lunedì 14 giugno 2010


Mar Morto

Per gli Ebrei francesi la stampa nazionale è troppo ostile a Israele

Parigi, 12 giu - Un'inchiesta del settimanale Journal du Dimanche (Jdd), pubblicata alla vigilia del voto per l'elezione del presidente del Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche francesi rivela che gli ebrei di Francia giudicano la stampa nazionale transalpina troppo ostile a Israele, e preferiscono informarsi con i giornali comunitari o, sempre più spesso, via Internet. "I palestinesi hanno tutti i media a proprio favore" lamenta Raphael, ebreo parigino di origini tunisine, che confessa di aver ormai smesso di comperare i giornali, deluso dal loro comportamento nei confronti di Israele. Le critiche non risparmiano nemmeno quotidiani popolari come Le Parisien, foglio locale della capitale francese ricco di cronaca e povero di riflessioni politiche. Il suo racconto dei recenti eventi a Gaza, dichiara delusa la pensionata Simone Bismuth, da anni affezionata lettrice, "é stato troppo emotivo e passionale", privo di "informazioni precise, per esempio sul diritto internazionale in materia marittima". "Hanno l'impressione di essere tralasciati dai media francesi - spiega sempre al Jdd il sociologo Erik Cohen - Non si sentono rappresentati. Allora, da un momento all'altro, li abbandonano". Scegliendo piuttosto i giornali editi dalla stessa comunità ebraica, oppure, in misura crescente, i siti Internet filo-israeliani francofoni. Come JssNews, webzine creata alla fine del 2008 il cui fondatore, Jonathan-Simon Sellem, nella presentazione si dice "irritato dalle banalità" che si dicono su Israele e il mondo ebraico. O Aschkel.info, con una homepage ornata dalla bandiera israeliana, che si dà come obiettivo di "lottare contro l'informazione che disinforma e la disinformazione che informa". "C'é una forte irritazione nella comunità ebraica - dichiara David Saada, presidente del Fondo sociale ebraico - a causa dell'attaccamento emotivo molto forte a Israele, che non é il mostro militarista che presentano i media. I soldati di Tsahal sono spesso parenti, persone di famiglia. Quando gli ebrei sentono nella manifestazioni 'Morte a Israele' o 'Israele assassino' accettano ovviamente meno le critiche".

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