giovedì 23 maggio 2013





ASSOCIAZIONE VERONESE ITALIA-ISRAELE
ISRAELE OGGI
MARCO PAGANONI
 
In video conferenza su
 
“ STALLO NEGOZIALE, RIVOLTE ARABE, VECCHI PRECONCETTI”
Alcune riflessioni su uno scenario che non ammette chiavi di lettura obsolete
  Seguirà dibattito
     Giovedì 30 Maggio 2013, ore 21
  Sala proiezioni 1° piano g.c.Comunità Ebraica di Verona Via Portici, 3
   MARCO PAGANONI
Nato in Israele nel 1959 da genitori italiani non ebrei, vive in Italia dal 1967. Nel 1986 pubblica il libro “Dimenticare Amalek – rimozione e disinformazione nel discorso della sinistra sulla questione israeliana” (La Giuntina). Iscritto all’Albo dei giornalisti di Milano, nel 1989 è tra i fondatori, a Milano, del centro di informazione NES – Notizie e Stampa e da allora è direttore del notiziario periodico NES, specializzato su Israele e Medioriente. Dall’ottobre 2000 dirige il sito www.israele.net <http://www.israele.net> .
E’ stato incaricato dell’insegnamento di “Storia e Istituzioni dello Stato d’Israele” presso l’Università di Trieste e di “Storia d’Israele” nel Corso di Laurea in Studi Ebraici di Roma. Nel 2006 pubblica “Ad rivum eundem” (Proedi Editore – Milano). E’ autore del documentario storico “Israele: un racconto per immagini”

Se l’Unione Europea etichetta i prodotti in base alla «linea verde» 
Editoriale del Jerusalem Post,http://www.israele.net/
Che si tratti del vino delle alture del Golan, dei bretzel di Ariel o dei cosmetici del Mar Morto, sta di fatto che l’Unione Europea ha preso di mira tutte le merci israeliane prodotte al di là della “linea verde”. Lo scorso dicembre il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea ha ribadito il suo “impegno a garantire continua, piena ed efficace attuazione della legislazione UE in vigore e degli accordi bilaterali relativi ai prodotti degli insediamenti”. Quello che intendono dire è che l’etichetta “made in Israel” deve valere esclusivamente per i beni prodotti all'interno della “linea verde” affinché i consumatori europei possano distinguerli. Il mese scorso i ministri di Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Austria, Slovenia, Lussemburgo e Malta hanno firmato una lettera indirizzata al responsabile della politica estera della UE, Catherine Ashton, in cui ribadiscono il loro sostegno all'etichettatura differenziata dei beni prodotti nelle città, nei villaggi e nei parchi industriali che sorgono in Giudea e Samaria (Cisgiordania). E tredici paesi costituiscono quasi la metà dei 27 stati membri dell’Unione Europea.A quanto risulta, Washington ha già fatto notare che questa decisione non farebbe altro che complicare ulteriormente i rinnovati sforzi americani ed europei per mediare un accordo di pace fra Israele e Autorità Palestinese. A nostra volta vorremmo aggiungere alcune ragioni che dimostrano quanto questa fissazione dell’etichettatura in base alla "linea verde" sia sbagliata.Innanzitutto, l’ipotesi che ne sta alla base è che soltanto Israele sia da ritenere responsabile, e dunque da penalizzare, per lo stallo del processo di pace, ignorando completamente le responsabilità della parte palestinese (rifiuto intransigente delle più avanzate offerte di compromesso, continuo incitamento e indottrinamento all'odio verso l’esistenza stessa di Israele, rifiuto di riprendere i negoziati diretti senza precondizioni). Di più. Incolpando solo Israele, si incoraggia i palestinesi a persistere con l’istigazione, col rifiuto di tornare al tavolo delle trattative, con la mortificazione delle forze più moderate all'interno della loro società.In secondo luogo, un’etichettatura pensata per favorire il boicottaggio dei prodotti israeliani finirebbe col colpire l’economia palestinese. Le aziende israeliane al di là della “linea verde” danno lavoro a decine di migliaia di palestinesi. E poiché i legami economici sono difficili da districare, il boicottaggio inevitabilmente si tradurrebbe in una punizione collettiva degli ebrei che vivono su entrambi i versanti della “linea verde” e degli stessi palestinesi.Infine, nessuno sa dove verranno fissati i confini definitivi. L’idea di uno scambio di terre grazie al quale Israele cederebbe aree all'interno della “linea verde” in cambio dell’annessione dei blocchi di insediamenti più popolosi al di là della "linea verde" (e che non costituiscono più del 2% della Cisgiordania) da tempo è diventata uno dei principi centrali del negoziato fra israeliani e palestinesi. Proprio di recente anche la Lega Araba sembra aver accettato il concetto che le linee armistiziali del 1949 non sono sacre e che “limitati” scambi di territorio sono del tutto accettabili. Dunque, soltanto i negoziati determineranno l’assetto finale dei territori contesi di Cisgiordania. Nel frattempo, i futuri confini restano ignoti: solo il negoziato diretto israelo-palestinese li potrà definire. Etichettando i prodotti, l’Unione Europea si arroga la facoltà di decidere (al posto degli interessati) che tutti gli insediamenti al di là della “linea verde” dovranno essere smantellati e che tutta la Cisgiordania dovrà essere resa Judenrein (epurata dalla presenza ebraica). Un’idea che la stessa Lega Araba non sostiene più.L'etichettatura dei prodotti israeliani ricorda piuttosto il vecchio boicottaggio diplomatico, economico e culturale che gli stati arabi decretarono contro Israele sin dal momento della sua fondazione, quando la Cisgiordania era occupata dalla Giordania e tutti gli insediamenti ebraici che sorgevano al di là delle linee armistiziali del 1949 avevano subito la ripulitura etnica ed erano stati distrutti.Davvero un bell'aiuto al dialogo e alla ricerca di un compromesso di pace.(Da. Jerusalem Post, 19.5.13) 

