
martedì 1 maggio 2012
Varsavia 1943, la rivolta del Ghetto minuto per minuto
Tradotto il resoconto scritto subito dopo la guerra dal vice comandante degli insorti Marek Edelman

http://www3.lastampa.it/
Etichette:
L'angolo della lettura
Tea
for Two - Il minotauro di Tammuz

Etichette:
L'angolo della lettura
Voci di donne nel dibattito ebraico
“Questo
appuntamento rappresenta una grande occasione di confronto. La
sovrapposizione del Moked e della Festa del Libro ebraico di Ferrara ha
costituito un errore che ne ha penalizzato la possibilità di
partecipazione”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna è intervenuto alla serata di inaugurazione
ufficiale della tre giorni all’insegna di approfondimento e famiglie
organizzate dal Dipartimento educazione e cultura dell’UCEI a Milano
Marittima. “Protagoniste o comparse? Il ruolo della donna nel mondo
ebraico di oggi” il tema al centro di un dibattito che sta proseguendo
nei giorni intenso e partecipato. E proprio una donna ha ricevuto il
Premio Cultura Ebraica 5772: Moria Maknouz, insegnante della Scuola
dell’Infanzia della Comunità di Milano e coordinatrice del progetto
Revivim, che negli ultimi anni ha offerto una serie di corsi di
ebraismo a 360 gradi e per tutti i background. “Con questo
riconoscimento vogliamo premiare l’impegno per la diffusione della
cultura ebraica nelle nostre Comunità - ha spiegato il responsabile
della manifestazione, il direttore del Dec rav Roberto Della Rocca -
Revivim ha fatto un lavoro importantissimo, contribuendo a sfatare il
mito che gli studi ebraici rappresentino qualcosa che deve essere
riservato solo a una piccola parte della Comunità”.La serata è
proseguita con il talk show “Tutte le sfumature del rosa” condotto da
Daniel Fishman, aperto da un intervento a sorpresa, quello della moglie
del rabbino capo ashkenazita di Israele, la rabanìt Metzger, in
collegamento via Skype da Gerusalemme insieme a Milly Arbib “Uomini e
donne si completano a vicenda, ciascuno compiendo i suoi doveri - ha
spiegato la rabanit - L’uomo non vale più della donna, anzi, per la
donna sono previste meno mitzvot perché è considerata più completa, più
vicina al Cielo”. Sul palco Yarona Pinhas, studiosa di mistica ebraica,
Daniela Ovadia, giornalista scientifica, Anna Segre professoressa
torinese e animatrice del giornale HaKeillah, l’artista londinese
Jacqueline Nicholls e la giornalista israeliana Bambi Sheleg, hanno
dato vita a un confronto sul proprio modo di vivere l’ebraismo in
quanto donne e di diverso background. Un confronto che ha toccato i
risvolti più delicati, dal significato dell’esclusione della donna dal
minyan alla discussione di alcuni tra i più problematici passaggi della
Torah che fanno riferimento al ruolo delle donne nella comunità. Con un
punto condiviso da tutte e riaffermato dal rav Della Rocca:
l’importanza dello studio e della conoscenza, come punto di partenza
fondamentale per qualsiasi discussione e comprensione della legge
ebraica.Rossella Tercatin - twitter @rtercatinmoked http://www.moked.it/
Etichette:
Cultura
Gran Bretagna: «Sì al velo islamico, no alla croce cristiana»
Il governo inglese si
era già schierato dalla parte dei datori di lavoro che vogliono vietare
ai propri impiegati di indossare simboli religiosi. Ora, però, la Gran
Bretagna si è spinta oltre, discriminando la libertà di espressione di
alcune confessioni.Il fulcro della relazione che la Gran Bretagna ha portato
davanti alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, sul caso di due
donne licenziate perché portavano la croce al collo, dice – in sostanza
