sabato 4 maggio 2013
Yom HaZikkaron – Il
Giorno del ricordo dei Caduti.mYom HaAzmaut-Il Giorno
dell’Indipendenza.
lettera di Kfir
Calo Livne- Kibbutz Sasa
Mai come oggi questa
giornata mi aveva emozionato a tal punto. Quando indossavo l’uniforme
di Zahal, due anni fa, sentivo che in questi momenti si ricorda chi
non c’e’ piu' ma si pensa anche a coloro che proteggono oggi
Israele. Essere un soldato in questo giorno, e’ un motivo di
orgoglio. Ma un soldato in divisa potrebbe per un attimo dare a un
genitore addolorato la sensazione di rivedere il proprio figlio
perduto. Quel ragazzo potresti essere tu. Non si puo’ rimanere
indifferenti. Oggi, dopo il mio congedo non molto tempo fa, ero
seduto a casa con la mia ragazza, guardavamo la cerimonia in
televisione. Vedendo un primo piano sui volti dei cadetti (ragazzi
del corso ufficiali) che facevano la Guardia d'onore, un brivido mi
ha percorso tutto il corpo, non perché sono gli ufficiali di
domani ma perché non hanno idea di quanto hanno ancora da vedere,
da fare, da scoprire della vita, del mondo, con i loro cari, con
nuovi amici. Anche io, quando ero li, esattamente come loro, come
guardia d'onore, mi sentivo grande, consapevole. Ora mi sembrano
bambini. Ho provato improvvisamente paura, che un domani sentiro' il
nome di uno di loro annunciato alla radio: la vittima numero 23,086
delle guerre, degli attentati. Ascolto le vedove, le madri, che
hanno perso un figlio che non ha fatto in tempo a sposarsi. Ascolto
i ragazzi e le ragazze che hanno perso un fratello. Ho pensato a
questa tragedia che viviamo qui, dalla piu’ tenera eta’.. fin da
bambini vediamo la guerra come un fatto compiuto su questo terra.Una volta le madri pregavano
che il loro bambino non sia costretto in futuro ad indossare una
divisa. Io non sono ancora un padre, ma oggi sarebbe considerato
ingenuo pensare che questo avvenga in Israele (scrivo con tristezza.)
Chi ci crede piu'?
Ho pensato ad amici che ho
incontrato quando ho viaggiato negli ultimi mesi in Sud America. Se
qualcuno di loro fosse stato in Israele ieri, se ci avesse visti
seduti, tremanti davanti a un grande schermo, a cantare la
disperazione e la speranza con migliaia di giovani e famiglie in
piazza Safra a Gerusalemme, se ci avessero osservati mentre
ascoltavamo assorti le canzoni tristi alla radio o mentre
conversavamo sulla realtà di questo paese, avrebbero capito
qualcosa su di noi, su ciò che significa essere un Israeliano, o
forse avrebbero pensato di capirlo. Poi, piu’ tardi, la sera,
quando le strade si sono riempite di famiglie e di bambini, il cielo
si e’ illuminato dai fuochi d'artificio multicolori e si e’
festeggiato per l’intera notte quesgli stessi amici avrebbero
pensato: “Gli Israeliani sono un Paese di pazzi”. Ecco che cosa
avrebbero pensato.A noi israeliani e’
richiesto di contenere il tutto in un sol respire: dolore e gioia,
la morte dei figli e la nascita dell’ indipendenza del Paese.Non vorrei che da queste mie
parole si leggesse disperazione . Vorrei credere che un giorno ci
sveglieremo e capiremo: noi e i nostri vicini. Vorrei che ci
rendessimo conto. E spero che questo giorno arrivi presto perché
questo dolore è insopportabile, ingiusto, contro qualsiasi logica.
Io lo vivo un giorno all’anno, posso solo inviare sincere
condoglianze a chi deve convivere con la mancanza dei propri cari
tutti i giorni. Anche domani, quando tutti saranno di nuovo sereni e
felici.Non voglio scegliere una
canzone, una frase, il discorso di qualcuno ... Tutte le parole sono
importanti oggi, le lascero' toccarmi ed entrare. E cosi' domani mi
ricorderò di tutti coloro che, morendo, ci hanno lasciato l'obbligo
di rendere questo Paese migliore e degno.
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Dai nostri lettori
Ha tutte le carte in regola per essere una delle mostre archeologiche più interessanti dell'anno: Erode il Grande, l’ultimo viaggio del Re,
è l'esposizione con cui riapre i battenti, dopo i lavori di
ammodernamento, il Museo d'Israele a Gerusalemme. Dedicata al sovrano
ebreo più famoso (dopo Davide) è anche un omaggio all'archeologo Ehud
Netzer che ha speso tutta la vita studiando la storia dell'epoca di
Erode il Grande, fino a scoprirne la tomba nel 2007 e a trovare la morte
tre anni dopo, per le ferite riportate in una rovinosa caduta proprio
all'Herodion.