Salute animale e produzione bovina, studiosi israeliani in visita all'IZSAM di Teramo 

Una delegazione di 12 studiosi provenienti da Israele è stata ospitata all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale "G. Caporale" di Teramo nell'ambito del progetto EU Twinning: "Strengthening of Israeli Veterinary Inspection Authorities for Animal Health and Livestock Production". L'iniziativa mostra ancora una volta quanto sia forte l'esigenza di scambiare conoscenze fra le varie realtà mondiali in tema di rafforzamento dell'ispezione veterinaria per la salute animale e la produzione del bestiame. E in questo contesto ha tutte le carte in regola l'IZSAM per dire la sua a livello internazionale.La delegazione ha quindi visitato il CED (Centro Elaborazione Dati) dell'Istituto per acquisire informazioni sui Sistemi informativi a livello nazionale e regionale, per poi dirigersi al LAOA (Laboratorio Alimenti Origine Animale) per conoscere le attività dell'Izs relative alla contaminazione da residui, pesticidi e diossina. Ad accogliere i colleghi provenienti da Israele c'era il dott. Federigo Santini da sempre esperto dell'Izs in giro per il mondo, che ha guidato il gruppo nella sua veste attuale di consulente dell'Izs della Lombardia ed Emilia Romagna. http://www.teramonews.com/

Da Israele la formula EatWith: cene in famiglia per turisti

Si chiama “EatWith” ed è la nuova “avventura” che consente ai turisti che si recano in Israele di vivere l’emozione dell’accoglienza all’interno delle case israeliane, un’esperienza unica e autentica. Attraverso “EatWith” infatti i visitatori possono scegliere di cenare in decine di case israeliane in ogni parte del Paese e in differenti ambienti: dal loft alla moda a sud di Tel Aviv alle antiche case in pietra di Gerusalemme, alle belle abitazioni rurali nei Kibbutz. I turisti potranno spaziare dai piatti tradizionali ortodossi a Gerusalemme ai pic-nic asado-style argentini; dai piatti gourmet creati da chef di fama internazionale alle feste ungheresi con le antiche rovine romane di Cesarea sullo sfondo.Gli ospiti hanno anche la possibilità di visitare le aziende agricole e corsi d’acqua in tutto Israele, dove i prodotti locali sono coltivati e pescati. Ogni casa o struttura extraalberghiera è stata accuratamente selezionata in base alla storia personale, ai servizi che offre, agli spazi di intrattenimento e alla qualità del cibo.I padroni di casa possono accogliere un numero variabile di ospiti, da due a 20, a seconda dello spazio e delle condizioni meteorologiche. I prezzi vanno da 100 NIS a 300 NIS per ospite (1 NIS = 0,21 euro), in base al prezzo delle materie prime, dell’esperienza culinaria del padrone di casa e dello stile dell’evento o manifestazione proposti.Per fornire informazioni dettagliate è stato anche creato un sito ad hoc: eatwith.com.http://www.lagenziadiviaggi.it/

(Nei tour che organizzo dal 2000, queste cene sono state svolte in tutti i viaggi e senza pagare nulla grazie all'ospitalità delle famiglie israeliane!!!!!n.r.)

