative equilibrate e promotrici della pace in Medio Oriente. Ma questa settimana è avvenuto un fatto davvero insolito. La delegazione israeliana, guidata dall'ambasciatrice Gabriella Shalev e dall'ambasciatore Dani Carmon, è stata eletta alla presidenza della quarantatreesima Sessione della Commissione dell'ONU per la Popolazione e lo Sviluppo. La riunione tratta quest'anno dei problemi della sanità e dello sforzo per diminuire la mortalità e assicurare condizioni di vita più confortevoli ed egualitarie alla popolazione del globo terrestre. A parte il seggio vuoto del delegato iraniano che, secondo l'ordine alfabetico, figurava accanto al delegato israeliano, questa è una rara occasione in cui si è parlato dei problemi del mondo contemporaneo seriamente e senza pagare un eccessivo pedaggio agli slogan fissi della polemica politica. Israele si è presentata con buone credenziali con la sua comprovata capacità nella promozione sanitaria di popolazioni locali o immigrate caratterizzate da condizioni socioeconomiche e culturali difficili. In questi giorni all'ONU, lo stato israeliano ha potuto essere apprezzato, per una volta, anche da molti paesi che solitamente lo criticano. http://www.moked.it/ Sergio Della Pergola,Università Ebraica di Gerusalemme

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