– che a rimetterci deve essere la religione cristiana, proprio grazie
al suo carattere liberale. Mentre quella musulmana deve essere
rispettata per via delle norme che vincolano i suoi fedeli. Per il
governo, insomma, le croci si possono vietare, mentre il velo e il
turbante no.Le due vittime, Nadia Eweida e Shirley Chaplin, furono
licenziate nel 2006 e, in seguito, persero il ricorso presentato
davanti ai tribunali inglesi. La prima donna fu licenziata dalla British
Airways perché si rifiutò di togliere la croce che portava al collo
che, a parere dei dirigenti dell’azienda, rovinava la divisa della
compagnia. La seconda fu esclusa dal reparto di un ospedale statale in
cui lavorava da 30 anni per non aver accettato di nascondere la
catenina.Neil Addison, avvocato del Thomas More Legal Centre
(per la difesa delle vittime di discriminazioni religiose), ha
sottolineato che le motivazioni del governo inglese si spostano sempre
più in là: «Non si vietano più simboli religiosi in generale, ma si
proibisce di portare simboli cristiani in pubblico per il fatto che non
sono obbligatori. Diversamente dal velo o dal turbante islamici che,
invece, devo essere accettati perché imposti dal credo musulmano. Questo
significa privilegiare alcune religioni rispetto ad altre». Tale
decisione, ha continuato Addison, è ancor più grave dal momento che
«mina le fondamenta di uno Stato laico, lasciando che la giustizia
prenda decisioni su basi religiose e teologiche per dire cosa sia
obbligatorio o meno».I media europei non hanno parlato della vicenda. A
dare, invece, ampio risalto alle nuove motivazioni legali è stata la
televisione russa, che ha paragonato le misure inglesi a quelle
sovietiche: «Un grande errore viene fatto oggi dall’Occidente liberale
che impone alle persone libere le misure che ci imposero i regimi
totalitari. (…) Non sanno cosa significa la persecuzione religiosa. È un
segno di follia preoccupante quando norme di questo tipo non solo
vengono introdotte, ma addirittura discusse come ragionevoli. Che c’è,
infatti, di violento nel portare una croce al collo? Chi e cosa si può
danneggiare? Perché si possono portare amuleti, veli o turbanti e non
indossare simboli d’amore?»Twitter: @frigeriobenedet http://www.tempi.it/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Lettera del Presidente Giorgio Napolitano
"La ricorrenza di Yom Ha'Atzmaut è una gradita
occasione per formulare, a nome del popolo italiano e mio personale, i più
sinceri auguri di pace e prosperità per l'amico popolo israeliano". È
quanto scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio
inviato al Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres."I profondi rivolgimenti intervenuti nell'area
mediterranea e nel Medio Oriente presentano, - continua Napolitano – oltre che
incertezze e rischi, importanti opportunità di dialogo e di sviluppo in tutta
la regione. Israele è oggi chiamato a compiere quei passi decisivi per
riavviare il processo di pace che ella da sempre sostiene con coraggio e
determinazione, raggiungendo l'obiettivo di due Stati che convivano fianco a
fianco, in pace e sicurezza"."Il suo Paese – sottolinea Napolitano – può dare un
contributo fondamentale alla stabilità di tutta la regione. L'Italia – assicura
– non farà mancare il proprio convinto apporto in tale direzione. In questo
spirito di profonda amicizia, di cui il terzo vertice bilaterale di ottobre
costituirà ulteriore conferma, - conclude il Presidente – formulo i migliori
voti di benessere per la sua persona e per tutto il suo popolo". (aise) Comitato degli Italiani Residenti all'Estero (Comites)
Etichette:
Abbiamo scelto.....
