mercoledì 16 giugno 2010


Acco

Botta e risposta con la Stampa Estera

A proposito dell’articolo sull’Associazione della Stampa Estera, pubblicato sul vostro giornale sabato 12 giugno, vorrei correggere alcune inesattezze. Innanzitutto il titolo insinua che ci sarebbe da parte nostra una posizione a favore del collega iraniano e a spese del collega israeliano, come se la provenienza di un socio avesse importanza nel giudizio su eventuali sospensioni. Una follia totale. Secondo, il collega israeliano da voi nominato non è mai stato espulso dall’Associazione della Stampa Estera, bensì sospeso. Il motivo di questa decisione è stato il suo persistere in una prassi – quella di inviare ad alcuni ministeri lettere relative ad altri soci – ritenuta sleale nei confronti dei colleghi. In un secondo tempo, è stato il collega stesso a decidere di andare via definitivamente dall’Associazione della Stampa Estera. Terzo, per quanto riguarda la vicenda della giornalista francese, la sua espulsione è stata decisa dalla grande maggioranza dei soci riuniti in Assemblea, certamente non perché aveva appeso una lettera in bacheca – figuriamoci! – ma perché si è ritenuto che avesse ripetutamente violato, nel corso degli anni, le regole di una convivenza pacifica all’interno dell’Assocazione. Quarto, il motivo dell’esistenza dell’Associazione della Stampa Estera mi sembra molto evidente. Organizziamo regolarmente eventi e invitiamo personalità di ogni settore della società, consentendo così ai giornalisti della stampa estera di svolgere al meglio il loro lavoro. Per questo abbiamo circa 400 soci a Roma e 100 a Milano. Non a caso, di recente giornalisti di diverse testate importanti, come The Wall Street Journal e Der Spiegel, si sono iscritti da noi.
Maarten van Aalderen Presidente Associazione Stampa Estera
* * *
Gentile presidente, restiamo ai fatti. Il giornalista iraniano Hamid Masoumi, sotto inchiesta per traffico d’armi e spionaggio ai danni dell’Italia, è ancora membro della Stampa Estera. Non è stato neppure sospeso in attesa del processo. Invece il giornalista israeliano Menachem Gantz, di cui è nota la professionalità e che proprio alla Stampa Estera si rese protagonista di una coraggiosa sfida all’allora ministro degli Esteri di Saddam Hussein, Tariq Aziz, è stato sospeso soltanto per aver pubblicamente criticato la gestione dell’Associazione. E’ un po’ comico accusare Gantz di mancanza di lealtà per aver scritto una lettera, quando i giudici di Milano incriminano uno dei vostri membri, corrispondente dall’Italia di un regime genocida, antisemita e sotto sanzioni Onu. Per quanto riguarda la reporter francese Ariel Dumont, i fatti per adesso dicono che la Stampa Estera è stata condannata dal tribunale di Roma, evidenziando nel suo giudizio che l’Associazione aveva violato i diritti della giornalista garantiti dalla Costituzione italiana.
Giulio Meotti, FOGLIO 15/06/2010,

Nessun commento: