domenica 13 giugno 2010


Omofobia gay. Israele esclusa dal Gay Pride Parade di Madrid

Io spero ci ripensino, perché escludere qualcuno o qualche organizzazione lgbtq da un Gay Pride è orrendo, sa di arcigna, stupida politica, peggio: di discriminazione tra discriminati. Suona greve l’esclusione da parte degli organizzatori del Gay Pride di Madrid, della delegazione israeliana che desiderava partecipare con un loro autobus alla manifestazione pubblica. “Indesiderati” è stato il timbro di respingimento. A causa di cosa? Non si sa. Forse per l’orrendo attacco alla Freedom Flotilla? Che diavolo c’entra con il Gay Pride e con gli omosessuali israeliani? Forse perché i palestinesi, a differenza degli israeliani usano politiche di difesa verso gli omosessuali? Risulta il contrario. E allora perché? Che si tratti di omofobia infarcita di blanda politica?Successe pure qualche anno fa, al Gay Pride meneghino che alcuni Radicali sfilarono con bandiere on la stella di David, incassando improperi e violenze verbali da alcuni stupidi che pensavano il Pride come a una manifestazione schierata politicamente. Lo è diventata la manifestazione di Madrid? Allora qualcosa va ricordato, senza dimenticare le ingiuste sofferenze dei palestinesi e la politica sbagliata del governo israeliano. Va ricordato che molti giovani palestinesi fuggono dalle loro famiglie e dalla loro terra a causa proprio della loro omosessualità. Si rifugiano clandestinamente in Israele dove l’omosessualità non è reato e gode di benefici sociali.Se presi dalla polizia (molti si prostituiscono per vivere), se non hanno alcuna protezione, nessuno che li salvi, vengono rispediti in Palestina. Lì, la polizia li prende in consegna e li butta in galera. Molti di loro vengono accusati di spionaggio e fatti marcire in carcere se non li aspetta una pena di morte. Qualche anno fa, Abu Odai, coordinatore capo delle brigate ‘Martiri di Al Aqsa’, pungolò Israele per l’apertura che lo Stato ha verso le persone omosessuali, anche in seno all’esercito.Di esempi simili ce ne sono tantissimi tanto per far capire come stanno le cose; tanto per cercare di capire il perché di quella “Indesiderabilità” di gay israeliani al Gay Pride di Madrid. Spiace che accadano cose del genere; spiace che omosessuali avversino altri omosessuali perché hanno una bandiera che non piace o perché, improvvisamente, diventano l’espiazione della politica del loro governo. Andando così, noi italiani non potremmo partecipare ad alcuna manifestazione internazionale a marchio lgbtq, vista la politica parecchio omofoba del nostro governo.Ci si rende conto di cosa si fa, escludendo gli uni o gli altri a seconda dell’origine del loro paese? Il nome è uno: omofobia omosessuale. Suona orrenda, vero? Ci sono una frotta di arabi gay che vivono in Israele, a casa del loro compagno omosessuale israeliano. Lo Stato protegge entrambi. Le cronache suggeriscono che c’è un bel dieci per cento di palestinesi omosessuali che vivono in Israele, protetti dai loro compagni, dalle organizzazioni lgbtq, dallo Stato. Di che si possono accusare gli israeliani dal punto di vista di vita e di difesa omosessuale? Di nulla.Molti di noi vanno in vacanza a Tel Aviv, scoprendo una città accogliente e trovando una vita parecchio effervescente sul versante gay. Uno stato perennemente in guerra ha avuto il tempo e la ragione di occuparsi anche dei diritti dei suoi cittadini lgbtq e di proteggere e accogliere ragazzi e ragazze perseguitate in Palestina per omosessualità. Di che parlano gli organizzatori madrileni del Gay Pride?11 giugno 2010 http://www.queerblog.it/

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