La realtà di Israele
Mi
è capitato di venire in Israele la settimana appena conclusa, quella
che comprendeva Iom Hazicharon, dedicata al ricordo dei caduti delle
guerre sostenute da Israele e del terrorismo, e subito dopo Iom
Haatzmaut, la festa dell'indipendenza. Non voglio raccontare qui le mie
emozioni personali, che sono facilmente immaginabili, perché condivise
da quasi ogni ebreo italiano che abbia fatto un'esperienza analoga:
commozione, tristezza, entusiasmo, gioia. Mi sembra più significativo
cercare di riflettere su due impressioni forti che ho ricevuto dai
comportamenti che vedevo e dai discorsi delle persone con cui ho
parlato. La prima è la partecipazione e la solidarietà. Le feste
nazionali nella maggior parte dei paesi europei e anche in Italia sono
state abolite da tempo, come il nostro 4 novembre, o sono rimaste quasi
solo occasione di vacanza, senza partecipazione collettiva, se non
eventualmente di parte. Hanno perso cioè, salvo forse il 25 aprile, la
funzione mobilitante e memoriale che è caratteristica della festa, quel
ruolo di “monumenti del tempo” che la rivoluzione francese reinventò a
partire dalla tradizione religiosa. In Israele non è così. Nonostante
tutti i discorsi che si fanno e sono certamente ben fondati, sulla
frammentazione della società israeliana in settori che si parlano poco
e nonostante l'allontanamento dalla militanza sionista delle origini
perseguito sistematicamente da intellettuali e governi di sinistra
negli ultimi decenni sui media, nella politica e nella scuola,
l'impressione della partecipazione collettiva, dell'esistenza di un
soggetto comune, ci una passione patriottica largamente condivisa, è
assolutamente dominante. Le bandiere nazionali su macchine e edifici,
il silenzio e l'immobilità in risposta all'appello della sirena che
chiama due volte per Iom Hazicharon alla meditazione, la partecipazione
larghissima e piena di allegria alla festa dell'indipendenza: tutto
parla di un paese che non dimentica affatto la sua identità e anzi vi
partecipa appassionatamente. Questa impressione coincide con i dati dei
sondaggi: il quotidiano più diffuso del paese “Israel Haiom”
ne ha pubblicato l'altro giorno uno da cui si deduce che il 93% dei
cittadini sono fieri di essere israeliani l'80 per cento non vivrebbe
altrove, il 73 per cento pensa che Israele sia il paese dove si vive
meglio.Si può partire di qui per cogliere l'altro aspetto che mi
ha molto colpito. Nonostante tutte le minacce che ci preoccupano e di
cui parliamo spesso, Israele appare al visitatore come un paese molto
sereno, per nulla teso. Ormai sono veramente rari i locali pubblici
protetti da una vigilanza serrata con scanner e perquisizioni, che
erano diffusi dappertutto fino a qualche tempo fa. Anche entrando in
qualche villaggio oltre la linea verde o percorrendo le strade di
Giudea e Samaria, i check point sono piuttosto rilassati e l'atmosfera
che si respira è di sicurezza. Il paese non appare concentrato sulla
propria autodifesa, ma sullo sviluppo economico scientifico e
culturale; l'economia non risente della crisi mondiale, i musei nuovi o
rinnovati abbondano e sono molto frequentati, il clima è sereno e
rilassato. Sono rari i posti nel mondo che danno oggi questa
impressione. Ci si interroga naturalmente sulle ragioni di questa
situazione, e le risposte possono essere molte (investimenti di lungo
periodo sull'istruzione e l'economia, scelte di liberalizzazione,
sviluppo tecnologico, soluzioni efficaci di sicurezza come la barriera,
un governo che nonostante tutte le diffamazioni è il migliore da
decenni a questa parte).Ma è più interessante forse chiedersi
perché ci sorprendiamo. I fatti che ho descritto non sono nuovi, fanno
parte di un'ondata che dura da parecchi anni, diciamo dalla sconfitta
dell'ondata terrorista voluta da Arafat sotto il nome di seconda
intifada. In realtà siamo tutti, anche chi sostiene Israele, accecati
da una copertura giornalistica assolutamente scorretta, che cerca ogni
pretesto per dipingere Israele per quel che non è, non solo un paese
“occupante” o “di apartheid”, la cui democrazia sarebbe “in pericolo”,
ma anche un luogo teso e rischioso. Chi si preoccupa di Israele e lo
difende, rifiuta naturalmente le accuse più palesemente ideologiche e
diffamatorie, ma spesso non riesce a evitare il condizionamento di
rappresentazioni che ingigantiscono ogni incidente anche minimo e per
esempio corre dietro a pseudoeventi creati appositamente per fini
propagandistici, come la “flottiglia” dell'anno scorso, le
manifestazioni sporadicamente organizzate dalle organizzazioni
palestinesi e dai governi arabi degli ultimi mesi, con pochissima
partecipazione, e le fly-tiglie, che hanno coinvolto poche decine di
persone, sono state gestite facilmente dalla sicurezza e non hanno
inciso minimamente sulla vita del paese. Certo, se il progetto di una
villetta in un paese della Giudea viene descritto con toni assai più
accesi delle decine di vittime civili prodotte in Siria ogni giorno, è
difficile sottrarsi all'illusione di una guerra in atto. E però
quest'impressione è falsa, gli appelli a rompere la quiete per la
“resistenza popolare” sono sistematicamente caduti nel vuoto. Anche la
popolazione araba preferisce lo status quo ed è contenta del suo
progresso economico. Questo non significa ovviamente che il terrorismo
sia finito per sempre (nuovi tentativi vengono sventati
quotidianamente) né tanto meno che il pericolo iraniano sia scomparso.
Ma l'Israele che si può vedere oggi è tutt'altra cosa da quel che
raccontano i giornali italiani. E giustamente chi li legge qui si
indigna.Ugo
Volli - twitter @UgoVolli. http://www.moked.it/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Al partigiano Rinaldo Laudi la medaglia d’oro al valore civile
Nei giorni scorsi si è ricordata la medaglia d’oro al valore civile
che il Capo dello Stato consegnò nel 1964 all’Unione della Comunità
Ebraiche Italiane.Quest’anno, il 24 aprile, alla vigilia della Festa della Liberazione, il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato la
medesima onorificenza ad un valoroso combattente e partigiano ebreo, il
medico torinese Rinaldo Laudi.Nato a Torino nel 1908, Rinaldo Laudi si si laureò a pieni voti in
medicina e chirurgia nel novembre del 1931 e si specializzò poi col
massimo dei voti e lode in chirurgia. Partecipò come ufficiale medico
alla campagna d’Africa orientale e a Mogadiscio fondò un piccolo
ospedale per i locali. In quanto ebreo, nel 1938 fu espulso
dall’ospedale Mauriziano di Torino; in seguito fu accolto a Piacenza
nella clinica privata del prof. Arnaldo Vecchi che gli fu sempre vicino
fino alla fine.Nel gennaio del ‘44 Laudi si unì ai partigiani di Giustizia e
Libertà. Con il nome di battaglia “Dino” assunse la direzione dei
Servizi sanitari della I Divisione Piacenza. Esattamente un anno
dopo, nel corso di un rastrellamento fu catturato ed incarcerato a
Piacenza e il 25 gennaio prelevato dal carcere con altri partigiani. Di
lui non si seppe più nulla.Sulla base al decreto del 2 gennaio 1958 la medaglia d’oro al valore
civile viene assegnata come premio per “atti di eccezionale coraggio che
manifestano preclara virtù civica” segnalandone “gli autori come degni
di pubblico onore”.Nella motivazione che accompagna l’assegnazione della medaglia d’oro a Rinaldo Laudi si legge: “Medico
di origine ebraica, di elevate qualità umane e civili, nel corso
dell’ultimo conflitto mondiale si prodigò, con eccezionale coraggio e
incurante del grave rischio personale, nella generosa ed infaticabile
opera di assistenza e cura dei civili, militari e partigiani in
condizioni estremamente disagiate, in ospedali e casolari di montagna
piacentini. Catturato dai nazifascisti mentre prestava soccorso ad un
partigiano ferito, veniva rinchiuso nelle carceri di Piacenza e
successivamente prelevato e barbaramente ucciso. Mirabile esempio di
umana solidarietà e di altissima dignità morale, spinte fino all’estremo