Netzer aveva partecipato alle campagne di scavi di Masada con il mitico di Yigael Yadin (e qui l'aggettivo “mitico” condensa l'importanza dell'opera pionieristica di Yadin come archeologo ma anche la sua enorme influenza nell'immaginario collettivo israeliano attraverso l'esaltazione dell'estrema difesa della fortezza da parte di un gruppo di resistenti all'occupazione romana, giunta fino al suicidio collettivo, stando all'intenso racconto dello storico ebreo – ma filo romano – Flavio Giuseppe).

Il percorso espositivo raccoglie circa 250 reperti provenienti da siti archeologici che raccontano quel periodo cruciale per la storia della regione e dell'intero Mediterraneo: Erode, nato attorno al 73 a.C., fu re dal 37 al 4 a.C. Ci sono per esempio affreschi e tre sarcofagi rinvenuti nella tomba del re all'Herodion, la vasca privata del re ritrovata nella fortezza di Cipro e un'altra vasca in marmo che gli studiosi ritengono offerta in dono ad Erode dall’imperatore Augusto. Pannelli illustrativi, modellini (come quello del mausoleo del sovrano) e ricostruzioni virtuali consentono ai visitatori di immergersi nella storia del primo secolo avanti Cristo.

“Il professor Ehud Netzer, con la scoperta della tomba di Erode, ha coronato gli scavi intrapresi nel sito dell’Herodion nel 2007. Gli importanti reperti riportati alla luce dagli archeologi che hanno lavorato nel sito in questi ultimi cinque anni hanno accresciuto la nostra riconoscenza per le grandi scoperte del prof. Netzer, contribuendo ad arricchire la nostra comprensione di Erode, del suo regno e del suo ruolo nella storia della regione. – ha dichiarato James S. Snyder, direttore del Museo – Siamo fieri del restauro completo della tomba effettuato dall’équipe dei conservatori del Museo e raggianti di emozione di presentare per la prima volta al pubblico questi resti impressionanti in occasione di una mostra che fa luce su un periodo cruciale della storia della Terra di Israele.”La mostra, aperta lo scorso 13 febbraio, avrebbe dovuto chiudersi il 5 ottobre, ma è stata prorogata fino al 4 gennaio dell'anno prossimo.
Didascalie:- Installazione della tomba di Erode. Foto © The Israel Museum, Jerusalem / by Elie Posner - Sarcofago del re Erode (?).Foto © The Israel Museum, Jerusalem / by Meidad Suchowolski- Coppe per bere, in vetro, di epoca augustea (I d.C.).In prestito dal Metropolitan Museum of Art, New York, dono di Renée E. e Robert A. Belfer, 2012.
Foto © the Metropolitan Museum of Art Informazioni: www.imj.org.il

Netzer aveva partecipato alle campagne di scavi di Masada con il mitico di Yigael Yadin (e qui l'aggettivo “mitico” condensa l'importanza dell'opera pionieristica di Yadin come archeologo ma anche la sua enorme influenza nell'immaginario collettivo israeliano attraverso l'esaltazione dell'estrema difesa della fortezza da parte di un gruppo di resistenti all'occupazione romana, giunta fino al suicidio collettivo, stando all'intenso racconto dello storico ebreo – ma filo romano – Flavio Giuseppe).

Il percorso espositivo raccoglie circa 250 reperti provenienti da siti archeologici che raccontano quel periodo cruciale per la storia della regione e dell'intero Mediterraneo: Erode, nato attorno al 73 a.C., fu re dal 37 al 4 a.C. Ci sono per esempio affreschi e tre sarcofagi rinvenuti nella tomba del re all'Herodion, la vasca privata del re ritrovata nella fortezza di Cipro e un'altra vasca in marmo che gli studiosi ritengono offerta in dono ad Erode dall’imperatore Augusto. Pannelli illustrativi, modellini (come quello del mausoleo del sovrano) e ricostruzioni virtuali consentono ai visitatori di immergersi nella storia del primo secolo avanti Cristo.

“Il professor Ehud Netzer, con la scoperta della tomba di Erode, ha coronato gli scavi intrapresi nel sito dell’Herodion nel 2007. Gli importanti reperti riportati alla luce dagli archeologi che hanno lavorato nel sito in questi ultimi cinque anni hanno accresciuto la nostra riconoscenza per le grandi scoperte del prof. Netzer, contribuendo ad arricchire la nostra comprensione di Erode, del suo regno e del suo ruolo nella storia della regione. – ha dichiarato James S. Snyder, direttore del Museo – Siamo fieri del restauro completo della tomba effettuato dall’équipe dei conservatori del Museo e raggianti di emozione di presentare per la prima volta al pubblico questi resti impressionanti in occasione di una mostra che fa luce su un periodo cruciale della storia della Terra di Israele.”La mostra, aperta lo scorso 13 febbraio, avrebbe dovuto chiudersi il 5 ottobre, ma è stata prorogata fino al 4 gennaio dell'anno prossimo.
Didascalie:- Installazione della tomba di Erode. Foto © The Israel Museum, Jerusalem / by Elie Posner - Sarcofago del re Erode (?).Foto © The Israel Museum, Jerusalem / by Meidad Suchowolski- Coppe per bere, in vetro, di epoca augustea (I d.C.).In prestito dal Metropolitan Museum of Art, New York, dono di Renée E. e Robert A. Belfer, 2012.
Foto © the Metropolitan Museum of Art Informazioni: www.imj.org.il
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eventi
Standard & Poor’s declassa il rating dello shekel
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha declassato la valuta ufficiale di Israele, il nuovo shekel (vedi anche Lo shekel perde ancora terreno rispetto al dollaro). Nel dettaglio, il rating in questione è stato ridotto fino ad A+, un giudizio che identifica la buona affidabilità della divisa mediorientale. Secondo il ministro delle Finanze, Yair Lapid, non si tratta di una decisione sorprendente, in quanto si sta parlando della risposta naturale a una situazione nota e conosciuta.Lo stesso Lapid ha suggerito al governo di aumentare nel 2013 il target relativo al deficit, più precisamente dal 3 al 4,9% del prodotto interno lordo. La proposta in questione ha stupito e sorpreso il primo ministro Netanyahu e il governatore della banca centrale Stanley Fischer. Altra misura avanzata dal titolare del dicastero economico è quella che prevede l’aumento della spesa da un anno a quello successivo, in modo da ottenere un +2,2% da questo punto di vista nell’anno attualmente in corso. L’outlook dello shekel è rimasto tuttavia stabile, dunque non vi dovrebbero essere ulteriori downgrade nei prossimi mesi. http://www.fareforex.com/
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Peres, Italia e Vaticano veri amici
(ANSA) - GERUSALEMME - ''Torno con la consapevolezza che Israele ha veri amici in Vaticano e nella leadership italiana''. Lo ha detto il presidente Shimon Peres che ha fatto rientro in patria dalla sua visita in Italia e in Vaticano dove ha incontrato il presidente Giorgio Napolitano e il premier Enrico Letta, oltre a papa Francesco. Peres ha espresso fiducia che le relazioni tra Israele e Italia siano destinati a diventare ancor piu' solide sullo sfondo della nascita del nuovo governo a Roma.
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Scoperta una piramide nel Lago di Tiberiade in Israele
Il Lago di Tiberiade, detto anche Mare di Galilea o di Gennesaret o di Kinneret, é il più grande lago d’acqua dolce dello stato di Israele, avendo una circonferenza di circa 53 km. Situato a 213 metri sotto il livello del mare, ha una profondità massima di 43 metri. Si tratta del lago d’acqua dolce più grande della Terra sotto il livello del mare, superato per dimensioni solo dal Mar Morto, che é però un lago d’acqua salata.Secondo la scrittura dei Vangeli, in questo lago, alimentato dalle acque del fiume Giordano, pescavano gli apostoli Andrea e Pietro. Rivelata per la prima volta nel 2003 dai sonar di un gruppo di ricercatori israeliani, l’enorme pietra è oggetto di un lungo e dettagliato studio. Si tratta di una struttura grezza dove non sono presenti elementi naturali.A forma di cono, da qui l’idea di piramide, è composta da pietre e sassi di basalto. Misura 7 metri di altezza e 70 di diametro, ovvero oltre il doppio della cornice esterna della più famosa pietra di Stonehenge.Simili strutture megalitiche sono note in genere per costituire, in altre regioni, delle tombe, e primo fra tutti, potremmo citare l’esempio delle piramidi in Egitto. I ricercatori che hanno visionato le immagini dei fondali non sono giunti però a simili conclusioni.I sommozzatori che l’hanno potuta vedere da vicino, confermano che si tratta di un cumulo di pietre che solo l’intervento dell’uomo può avere messo le une sulle altre. L’ipotesi più accreditata è che un tale “mucchio di pietre” sia stato creato da esseri umani sulla terraferma, e dunque prima che il Lao di Tiberiade lo ricoprisse.Se così fosse, ci troveremmo davanti ad una scoperta sensazionale, visto che tale lago tre-quattromila anni fa già esisteva e che, per forza di cose, la piramide dovrebbe quindi essere ancora più antica.Da qui lo scenario avanzato da Yitzhak Paz, del Reparto di Antichità dell’Università Ben Guion in Israele secondo il quale la struttura risalirebbe a 4000 anni fa, e farebbe parte di fortificazioni di città risalenti all’antichità. Per appurarlo in maniera definitiva servirà l’intervento di una vera e propria task force di archeologi, che dovrà riuscire a scavare sul fondale per trovare conferme sull’origine della scoperta. Una delle ipotesi è che fosse una struttura difensiva della città Bet Yerah che 4000 anni fa era una delle più fortificate della regione e di Israele, ospitando circa 5000 abitanti.Gli scienziati hanno insomma intenzione di stabilire quale fosse la funzione della “piramide”, ma preferiscono non saltare subito alle conclusioni. Se le pietre, dopo accurati studi, si riveleranno di forma geometrica, essi potranno esprimersi in modo più certo. Al momento, si fanno solo ipotesi.Secondo un’altra versione, forse la meno macabra o belligerante, è che la costruzione fu pensata dall’inizio come sottomarina, per costituire un vivaio di pesci. Essendo di forma piramidale, l’ipotesi che forse trova più riscontri, é che fosse comunque un edificio religioso, dato che a quei tempi, le immense necropoli e i luoghi di culto non differivano poi molto. E come si è detto, l’oggetto non è tanto distante dall’enorme e famosa collina, una delle più grandi necropoli di Israele, a Bet Yerah, dove sorgeva l’importante città di cui si è parlato.Simili costruzioni sottomarine, provocano sempre un grande interesse nel mondo scientifico. La notizia della scoperta di una struttura megalitica nei fondali del Mare di Galilea, in particolare, ha scatenato la fantasia di chi immaginava di trovarsi davanti ai resti della civiltà di Atlantide, della quale, nonostante le disperate ricerche, nessuno è ancora riuscito a provare l’esistenza.Naturalmente, la piramide di Tiberiade ha una proporzione diversa, ma chi può sapere quali scoperte faranno gli studiosi dopo un suo accurato studio?Rimaniamo in attesa di scoprire qualcosa di più, e, al momento, ci accontentiamo di sapere, che in fondo al lago dove un tempo pescavano gli apostoli, qualcuno ha posto un cumulo di pietre di dimensioni grandiose. Una piramide avente funzioni specifiche ancora tutte da scoprire.http://oubliettemagazine.com/
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Cultura
MO: Gaza, lanciato ordigno su sud Israele, nessuna vittima
Un
ordigno - una razzo secondo alcune fonti, un proiettile di mortaio
secondo altre - è stato lanciato stasera dalla Striscia di Gaza verso il
sud d'Israele, dove è esploso in campo aperto senza provocare vittime
né danni. Lo riferiscono i media online israeliani, precisando che
l'allarme è risuonato nella regione di Eshkol, nell'area del deserto del
Negev.Lanci episodici, ma quasi quotidiani di razzi sono ripresi negli
ultimi giorni dalla Striscia controllata dagli islamici di Hamas,
seguiti dagli abituali raid di rappresaglia da parte israeliana e
dall'uccisione 'mirata' di un miliziano salafita indicato da Israele
come responsabile di uno degli attacchi.La nuova fiammata di tensione è attribuita ai salafiti - schierati
su posizioni iper-integraliste - anche a Gaza, tanto che oggi le
autorità di Hamas hanno annunciato l'arresto di sei attivisti di questa
corrente ultrà. Nella retata sono stati coinvolti quattro persone
accusate di aver "rubato razzi" con l'intenzione di spararli verso
Israele senza l'autorizzazione di Hamas e due sospettate d'aver
pianificato attentati all'interno della stessa Striscia. Gli arresti
hanno innescato la protesta immediata dei salafiti, che hanno inscenato
una manifestazione nella quale sono stati scanditi slogan - oltre che
contro il solito 'nemico sionista' - contro gli stessi leader di Hamas e
contro il governo egiziano: considerato molto vicino a questi dopo
ultimi l'ascesa al potere dei Fratelli Musulmani.http://www.ticinonews.ch/
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Israele. Referendum per la pace con l’aiuto della Svizzera
Il Consigliere federale Didier Burkhalter ha incontrato
giovedì a Tel Aviv il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Un
incontro nel quale è stata evocata l’idea di un referendum riguardante
l’accordo di pace con i palestinesi mediante un possibile aiuto svizzero.
L’idea del referendum è di Netanyahu, il quale ha asserito che per
organizzarlo Israele avrà bisogno dei consigli della Svizzera.
Burkhalter lo ha invitato a Berna, dove il progetto potrà essere
discusso nei dettagli.Il capo del governo israeliano ha anche ricordato la sua posizione in un
momento in cui gli Stati Uniti cercando di incoraggiare il rilancio dei
negoziati fra lo Stato ebraico e i palestinesi, fermi dall’autunno
2010.Nel settembre 2010, malgrado l’opposizione della sinistra e di diversi
ministri, Netanyahu si era già detto favorevole a un referendum su
qualsiasi accordo concluso con i palestinesi.Martedì la Lega araba ha riformulato la sua iniziativa di pace,
sostenuta dagli Stati Uniti, che convalida in maniera esplicita il
principio di uno scambio di territori.Il testo lascia sperare una ripresa dei negoziati di pace, anche se
Benjamin Netanyahu e diversi responsabili palestinesi hanno temperato le
speranze della riapertura di un dialogo.Burkhalter e Netanyahu hanno anche parlato dell’approfondimento delle
relazioni bilaterali tra Svizzera e Israele e della situazione nella
regione.http://www.ticinolive.ch/
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Netanyahu: 'Israele pronto a negoziati senza precondizioni'
Netanyahu: Israele pronto a negoziati di pace Israele e' pronto a riprendere senza precondizioni trattative di
pace. Lo ha ribadito il premier Benyamin Netanyahu commentando
l'iniziativa del segretario di Stato Usa John Kerry, assieme con la Lega
araba, che esprime un possibile compromesso sui futuri confini fra
Israele e Palestina. Netanyahu ha pero' ribadito che il conflitto "non
e' territoriale", bensi' centrato sul "necessario" riconoscimento da
parte palestinese del "carattere ebraico di Israele".
Erekat: Stato della Palestina può accettare modifiche dei confini Una volta che Israele abbia riconosciuto la soluzione dei 'Due Stati'
secondo le linee del 1967, lo Stato di Palestina, in quanto Paese
sovrano, potrebbe prendere in considerazione modificazioni minori dei
confini": lo ha precisato il negoziatore palestinese Saeb Erekat. Nell'
incontro con il Segretario di Stato John Kerry, la delegazione della
Lega araba "ha dunque rappresentato quella che e' gia' posizione
ufficiale palestinese".http://www.rainews24.rai.it
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Abbiamo scelto.....
Israele:nebbia ritarda voli, fermi anche passeggeri italiani
(ANSAmed) - TEL AVIV, 3 MAG - La forte nebbia che da ieri
pomeriggio e' scesa sulla costa centrale israeliana ha procurato
disagi e ritardi nei voli in partenza e in arrivo dall'aeroporto
internazionale Ben Gurion la notte appena passata. Alcuni di
questi - i media parlano di 5 aeromobili - sono dovuti atterrare
a Larnaca a Cipro, viste le condizioni di visibilita' dello
scalo israeliano. Tra essi il volo dell'Alitalia che sarebbe
dovuto arrivare durante la notte e poi ripartire alle 5:15 di
questa mattina. I passeggeri di questo volo - tra cui, secondo
quanto si e' appreso, diversi italiani - sono in attesa di
ripartire tra poche ore non appena la situazione dello scalo si
normalizzera'
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Curiosità
Cuscussu'

Per il cuscus: Un kg di semolino grosso; 1 bicchiere di olio di oliva. 1 bicchiere d'acqua
salata. 2 rossi d'uovo.Per il bollito:300 g di carne da bollito. Ossi da brodo. 1 costa di sedano. 1 carota. 1
cipolla.Per le verdure: 3 kg di verdure (spinaci, cavolo verza, cavolfiore, carote, zucchine, carciofi,
piselli, ecc.). 1 cipolla. Qualche cucchiaino d'olio d'oliva.Per le polpettine: 500 g di carne bovina macinata. 2 uova. 2 o 3 cucchiai di pangrattato. 1 ciuffo
di prezzemolo. Olio per friggere.Preparazione:In una terrina grande, mettete il semolino e versateci un po' alla volta un
bicchiere d'acqua calda salata lavorandolo continuamente con le mani per evitare
che si appalli. Aggiungete anche un bicchiere d'olio e lavorate fino ad ottenere
un impasto omogeneo che farete rotolare poi con la mano destra a dita distese.
Questa lavorazione potrà durare per almeno tre quarti d'ora, fino a quando,
cioè, l'impasto si sarà diviso, senza grumi, in palline grosse come grani di
pepe. Nel frattempo avrete fatto un brodo con la carne da bollito, gli ossi e
gli odori.Versate il cuscus su un panno pulito che appoggerete su di un colabrodo che a
sua volta va posato sulla pentola del brodo., in maniera tale che il semolino
venga cotto a vapore. Il colabrodo deve essere coperto con un piatto sul quale
si legano strettamente i lembi del tovagliolo, quindi il tutto deve venire
chiuso da un coperchio, in maniera tale che il vapore non vada disperso. Dopo un
paio d'ore di cottura togliete il semolino dal fuoco e versatelo nuovamente
nella terrina dove aggiungerete due rossi d'uovo mischiati precedentemente con
una tazza circa di brodo. Mescolate per bene fino a quando non sarà scomparso
ogni grumo. Rimettete il semolino sulla pentola come prima, sempre avvolto da un
panno e fate cuocere per un'altra ora.Nel frattempo, a parte, tritate e mettete a soffriggere nell'olio d'oliva la
cipolla, fino a quando assumerà un colore dorato. Aggiungete man mano le verdure
e fatele soffriggere per bene. Impastate la carne macinata con le uova, il
pangrattato, il prezzemolo, sale e pepe e fatene delle piccole polpettine che, a
loro volta, soffriggerete nell'olio. A questo punto togliete il semolino dal
tegame e lavoratelo per la terza ed ultima volta con il brodo. Finalmente
versatelo su un piatto fondo da portata, aggiungetevi le verdure, il lesso, le
polpettine e, volendo, qualche spicchio di uova sode.
Note:Che ci fa un piatto tipicamente nordafricano fra le "specialità" toscane? In
realtà esso è anche uno dei piatti tipici degli ebrei toscani, in particolare
quelli dell'importante comunità di Livorno. E' probabile che il cuscussù (o cuscusù) sia stato introdotto
a Livorno dagli ebrei marocchini e tunisini che vi confluirono nel corso del
Settecento. Non si può affermare con certezza che solo allora esso venisse
conosciuto in Italia, perché sembrerebbe esservi traccia di una sua presenza a
Roma e nel meridione della Penisola già nei secoli precedenti. Resta il fatto
che il cuscussù diventerà una dei piatti sabbatici più in voga nelle mense
ebraiche toscane del Settecento e dell'Ottocento, essendo assolutamente
sconosciuto altrove. E' quantomeno curioso, comunque, il fatto che un alimento
tipicamente nordafricano ed arabo sia potuto diventare un piatto talmente tipico
di alcune comunità ebraiche come quella di Livorno da poter senz'altro
contraddistinguere il mangiare alla giudea.http://www.secrettuscany.it/
3-4 peperoni 2-3 pomodoro freschi a pezzetti
Una cipolla Olio extra vergine di oliva Sale Pepe
Affettate la cipolla e mettete la in tegame con un fondo di olio e due o tre cucchiai di acqua. Quando l’acqua evapora aggiungete i peperoni a listarelle, sale e pepe. Lasciate bollire nel tegame coperto finché non appassiscono. A questo punto unire i pomodori a pezzetti e terminate la cottura sempre con il coperchio... Sullam 111
Una cipolla Olio extra vergine di oliva Sale Pepe
Affettate la cipolla e mettete la in tegame con un fondo di olio e due o tre cucchiai di acqua. Quando l’acqua evapora aggiungete i peperoni a listarelle, sale e pepe. Lasciate bollire nel tegame coperto finché non appassiscono. A questo punto unire i pomodori a pezzetti e terminate la cottura sempre con il coperchio... Sullam 111
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cucina ebraico - israeliana
Scuola di cucina “La Cucina del Ghetto”
http://www.jewishkitchen.org/
IL DIALETTO EBRAICO VENEZIANO
Una parola veneziana al giorno, toglie il medico di torno....
GRÌBOLE: Nome di un cibo. Si tratta di “pezzetti di pelle d’oca fritti in padella nel loro grasso”.Fu importato nelle regioni nord-orientali,fin dal XIV secolo, dai “tedeschi” profughi dall’Europa centrale, in seguito alle persecuzioni subite. Jìddish gribene “ciccioli”
(Fortis, 1979: 233)
Una parola veneziana al giorno, toglie il medico di torno....
GRÌBOLE: Nome di un cibo. Si tratta di “pezzetti di pelle d’oca fritti in padella nel loro grasso”.Fu importato nelle regioni nord-orientali,fin dal XIV secolo, dai “tedeschi” profughi dall’Europa centrale, in seguito alle persecuzioni subite. Jìddish gribene “ciccioli”
(Fortis, 1979: 233)
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cucina ebraico - israeliana
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Curiosità
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo bellissimo tema di Luca Vitiello di Casamassima (Bari), dove frequenta la classe III della Scuola Media Dante Alighieri.
Auschwitz, 1944
Caro Marcus,
se starai leggendo questa lettera. significa che non ce l’ho fatta, perché mi ero ripromesso che se fossi sopravvissuto avrei eliminato le prove di quella atroce esperienza.Avevo appena compiuto 10 anni, quando fui strappato dalle braccia dei miei genitori, iniziai gridare e a piangere, ma più mi dimenavo, più venivo strattonato, allora fui preso di peso e buttato dentro un camion.Eravamo tutti ammassati ed impauriti con lo sguardo perso nel vuoto; arrivammo in una struttura tetra e spettrale, entrai piano per la troppa paura. Vidi tantissimi bambini ed adulti senza capelli, li come zombi a scavare e scavare, avevano tutti quanti la stessa divisa ed un numero sul braccio; ad un tratto un signore, non so il motivo, prese a scappare e mentre correva iniziò a gridare alcune parole, forse era in cerca della sua famiglia, veniva verso di me, quando io vidi stramazzare al suolo, aveva una pallottola nella schiena e lontano, dietro dl lui, c’era un tedesco con il fucile puntato ancora fumante. Quell’immagine non la dimenticherò mai:il sangue dl quell’uomo, che stava propagandosi, colorando la neve di un rosso sbiadito di un’anima ormai perduta.I tedeschi gridando e spingendo ci condussero in un capannone dove fummo costretti a toglierci i nostri vestiti e iniziarono a rasarci la testa; tutti i capelli venivano conservati, ma quale uso ne avrebbero mai fatto...Come tutti gli altri fui obbligato ad indossare quella divisa sporca e maleodorante e infine fui marchiato indelebilmente con un numero, era il mio, non avevo più un’identità, avevo perso ogni cosa, adesso ero divenuto il 6890074. Ma perché non potevamo tenerci i nostri vestiti, nostri nomi; perché non potevamo rivedere le nostre famiglie, ma soprattutto, che cosa avevamo fatto per meritarci questa dura e cruda realtà che gli altri definivano, “Campo di concentramento”... Era notte fonda e dopo tanto lavorare mi meritavo proprio una bella dormita, ma non fu così, il letto era sprovvisto di materasso e dovevo condividerlo con altri; quella notte fu una notte terribile e fu la prima volta che mia madre non mi dava il consueto bacio prima di addormentarmi.All’alba i kapò ci dissero di seguirli e così, una volta spogliati, ci portarono nelle docce, finalmente una bella doccia, ma gli altri non la pensavano allo stesso modo, anzi erano spaventati: ma che male avrebbe mai fatto una doccia?All’uscita ripresi la mia divisa e mi affrettai a chiedere ad un bambino perché le persone fossero così terrorizzate ed il bambino, con una voce sottile mi rispose: fanno bene le persone ad avere paura, spesso le docce non sono vere e proprie docce ma camere a gas e a volte, senza rendersene conto, una doccia può diventare fatale. Nei giorni seguenti mi accorsi che c’era un viavai di persone, molte arrivavano, moltissime altre sparivano, anche lo stesso bambino a cui avevo chiesto informazioni era svanito nel nulla, si era volatilizzato; spero che quel ragazzino sia sopravvissuto, ma così facendo mi illudo soltanto, ma come si suol dire “l’illusione è la strada più vicina alla convinzione”.Venne il giorno della selezione, ciò che io definirei più del “giudizio”, il quale ti conduce verso la morte o una presunta libertà, io venni scelto per andare a sinistra, cioè tra coloro che dovevano essere eliminati, ero troppo gracile per i loro intenti.Ero ad un passo dalla morte, mi spogliai e poi vennero aperte le porte della camera a gas, faceva molto freddo, troppo freddo e per giunta i piedi erano immersi in un acqua gelida, gelida come il mio viso quando fui deportato, non riesco neanche a descrivere il mio sentimento in quell’ istante ma so solo che ripensai ai bel momenti passati insieme a te Marcus, e alla tua famiglia. Nel ripensare a tutto ciò, i miei occhi lasciarono cadere una lacrima, nella quale era contenuta tutta la mia vita, che appunto finì per infrangersi nell’acqua sottostante.Ad un certo punto udii idegli spari e del frastuono, ma iI mio corpo era ormai accasciato a terra, senza respiro.Era il 27 gennaio 1945 quando abbandonai quel campo di concentramento, per andare in un posto migliore.
Benjamin il tuo amico ebreo. Sullam 111
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La diplomazia ai tempi di Google: sul motore di ricerca arriva il “riconoscimento” della Palestina
Il cambio è
minimo. L’impatto pure. Ma la mossa rischia di scontentare più di
qualcuno. Anche a livello tecnologico. Succede che Google, uno dei
colossi mondiali del web, ha deciso di apportare una piccola modifica
nella versione palestinese della sua home page: via la scritta «Territori palestinesi» subito sotto al logo, ed ecco un più semplice «Palestina».«Anche Google riconosce lo Stato palestinese» hanno esultato quelli del Palestine News Network, ripresi da un blog del sito di Foreign Policy.
E nel giro di pochi minuti la notizia – apparsa mercoledì sera – è
stata condivisa da migliaia di utenti. Prima il (mezzo) riconoscimento
delle Nazioni Unite e ora quello – integrale – del web? A prima vista
potrebbe sembrare di sì. Come potrebbe anche alimentare le speranze di
chi si augura, un giorno, la creazione di una Palestina libera e
indipendente. Le stesse speranze che, quasi tre anni fa, alimentò la scelta del servizio meteo di Yahoo! di dividere Gerusalemme in Est e Ovest. Decisione poi revocata nel giro di pochi giorni.«Cambiamo il
nome “Territori palestinesi” in “Palestina” in tutti i nostri prodotti.
Per attribuire i nomi dei Paesi consultiamo una serie di fonti e di
autorità: in questo caso ci atteniamo all’Onu, all’Icann (garante dei
nomi per i domini internet) e all’Iso (Organizzazione internazionale per
la standardizzazione), oltre ad altre organizzazioni internazionali»,
ha spiegato Nathan Tyler, portavoce di Google.«Google non è
un ente politico o diplomatico», ha commentato – con molta pacatezza –
Yigal Palmor, portavoce del ministero israeliano degli Esteri. «E così
l’azienda può chiamare qualsiasi cosa con il nome che vuole, non ha
nessuna importanza», ha detto al quotidiano The Times of Israel.
Certo, tra le righe la decisione non è così facile da digerire. «La
scelta di Google solleva tutta una serie di questioni. A partire da
quella se ci sia uno spazio per poter discutere di questioni controverse
all’interno di un’azienda che è fondamentalmente privata».http://falafelcafe.wordpress.com/
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Curiosità
“Il film è stato girato in Israele”. E il Libano censura la pellicola pluripremiata
Quanto costa
girare qualche scena in Israele? E quanto coinvolgere attori con il
passaporto dello Stato ebraico? Il divieto assoluto di proiezione di
«The Attack». In tutti i cinema. In tutto il Libano. Peccato che la
nazionalità della pellicola sia proprio quella del Paese dei cedri.«Cari amici e
lettori, mi spiace informarvi che il ministro libanese dell’Interno,
Marwan Charbel, ha deciso di punirci vietando il film in tutto il Paese.
Ci hanno chiesto di restituire il permesso per la proiezione (in fondo al post). E il motivo principale è perché io ho passato qualche tempo in Israele per girare la pellicola». È lo stesso regista, Ziad Doueiri, a raccontarlo sulla sua pagina Facebook.«È vero,
parte del film è stato girato a Tel Aviv», scrive ancora, «ma solo
perché la storia è ambientata anche lì ed è per questo anche che ho
usato attori israeliani». Poi quello che sembra un atto di sfida: «Non
mi pento di nulla e non mi sento di chiedere scusa». E ricorda come
altri film, di realizzazione palestinese «ma con i soldi delle
istituzioni cinematografiche israeliane», siano state «regolarmente
proiettate nei nostri cinema».Basato su
una storia scritta dall’algerina Yasmina Khadra, «The Attack» racconta
la storia di un chirurgo arabo che vive a Tel Aviv. Dopo un attacco
kamikaze, l’uomo scopre un segreto inquietante sulle moglie. Una
pellicola ben girata, secondo i critici. Tanto da meritarsi tre premi al
Colcoa French Film Festival (il Premio del pubblico, quello della
critica e il riconoscimento «Nuovi arrivi»).
Non è la prima volta che Libano e Israele «litigano» in campo cinematografico. Qualche mese fa, era stato il ministro del Turismo – Fadi Abboud – a scagliarsi contro la troupe del serial tv «Homeland»
colpevole non solo di far sembrare Beirut – la capitale del Paese –
come una zona di guerra e insicura, ma anche di aver girato le scene in
alcune vie di Tel Aviv.http://falafelcafe.wordpress.com/
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