mercoledì 16 aprile 2008


deserto del Neghev


"2012 La Shoah nel pianto di un bambino"

di Rinaldo Boggiani

Edizioni Associate € 11

E’ difficile trovare le parole adatte per descrivere il male assoluto, la Shoah, quell’immenso crimine del quale si è macchiato una parte del genere umano: uomini che lo hanno perpetrato materialmente ed altri che hanno taciuto e consentito che l’indifferenza prendesse il posto della ragione.
Ma tacere non è possibile: è solo attraverso il ricordo che quelle persone, spazzate via da una ferocia inaudita, continuano a vivere nella nostra memoria.
Rinaldo Baggiani sente prepotente il bisogno di scrivere, di rivivere e far rivivere. “Perché niente possa essere dimenticato. Perché nessuno possa essere perdonato se dimentica”

Da questo impegno, da questa profonda esigenza nasce “2012 La Shoah nel pianto di un bambino”. Un libro originale che è difficile catalogare in una struttura narrativa definita: non è un romanzo, non è un saggio, non è una composizione poetica ma di ciascuno di essi ha le caratteristiche più salienti.
Con garbo narrativo e uno stile aulico, con sfumature oniriche, l’autore ci conduce in quell’inferno che sono stati i campi di sterminio nei quali milioni di persone hanno perso la vita e fra essi tantissimi bambini.
Proprio su quelle piccole vittime innocenti strappate alle cure e all’affetto dei loro familiari, l’autore concentra il suo sguardo attento e partecipe, partecipe di un dolore che scava in profondità, che toglie il respiro.
Rinaldo Baggiani dà voce ai bambini, lascia che siano loro a descrivere la sofferenza dei loro cuori, l’orrore di cui sono testimoni: “Mamma e papà divorati da umani. Mamma e papà umiliati dai cani. Per noi il mondo si era capovolto”.
E ancora è l’indifferenza che colpisce lo scrittore e sulla quale si sofferma con parole accorate.
….” I pianti dei bimbi salivano al cielo ma il cielo era sordo al pianto dei giusti. Bussavano alla porta di amici vicini la porta si chiuse per paura e sospetto”.
I capitoli brevi, le frasi dure come sferzate incidono la mente, colpiscono il cuore. “Venni strappato all’ultimo abbraccio e buttato nel fuoco perché non servivo”
In questo bel libro non ci sono date, non sono riportati i nomi di luoghi o persone perché l’autore ricorda che quell’immenso crimine potrebbe ripetersi a causa dell’indifferenza e dell’intolleranza verso il diverso che pervadono il genere umano e si insinuano come un veleno anche nelle menti più illuminate.
Ecco perché è importante leggere questo libro: per non dimenticare mai cosa è successo, per “opporsi anche alle più semplici forme di critica verso chi è diverso” nella consapevolezza che se il ricordo cede il posto all’oblio “il fuoco ritorna”.

Giorgia Greco

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