sacrificio. 1944/1945 – Piacenza.In assenza di eredi diretti, la medaglia a Laudi è stata consegnata
alla città di Torino. Il premio è stato ritirato dall’assessore Spinosa.Alla cerimonia al Quirinale erano presenti le due nipoti, Bruna e
Luciana Laudi, alle quali va il merito di aver ricordato pubblicamente
la figura e il sacrificio compiuto dallo zio, combattente ebreo per la
libertà dell’Italia.Nella foto: Giorgio Napolitano e Luciana Laudi con il nipote. http://www.mosaico-cem.it/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
domenica 29 aprile 2012
Earth Day – In Israele carta riciclata e luci spente
Luci spente ieri sera alle otto in oltre venti città israeliane in
occasione dell’Earth Day, la Giornata della Terra, dalla Città vecchia
di Gerusalemme ai grattacieli di Tel Aviv. L’appuntamento per
sensibilizzare l’opinione pubblica e i leader mondiali alla protezione
dell’ambiente, inventata 42 anni fa dal senatore americano Gaylord
Nelson è oggi una delle ricorrenze più celebrate del mondo, con eventi
in oltre 180 paesi e la partecipazione stimata a un miliardo di persone.
Non soltanto luci spente, ma anche tante altre iniziative in Israele:
concerti, gruppi di volontari a pulire le spiagge, lezioni del ministro
della protezione ambientale Gilad Erdan nei licei “L’educazione
ambientale è educazione ai valori sionisti, che mette le nuove
generazioni in contatto con l’ambiente in cui vivono e le spinge a
pensare e agire per il futuro”. Anche al Kotel sono stati distribuiti
foglietti di carta riciclata per scrivere i bigliettini che si infilano
tra le pietre millenarie del muro. L’Earth Day è stata un’occasione per
fare il punto sullo stato dell’arte della protezione ambientale nel
paese, evidenziandone luci e ombre. Diversi progetti del Ministero
dell’Ambiente stanno incontrando grosse difficoltà, come la legge che
obbliga le industrie a utilizzare, per gli imballaggi dei prodotti,
almeno una certa percentuale di materiale riciclabile, e il
miglioramento delle reti del trasporto pubblico per disincentivare l’uso
delle automobili, che in Israele sono una delle cause principali di
inquinamento dell’aria. Anche il sistema generale di raccolta
differenziata non decolla. Eppure non mancano i segnali positivi: il
riciclo delle bottiglie di plastica, il primo progetto di smistamento
dei rifiuti promosso in Israele, ha raggiunto il 72 per cento. Il mese
scorso un serbatoio di ammoniaca è stato rimosso dall’area della Baia di
Haifa. E la Knesset ha approvato una legge che obbliga le industrie ad
adottare gli standard dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico) in materia di report sull’impatto ambientale. In
un’intervista al quotidiano israeliano Maariv, Erdan si è detto conscio
del fatto che ci sono tanti settori in cui Israele deve migliorare molto
“Ma penso che la consapevolezza dei problemi stia aumentando – ha
concluso – Siamo sulla buona strada”. Rossella Tercatin – twitter @rtercatinmoked, http://moked.it
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Francobolli: 20 pezzi da collezione battuti a 324'000 fr
In
un asta tenutasi oggi a Zurigo un collezionista si è aggiudicato per un
ammontare di 324'000 franchi una ventina di esemplari del francobollo
ginevrino intitolato "Le grand aigle vert", risalente al 1846. Un
esemplare doppio della celebre "Colomba di Basilea", vecchio du quasi
170 anni, è stato battuto a 150'000 franchi. L'incasso sarà devoluto a
una fondazione per un villaggio destinato all'infanzia, in Israele.http://www.ticinonews.ch/
Etichette:
Curiosità
Yedioth Ahronoth: Hezbollah si sta dotando di droni contro Israele
Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha
riportato oggi la notizia secondo cui Hezbollah si starebbe dotando di
diversi piccoli aerei senza pilota – droni -, in vista di una guerra
contro Israele.Secondo il giornale ebraico, il “Partito di Dio” sta lavorando per
acquisire una grande fornitura di droni “da utilizzare per attaccare
Israele nel caso questi decida di colpire l’Iran”.E ha aggiunto che Hezbollah riceve droni dalle industrie aeronautiche
iraniane, e che alcuni di questi aeromobili sono in grado di trasportare
decine di chilogrammi di esplosivo.Secondo il quotidiano, fonti della sicurezza israeliana, per timore che, in caso di guerra, Hezbollah faccia partire diversi
di questi droni e li faccia esplodere contro obiettivi israeliani,
hanno confermato che l’aviazione da guerra israeliana “sta facendo
sforzi per affrontare questa crescente minaccia”.http://www.infopal.it/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Valentina Monetta prosegue il giro d’Europa
Mentre sul fronte italiano a quanto pare non ci saranno tappe straniere (la delegazione Rai partirà per Baku l’11 maggio e Nina Zilli fino al prossimo 5 maggio sarà impegnata con il suo tour italiano), la rappresentante di San Marino Valentina Monetta
prosegue il suo giro d’Europa. Dopo Amsterdam sarà di scena
all’Eurovision party di Londra. Domani si esibirà allo Shadow Lounge di
Brewer Street a Soho. San Marino sarà uno degli 8 paesi presenti all’
evento e canterà dopo Slovenia, Lituania, Portugallo, Ungheria, la
Francia di e prima dei campioni in carica dell’Azerbaigian e della
Macedonia.Accanto a Valentina Monetta, come già ad Amsterdam, ci saranno Vera Klima e Alexandra Sieber,
due dei cinque coristi che saranno sul palco di Baku il 22 Maggio, data
della prima semifinale. Tre i brani in programma: esordirà con “Facebook Uh Oh Oh“, a seguire “Una giornata bellissima“, tratta dal primo album di Valentina Monetta “Il mio gioco preferito” e per finire “The Social Network Song”, il brano in concorso.Dopo Londra volo intercontinentale per
Tel Aviv. Il primo Maggio i fan israeliani potranno vederla ospite nel
news program Tzinor Layla in onda su Channel 10 alle 14.30 (http://www.nana10.co.il/)
ed in serata nel pubblico di Tribute to Eurovision a Gerusalemme. Nella
mattinata del 2 maggio infine l’incontro con gli Izabo che
rappresenteranno Israele e che canteranno decimi, proprio prima di San
Marino. In serata bagno di folla nella club sede del fanclub israeliano
della rassegna.video:http://www.eurofestival.ws/2012/04/28/valentina-monetta-prosegue-il-giro-deuropa/#
Etichette:
Curiosità
Marocco: stampa, governo islamico e' il piu' aperto verso Israele
(Aki) - Nei primi mesi di vita il governo del premier islamico
AbdeliIlah Benkirane ha smentito le previsioni, dimostrando di essere
piu' aperto dei suoi predecessori nei confronti di Israele. Secondo
quanto si legge in un editoriale del sito marocchino 'Alif Post',
nonostante il partito islamico Giustizia e Sviluppo (Pjd) abbia vinto le
elezioni dello scorso novembre e sia arrivato al governo di Rabat, non
c'e' stata alcuna chiusura nei rapporti con lo stato ebraico.Al contrario, "si registra in questi giorni in Marocco una polemica
sulle numerose attivita' e sui contatti avuti di recente tra il nostro
paese e Israele". In particolare si conta che "ci sono stati negli
ultimi quattro mesi almeno cinque episodi criticati da alcuni
osservatori riguardo i contatti con Israele". L'ultimo e' quello della
partecipazione di una tennista israeliana al torneo dedicato a Lalla
Mariam, sorella di Mohammed VI, che si tiene in questi giorni a Fes.Prima ancora la stampa locale aveva discusso per giorni della
polemica relativa all'organizzazione di un festival della danza a
Marrakech, promosso da una ballerina israeliana, a cui era stato dato un
permesso delle autorita' che poi e' stato annullato per motivi di
sicurezza. "Le numerose attivita' registrate anche a livello politico e
diplomatico tra i due paesi - si legge - hanno fatto pensare a un
tentativo di normalizzazione dei rapporti tra Marocco e Israele. In
molti si sono chiesti come sia possibile che un governo di ispirazione
islamica possa tenere buoni rapporti con lo stato ebraico".http://www.adnkronos.com/
Etichette:
Abbiamo scelto.....
ISRAELE, NASCE IL SITO INTERATTIVO DELL'AMBASCIATA A TEL AVIV
(VELINO) Roma, 27 apr. - Un sito Web interattivo per la
promozione delle attivita' industriali-scientifiche tra Italia
e Israele. L'iniziativa e' dell'ambasciata italiana a Tel Aviv,
che ha annunciato l'attivazione del portale
www.itembassy.com/telaviv, che affiancandosi a quello
istituzionale, si pone come obiettivo una migliore diffusione
al pubblico italiano e israeliano di tutte le attivita' in
programma. Il sito contiene il calendario degli eventi e offre
agli utenti la possibilita' di iscriversi per partecipare a
convegni e seminari. Un servizio per i cittadini che allo
stesso tempo permette all'ambasciata di registrare i dati delle
persone interessate e conservarli per inviti a future
attivita'. Dalla sede diplomatica riferiscono che sara'
possibile conservare, attraverso supporti come Youtube,
registrazioni delle conferenze, cosi' da creare un vero e
proprio archivio facile da consultare. L'ambasciata, aggiungono
da Tel Aviv, provvedera' inoltre a "pubblicizzare il nuovo sito
presso ministeri e centri di ricerca israeliani, sperimentando
con le prossime conferenze il successo del sistema
interattivo".
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Con lo stop al gas per Israele si (ri)apre il fronte egiziano
Domenica
22 Aprile, l’Egitto ha deciso di interrompere la fornitura di gas
naturale ad Israele. Riguardo i motivi, appare quanto mai improbabile
che - in base a quanto riferito da Hani Dahi, direttore esecutivo dell’Egyptian General Petroleum Corporation -
a causare lo stop siano state fantomatiche ‘inadempienze’ israeliane.
Nonostante le autorità egiziane si siano prontamente spese per
affermare la natura strettamente economico-commerciale di una scelta
simile, l’annuncio, evidentemente, getta delle significative ed
inquietanti ombre sulle relazioni tra i due paesi e sulla sicurezza
dello Stato ebraico.Secondo quanto affermato dalle autorità israeliane, lo stop de Il
Cairo alla fornitura di gas condurrebbe l’Egitto verso una piena ed
aperta violazione degli accordi politico-economici tra i due paesi.
L’Egitto, infatti, si era impegnato a fornire 7 miliardi di metri
cubi di gas al mercato israeliano per 20 anni, con la possibilità
addirittura di raddoppiare la cifra. Un accordo divenuto realmente
effettivo nel 2008, e già corollario della pace di Camp David, tuttavia
reso del tutto inapplicabile ed inesigibile stante gli innumerevoli
sabotaggi a danno della pipeline del Sinai settentrionale che avrebbe
dovuto condurre il gas in territorio israeliano.Fermo restando i rumors che vorrebbero un nuovo quadro
contrattuale di riferimento (il ministro per la Cooperazione
internazionale egiziana Fayza Abul Naga si è subito dichiarato
favorevole ad un nuovo accordo con Israele che riveda prezzi e
condizioni), per comprendere a fondo dinamiche del genere, occorre
analizzare il contesto politico interno egiziano. Un contesto tutt’altro
che favorevole per chi ha a cuore le sorti di Israele.La deposizione di Mubarak a seguito del fiorire delle primavere arabe
dello scorso anno, ha portato sì al potere un’elite militare molto
vicina all’ex Rais, ma ha anche provocato una crescita esponenziale di
movimenti oltranzisti quali i ‘Fratelli Musulmani’ e i salafiti di ‘al
Nour’. Un clima per nulla favorevole, se si considera altresì l’assalto
all'Ambasciata israeliana de Il Cairo del Settembre scorso. Senza
contare le elezioni presidenziali alle porte: si terranno il 23 e 24
Maggio prossimi, e potrebbero decretare il trionfo dei candidati più
estremisti.I Fratelli Musulmani, inoltre, premono per la totale cancellazione
degli accordi di pace di Camp David. Decenni di normalizzazione dei
rapporti tra i due paesi e di cooperazione diplomatico-economica
verrebbero totalmente accantonati. Per Israele equivarrebbe ad un nuovo
fronte ad altissima tensione, che si aggiungerebbe al sempre imminente
pericolo iraniano e agli annessi echi di un possibile intervento
militare contro il regime di Teheran. Tanto per citare quanto dichiarato
dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, l’Egitto
rappresenterebbe “un grande pericolo”, “una minaccia maggiore
dell’Iran”, sebbene in un secondo momento egli si sia prodigato per
ribadire l’importanza per lo Stato ebraico “di mantenere così com’è
l'accordo di pace con l’Egitto”.L’affaire israelo-egiziano preoccupa (e non poco) anche la Casa Bianca. In base ad un report del 24 Aprile scorso del sito israeliano Debkafile (‘US bid to defuse Egyptian-Israeli tensions derailed by Egyptian Islamists’),
l’amministrazione Obama sarebbe stata avvertita di un possibile scontro
militare tra i due paesi, possibile conseguenza non solo dello stop
egiziano alle esportazioni di gas, ma anche e soprattutto a causa
dell’eventualità che possano essere condotti attacchi terroristici lungo
il confine egiziano, nel Sinai (alcuni giorni fa il National Security Council’s Counter-Terrorism Bureaud
israeliano ha emesso un comunicato nel quale si invitavano i turisti
israeliani presenti in loco a lasciare l’area immediatamente e a fare ritorno in Israele il più presto possibile).Attentati che provocherebbero, ça va sans dire, la risposta israeliana e la messa in discussione degli accordi di Camp David.di Eugenio Del Vecchio, http://www.loccidentale.it/, 28.4.12
Etichette:
Abbiamo scelto.....
Quiche Zucchine e Pecorino
Ingredienti per
4 persone:6 zucchine maggiorana e basilico qb 150 ml
di panna 3 uova 150 gr di pecorino 1 rotolo e ½ di
pasta brisè sale Procedimento :Tritare le zucchine con
maggiorana e basilico e, se necessario, strizzarle un po. Unire panna
e uova e mescolare bene. Aggiungere anche pecorino e sale. Stendere
un rotolo di pasta in una teglia e farcirlo con il composto di
zucchine e pecorino. Ricavare delle strisce dall'altra pasta brisee e
disporle a reticolato. Cuocere in forno a 180 gradi per 45 minuti.
http://imenudibenedetta.blogspot.com/
Etichette:
cucina ebraico - israeliana e non solo
Quadrotti al Cioccolato
Ingredienti per
4 persone:200 gr di cioccolato fondente 180 gr di burro
3 tuorli 2 uova 200 gr di zucchero 100 gr di
farina zucchero a velo qb Procedimento :Sciogliere il
cioccolato con il burro. Mescolare i tuorli con le uova intere, lo
zucchero e il cioccolato fuso. Unire anche la farina e mescolare
bene. Versare tutto in una tortiera con carta forno. Cuocere 20-30
minuti a 180 gradi. Tagliare a quadrotti e completare con zucchero a
velo http://imenudibenedetta.blogspot.com/
Etichette:
cucina ebraico - israeliana e non solo
Iscriviti a:
Post (Atom)