venerdì 18 giugno 2010
Haifa
Con Ankara abbiamo perso un alleato importante
[…] La Turchia è entrata nella Nato nel 1952 e in questi anni ha lavorato per diventare un membro effettivo dell'Unione Europea, obiettivo che non è venuto meno con l'arrivo di Erdogan al potere. In questo ambito il governo turco ha portato avanti numerose riforme e in questo contesto ha sviluppato legami profondi, sia di tipo economico che militare, con Israele. Così la Turchia ha giocato le proprie carte in Medio Oriente, ha potuto per esempio contenere la vicina Siria e farsi consegnare il leader del Pkk Abdullah Òcalan. La speranza di ricevere finalmente la cittadinanza europea è diffusa fra la gente per le strade di Istanbul, ma si avverte anche la frustrazione per quello che di fatto è visto come il continuo rifiuto da parte dell'Europa nei confronti dei turchi. La Turchia sembra aver iniziato ad alzare la voce e a voler far capire quanto pesi. Erdogan ha iniziato a dare segnali: le critiche a Israele, le provocazioni, ma anche un progressivo avvicinamento all'Iran. All'Onu Ankara si è appena opposta all'aumento delle sanzioni a Teheran per il nucleare. Forse siamo a un punto di non ritorno.Yasha Reibman, Tempi, 17 giugno 2010
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