Terrorismo: fonti Ue, presto Hezbollah nella lista nera

(AGI) - Bruxelles, 21 mag. - L'Unione europea si accinge a inserire l'ala militare del movimento sciita libanese Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici, dopo che la Gran Bretagna ha avanzato formale richiesta. Lo hanno rivelato fonti diplomatiche, specificando che la questione sara' discussa all'inizio di giugno. "Speriamo di arrivare a un accordo per la fine di giugno", ha affermato un diplomatico, spiegando che una commissione speciale di esperti si riunira' appositamente all'inizio del mese. E' da tempo che Stati Uniti e Israele fanno pressioni sui Ventisette affinche' Hezbollah sia inserito nella lista dei gruppi terroristici, ma sul tema le posizioni sono diverse. Se Londra e' apertamente a favore, piu' riluttanti sono Roma e Parigi, con quest'ultima preoccupata per il potenziale effetto destabilizzante sul Libano, dove il movimento sciita partecipa al governo, e per la sicurezza dei caschi blu schierati. Ad aumentare la pressione hanno concorso l'attentato dell'anno scorso in Bulgaria contro turisti israeliani, per il quale Sofia ha accusato il movimento sciita libanese, e il coinvolgimento di miliziani Hezbollah nella crisi siriana al fianco del regime di Damasco .

Polonia/ Ryanair propone volo diretto Israele-Auschwitz

Londra, 21 mag. (TMNews) - La compagnia irlandese low cost Ryanair punta ad aprire un collegamento fra Israele e la Polonia per sfruttare il fiorente mercato dei viaggi scolastici degli studenti israeliani nell'ex lager nazista di Auschwitz-Birkenau. Lo ha affermato oggi un suo portavoce confermando le dichiarazioni rilasciate dal numero due del vettore."Apparentemente, tutti i giovani israeliani devono recarsi in Polonia per vedere Auschwitz. Noi possiamo aiutarli a farlo", aveva affermato ieri il direttore generale aggiunto di Ryanair, Howard Millar, secondo quanto riportato da diversi media. La compagnia "è in contatto con alcuni aeroporti israeliani ma attualmente siamo in una fase esplorativa", ha confermato il portavoce di Ryanair all'Afp.Ryanair, la cui sede è a Dublino, è attiva in tutta Europa e da un anno è diventata la prima compagnia aerea della Polonia, secondo i risultati resi noti ieri. L'ex campo di sterminio di Auschwitz, situato ad una sessantina di chilometri da Cracovia, nel sud della Polonia, nel 2012 è stato visitato da un numero record di 1,43 milioni di persone. Ogni anno migliaia di studenti israeliani vi si recano, la maggior parte nell'ambito di viaggi scolastici. Circa 1,1 milioni di persone, fra cui circa un milione di ebrei, sono perite fra il 1940 e il 1945 nel famigerato lager nazista. (con fonte Afp) 

Colpito veicolo militare israeliano

 L'esercito siriano ha detto di avere colpito e distrutto un veicolo militare israeliano che aveva oltrepassato la linea di demarcazione sulle Alture del Golan. Lo riferisce la Tv di Stato. Stamane, Tel Aviv aveva detto che un suo veicolo era stato colpito mentre si trovava di pattuglia la notte scorsa e che i suoi soldati avevano risposto.ISRAELE,NESSUN VEICOLO MILITARE DISTRUTTO Nessun veicolo militare israeliano è stato distrutto la scorsa notte sulle alture del Golan. Lo ha detto all'ANSA una portavoce militare israeliana, commentando informazioni divulgate dalla televisione di Stato siriana. In seguito a quell'incidente il capo di stato maggiore gen. Beny Gantz si è recato sulle alture del Golan per un sopralluogo. La sensazione di Israele è che il fuoco sia stato indirizzato con precisione verso la pattuglia israeliana, che di conseguenza ha avuto ordine immediato di reagire. Secondo radio Gerusalemme, i militari israeliani hanno fatto ricorso a un razzo 'Tamuz' che - secondo la versione della emittente - ha centrato il bersaglio. In quello scontro a fuoco non si sono avute vittime israeliane.http://www.ansa.it/

Voci a confronto
Una forte denuncia a proposito dell’odio antiebraico che rende irrespirabile il clima nella città svedese di Malmo, considerata simbolo del multiculturalismo, arriva dal Foglio. La sezione cultura del Corriere della Sera apre con la presentazione del volume “Eichman o la banalità del male” di Hannah Arendt e Joachim Fest in questi giorni in libreria grazie alla Giuntina, che contiene inedite lettere e documenti di scambi fra i due, a 50 anni dalla pubblicazione della banalità del male. Presentata nella Capitale la sezione italiana dell’Associazione ambientalista Beautiful Israel (Messaggero Roma). Il Centro internazionale Primo Levi di New York ha assegnato il Centaur Award all’attore John Turturro. A consegnarlo John Elkann, che ha ricordato il forte legame fra Primo Levi e la nonna Carla Ovazza (Maurizio Molinari sulla Stampa). Sull’Osservatore romano Anna Foa interviene sulla vicenda dell’ufficiale della Wermacht premiato come Giusto fra le Nazioni. Nella sua rubrica di lettere sul Corriere, Sergio Romano risponde a un lettore in merito al diverso grado di riconoscimento delle proprie responsabilità rispetto al periodo del nazi-fascismo tra Italia e Germania.Rifiuto della procura generale di Stoccarda di riaprire l’indagine sull’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema. Ora l’ultima possibilità è la Corte costituzionale tedesca (tra gli altri, il Giornale).(22 maggio 2013),http://moked.it/

La sofferenza degli animali
Dell’interessante incontro svoltosi lo scorso venerdì 10 maggio presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli – in occasione della pubblicazione del numero della Rassegna Mensile di Israel dedicato alla sofferenza degli animali – ha già parlato martedì 14, Ilana Bahbout, a cui va un plauso, insieme a Luisella Battaglia, Lorenzo Chieffi e gli altri organizzatori, per avere voluto e realizzato l’importante incontro, ottimamente introdotto e moderato da Maria Valeria Del Tufo.Vorrei soltanto segnalare, a tale proposito, che la tavola rotonda, così come la pubblicazione del numero monografico della Rassegna (da apprezzare, oltretutto, per la leggiadra apertura verso il linguaggio artistico, attraverso il corredo di suggestivi disegni e poesie), si collocano nel solco di un importante filone della speculazione di pensiero ebraica, avviato già agli inizi del scolo scorso (pensiamo al grande Rav Cook), ma fortemente lievitato nell’ultimo ventennio – ampiamente testimoniato dai numerosi contributi apparsi su questo portale e sul mensile Pagine Ebraiche -, volto a definire i doveri dell’uomo verso le altre creature viventi. Un movimento culturale di grande profondità e intensità etica, che tende a una sostanziale risignificazione delle stesse Sacre Scritture, nelle quali la tradizionale interpretazione dell’uomo come “re del creato” viene di fatto abbandonata, a favore di una nuova assunzione di responsabilità.Si tratta, in un certo senso, di una sorta di rivincita postuma di Spinoza, la cui esclusione dalle Comunità ebraiche del suo tempo fu in buona parte dovuta proprio alla sua pretesa – al’epoca giudicata inconcepibile – di estendere a tutti gli esseri viventi la stessa dignità di creature divine, compartecipi della natura spirituale di tutto il creato.Oggi, di nuovo, l’ebraismo riflette sul fatto che l’uomo è accomunato a tutti gli altri esseri senzienti, innanzituto per la medesima capacità di soffrire. I libri di Giobbe e del Qohelet, da questo punto di vista, non riguardano più soltanto la specie umana, ma tutta la natura cosciente. Ma, se l’uomo soffre come gli altri animali, è differenziato da loro per il fatto che è consapevole non solo della propria sofferenza, ma anche di quella delle altre creature. E’ questa, e solo questa, forse, l’unica vera differenza tra l’uomo e le altre forme di vita, ed è evidente che è una differenza che non porta alcun diritto, ma solo doveri.Difficile dire dove questa riflessione potrà condurre, ma il fatto che essa esista, e coinvolga un numero sempre crescente di uomini di pensiero e di azione – rabbini, giuristi, scienziati, filosofi, veterinari, allevatori, semplici cittadini – mi pare, di per sé, un fatto di notevole significato.Francesco Lucrezi, storico,http://moked.it/ (22 maggio 2013)

Ticketless – Viaggiare con gusto
Il monitor in queste settimane mescola le ghiottonerie della carrozza ristorante con il patrimonio di immagini che Trenitalia finalmente sembra decisa a valorizzare. Tu alzi gli occhi dal libro che stai leggendo e vedi i panzerotti svanire davanti alle locomotive fumanti che piacevano a Carducci. Sul peso che il treno ha avuto nella letteratura italiana vengono in mente le ricerche di uno dei più bravi italianisti, Remo Ceserani, ma quali sono gli scrittori di cose ebraiche che hanno descritto viaggi in treno? Un sommario indice, che spero di infoltire nei prossimi ticketless. C’è l’incubo di Matilde Serao che, sbarcata a Giaffa, scopre con orrore che sarà la locomotiva, il simbolo della modernità e dunque la nemica della tradizione, a condurla a Gerusalemme sul finire dell’Ottocento; c’è il viaggio in treno da Ferrara a Bologna ne “Gli occhiali d’oro” di Giorgio Bassani; c’è, soprattutto, il “Corto viaggio sentimentale” di Svevo. Aghios, il protagonista, trova il coraggio di confessare ciò che raramente Svevo ha avuto la forza di fare e cioè la sua ebraicità: «È comodo di appartenere a un’altra razza. Così è come se ci si trovasse sempre in viaggio. Si ha il pensiero più libero». Svevo si divertiva a raccontare di treni ribaltati dalla bora. Occorrerebbe, pensa Aghios, che un ingegnere delle Ferrovie dello Stato inventasse un treno con la locomotiva ferma nella stazione di partenza e l’ultimo vagone fermo nella stazione di arrivo. Partenza e arrivo coinciderebbero. Questo sì che sarebbe “viaggiare con gusto”! Progettare un treno così lungo da coprire il tragitto che si deve compiere. La domanda più assurda diventerà reale: da dove si parte e dove si arriva? Per pura coincidenza il libro che stavo rileggendo questa settimana, con l’intenzione di raccomandarlo in questa rubrica ferroviaria, è il “Viaggio con la giovane ebrea”, che Alfredo Panzini scrisse alla vigilia delle leggi razziali, descrivendo il suo arrivo in treno ad Ancona con una giovane ebrea dalmata in fuga. Un piccolo capolavoro che può ancora oggi aiutare a “viaggiare con gusto”.Alberto Cavaglion (22 maggio 2013),http://moked.it

Napoli: Holocaust Days of Remembrance 

Il 14 maggio presso la Base della Marina Americana di Napoli in occasione del Holocaust Days of Remembrance si è svolto l’incontro con i sopravvissuti dalla Shoah.L’evento che ha visto la partecipazione di oltre 200 Marines per ascoltare la testimonianza di Piero Terracina e di Mario Venezia (figlio di Shlomo Venezia) è stato realizzato grazie alla collaborazione della Fondazione del Memoriale della Shoà di Milano (rappresentata da Daniela Di Veroli, con delega del Vicepresidente Jarach ndr) con il Protocollo Relazioni Esterne della Base dei Marines.Tutto è iniziato dopo l’incontro avuto nell’aprile scorso presso la sede di Londra con i rappresentanti del Holocaust Educational Trust (www.het.org) durante il quale si è “stretta” una collaborazione reciproca ed un gemellaggio per interventi e progetti europei.Quando la Base dei Marines di Napoli ha contattato la HET di Londra per organizzare l’evento con un sopravvissuto della Shoà, gli è stato suggerito di contattarmi per valutare la possibilità di una collaborazione.Grazie ai contatti con la sede ANED di Roma, e dopo un’organizzazione durata oltre un mese, è stato possibile realizzare l’incontro.
Arrivata a Napoli nel tardo pomeriggio del 13 maggio sono stata accolta presso la Base, mentre una loro delegazione andava ad incontrare Piero Terracina per accompagnarlo alla Base.La sera ci ha visti riuniti a cena (kosher parve) insieme a delle famiglie ebraiche americane residenti presso la base.La mattina abbiamo accolto l’arrivo di Mario Venezia e alle 12.30 presso il Teatro della Base ha avuto inizio l’evento vero e proprio in perfetto orario rispetto al programma distribuito: Apertura a cura di LCDR Jason Levy (Relazioni Esterne); Inno nazionale Italiano; Inno nazionale Americano; Bandiere; Preghiera a cura Chaplain Rav Blum (testo di Chief Rabbi Lord Sacks); Benvenuto a cura del Comandante Generale RDML Frederik J. Roegge; Intervento di Mario Venezia; Intervento di Piero Terracina.Vedere il teatro gremito di Marines, uomini e donne, ascoltare rapiti gli interventi degli ospiti e scorgere nei loro occhi un velo di commozione è stato davvero toccante, specie per chi ha nel proprio immaginario la figura del Marine come inattaccabile ed emotivamente freddo.Al termine dell’intervento di Piero, che concludeva l’evento, l’intera platea si è alzata in un applauso sentito e partecipe.Mario ha fatto personalmente dono al Comandante Roegge del libro del padre Shlomo con la seguente dedica: “Thank you for having such a wonderful event to help us all remember what great losses can occur in a world when few stand-up for what is right. Thank you for your service in the defense of freedom everywhere”.Abbiamo lasciato la Base augurando alle famiglie ebraiche presenti un felice Shavuot e con la promessa di organizzare presto altri incontri ed eventi. Con l’Ufficio Protocollo abbiamo concordato di organizzare annualmente incontri ed eventi in occasione del Holocaust Days of Remembrance.http://www.mosaico-cem.it/

mercoledì 22 maggio 2013

Spari al confine Israele-Siria 

Il confine tra Israele e Siria (Foto: AFP)
Il confine tra Israele e Siria (Foto: AFP)
21 maggio 2013, Nena News - Fuoco al confine tra Siria e Israele: secondo quanto riportato oggi dalle forze mlitari israeliane, ieri notte degli spari provenienti dal territorio siriano hanno colpito una pattuglia israeliana nelle Alture del Golan, danneggiando il veicolo. "I colpi erano probabilmente proiettili, non sappiamo se fossero intenzionali", ha affermato una portavoce dell'esercito israeliano. "In risposta, l'esercito israeliano ha colpito la fonte del fuoco", si legge in una dichiarazione ufficiale dell'esercito di Tel Aviv, dove si aggiunge che l'IDF ha denunciato la vicenda all'UNDOF, la missione Onu responsabile di pattugliare il confine. È la terza volta in pochi giorni che alla frontiera si assiste a eventi simili, ma sono ormai due anni - i due anni della guerra civile siriana - che le Alture del Golan sono tornate ad essere un confine caldo.Intanto, in casa europea, si continua a parlare di Siria: ieri il ministro degli Esteri britannico, William Hague, è tornato a perorare la causa delle opposizioni, affermando la necessità di fornire armamenti nella guerra anti-Assad. Un rifornimento di armi che, secondo Hague, dovrebbe essere gestito in collaborazione con altri Paesi, nel momento in cui il presidente siriano non si sforzi di rispondere agli sforzi internazionali per la pace.Una proposta che giunge mentre il segretario di Stato americano, John Kerry, sbarcava in Oman per una serie di incontri incentrati sulla crisi siriana. Ma non solo: ieri Kerry ha trattato con l'emirato un contratto da 2.1 miliardi di dollari per rifornire il Paese di un sistema di difesa anti-missile contro eventuali attacchi di droni. I dettagli vanno ancora definiti, ma la firma potrebbe essere apposta oggi o domani. Obiettivo americano è garantirsi il controllo dello Stretto di Hormuz, luogo strategico per il passaggio dell'80% del petrolio diretto in Europa e "minacciato" dall'Iran che in passato ha chiuso a piacimento lo stretto impedendo il transito delle petroliere.Sul fronte siriano, Kerry volerà domani ad Amman dove si incontrerà con i rappresentanti di dieci Paesi arabi e europei: l'obiettivo è disegnare un piano di transizione politica e discutere delle modalità per portare entrambe le parti - opposizioni e governo - al tavolo dei negoziati. Nena News

Israele celebra l'amica Barbra Streisand, laurea honoris causa a meta' giugno 

(AGI) - Gerusalemme, 20 mag. - Israele celebra Barbra Streisand, la 71enne artista statunitense di origine ebraica che lo ha spesso aiutato con raccolte fondi e iniziative di sostegno. A meta' giugno la cantante di "Woman in Love" sara' insignita della laurea honoris causa in filosofia dall'Universita' Ebraica di Gerusalemme. In un comunicato, l'ateneo ha spiegato che il riconoscimento premia una carriera, anche nell'ambito del cinema, e "l'altruismo e la leadership" della Streisand nelle questioni di "diritti umani e civili e la sua dedizione a Israele e alla sua popolazione". Il conferimento della laurea avviene nell'ambito dei festeggiamenti per il 90esimo compleanno del presidente Shimon Peres. E' previsto anche un concerto allo stadio di Tel Aviv davanti a 40mila persone, e l'esibizione al gala' inaugurale per le celebrazioni del presidente, il 18 giugno. La Streisand ha vinto 10 Grammy Awards e due premi Oscar, il primo come miglior interprete femminile per il musical "Funny Girl" (1968) e il secondo nel 1977 nella categoria "Evergreen" con il dramma musicale "E' nata una stella".

Israele: annulla missione Unesco a Gerusalemme, "politicizzata" 

 (AGI) - Gerusalemme, 20 mag. - Il governo israeliano ha cancellato all'ultimo momento la missione di una delegazione dell'Unesco che avrebbe dovuto ispezionare lo stato di conservazione nella Citta' vecchia di Gerusalemme. La decisione e' stata presa per la "politicizzazione" dell'evento da parte palestinese, ha spiegato un portavoce del ministero degli Esteri israeliano. Israele aveva acconsentito alla prima missione dell'Unesco nella Citta' Vecchia di Gerusalemme dal 2004 dopo le pressioni della Giordania e dei palestinesi, che avevano chiesto l'intervento del presidente americano, Barack Obama. "I palestinesi non hanno rispettato i patti", ha denunciato il ministro degli Esteri israeliano, "la visita doveva essere professionale, ma hanno preso iniziative per politicizzare l'evento, senza lasciare il modo alla delegazione di dedicarsi agli aspetti professionali". Israele ha rapporti difficili con l'Unesco, doprattutto dal novembre 2011 quando l'agenzia dell'Onu per l'educazione, la scienza e la cultura ha ammesso l'Anp come membro a tutti gli effetti e ha inserito la Basilica della Nativita' a Betlemme nel Patrimonio dell'Umanita'.

Israele, gli congelano il conto corrente Entra in banca, fa strage poi si uccide
Si è suicidato l’uomo che oggi ha rapinato una banca a Beer Sheva, nel sud di Israele, uccidendo quattro persone, e poi prendendo un ostaggio. Lo riporta la televisione israeliana Channel 2, precisando che la donna tenuta in ostaggio è stata liberata.Secondo la ricostruzione della polizia, l’uomo - un israeliano di 40 anni circa - ha ucciso tre uomini ed una donna e ferito diverse persone all’interno della banca, dove poi si è asserragliato con la donna presa in ostaggio che ha rilasciato dopo circa un’ora di negoziati con la polizia. Poco dopo che la donna è stata fatta uscire dalla banca, l’uomo si sarebbe suicidato, secondo quanto si legge sul sito di Ynet. Il ministro per la sicurezza interna, Yitzhak Aharonovitch, ha detto che «molto probabilmente vi era un solo rapinatore e non siamo neanche sicuri che si sia trattato di una rapina, in questo momento stiamo vagliando ipotesi in tutte le direzioni». Infatti le persone che erano nella banca sopravvissute al massacro hanno detto che il rapinatore dopo aver fatto irruzione nei locali non ha chiesto soldi. «Forse siamo di fronte all’azione di una persona instabile mentalmente», affermano fonti della polizia.   Ad innescare il raptus dell’uomo sarebbe stato il congelamento del suo conto bancario, che aveva accumulato un debito di 1200 euro. Dai primi dettagli dell’inchiesta è emerso che l’uomo era un ufficiale della riserva dell’esercito israeliano e che nel 2002 aveva partecipato all’uccisione di due palestinesi che avevano appena compiuto un attentato. Per il suo intervento, ottenne dalle autorità un encomio. Un testimone ha raccontato che l’uomo ha sparato alle persone mentre erano sdraiate a terra: «Il rapinatore ha sparato due proiettili ad entrambe le persone che si trovavano accanto a me, ha semplicemente sparato, senza chiedere nulla». La prima persona ad essere uccisa sarebbe stato una delle guardie di sicurezza e l’uomo, dopo aver sparato, si sarebbe avvicinato alla vittima per assicurarsi che fosse morta, prima di ricaricare l’arma e sparare di nuovo, ogni volta poi controllando il polso della vittima.  http://www.lastampa.it/

Umberto Saba e il sogno di Hitler
“A quelli che credono ancora che Adolfo Hitler… abbia almeno amata la Germania, racconto qui qual è stato veramente il suo Sogno. Ridurre la Germania un mucchio di macerie; e, fra nuvole di gas asfissianti, rimproverando ai tedeschi di averlo – per colpa degli ebrei – tradito, salire EGLI al cielo, in una specie di apoteosi, circondato dal fiore delle più giovani e fedeli S.S. Questo sogno egli lo ha sognato così profondamente … che si può dire che egli abbia vinta – almeno in parte – la SUA guerra”. Così scriveva Umberto Saba in Scorciatoie e Raccontini, pubblicato nel 1946.Non molti sanno che il grande poeta triestino fu uno dei primi intellettuali europei ad interrogarsi sul nazismo e la Shoah. Impagabile il ritratto di Hitler “eseguito nel 1933” e proposto in questa stessa opera: “Con quei baffetti sotto il naso, e quella smorfia facciale, come fiutasse sempre… un cattivo odore”.“Accanto alla metafisica post-Auschwitz di Primo Levi – come ha osservato acutamente Ettore Janulardo, in un saggio apparso sulla rivista Studi e ricerche di storia contemporanea – si situa la prosa lirica post-Majdaneck di Umberto Saba”.Majdaneck era un piccolo campo di concentramento tedesco, sito a Lublino, in Polonia: il primo scoperto dagli Alleati. Il 22 luglio 1944 vi giunsero le prime pattuglie russe, trovandovi qualche migliaio di sopravvissuti. Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Auschwitz erano allora sconosciuti. Costituito nel 1941, vi transitarono intorno a 300 mila deportati, di cui il 40 per cento ebrei di varie nazionalità. Campo di concentramento e di sterminio, fu un sito di morte con ogni mezzo: gas, armi da fuoco, impiccagioni. Vi morirono circa 80 mila persone.Majdaneck è per Saba il simbolo della vicenda concentrazionaria, l’inizio della conoscenza da parte dell’umanità degli orrori del nazismo (quello che è oggi Auschwitz). Egli in Scorciatoie e Raccontini si confronta con l’annullamento della persona al tempo dei lager: “Dopo Napoleone ogni uomo è un po’ di più, per il solo fatto che Napoleone è esistito. Dopo Majdaneck…”Quanto alla vicenda italiana, Saba è più indulgente del suo amico Giacomo Debenedetti, come ha rilevato di recente Alberto Cavaglion sulla rivista storiAmestre. Il poeta triestino scrive che “Gli ebrei italiani non potevano fare all’Italia (in quanto ebrei) né bene né male. Mediterranei come la maggioranza, viventi in Italia da secoli o da millenni; c’è – con qualche eccezione – meno diversità fra un italiano ebreo e un italiano non ebreo, che non, p. es., fra un bresciano e un calabrese”.
A differenza di Debenedetti, Saba sostiene che nel nostro Paese non vi era stato bisogno di difendersi dall’antisemitismo: “non c’è mai stato in Italia – tolti gli anni dell’agonia del fascismo – un bisogno di difendersi da queste cose”. Una visione generosa dei fatti. Pesa in questo, probabilmente, la sua esperienza personale di discriminato, grazie al risolutivo intervento dello stesso Benito Mussolini. Per questo motivo, il giudizio sul duce, pur restando negativo, è più conciliante: per Saba infatti Mussolini non fu antisemita o sanguinario ma “carcerario”.Si tratta di testi scritti, come Saba stesso annota, “sotto l’impressione, estremamente piacevole, della dissoluzione di un incubo”. Ma lo stesso poeta triestino avverte: “Dieci anni ancora di fascismo, nazismo, razzismo e si regrediva tutti (vero alla lettera) al cannibalismo”.Mario Avagliano,http://moked.it/b (21 maggio 2013)

Difendere l’ambiente con Beautiful Israel
Già presente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Svizzera e Belgio, la ong ecologista Beautiful Israel arriva anche in Italia. Presidente di sezione sarà Dario Coen, coadiuvato nell’incarico dal suo vice Massimo Finzi. Il lancio dell’iniziativa oggi a Roma nel corso di una cerimonia cui prenderanno parte il presidente mondiale Avraham Katz Or e l’ambasciatore israeliano nella Capitale Naor Gilon. Moltissime le sfide affrontate (e vinte) in questi anni da Beautiful Israel: conservazione e tutela del paesaggio, protezione dell’ambiente, formazione ai giovanissimi. Una realtà in continua espansione, svincolata da qualsiasi tipo di supporto governativo e capace di autofinanziarsi grazie a campagne di fund-raising che permettono la realizzazione di numerose iniziative. Tra gli amici della ong il capo di Stato Shimon Peres che ogni anno, nella sua residenza di Gerusalemme, assegna due premi: Yakir, rivolto ai sostenitori di Beautiful Israel; Magshim, destinato a progetti di salvaguardia dell’ambiente all’interno di un contesto urbano. “Il Mediterraneo – afferma Katz Or nell’imminenza della cerimonia – ha molti problemi ecologici, perché è un mare chiuso e solo una volta ogni centinaia di anni avviene un ricambio completo dell’acqua. Italia e Israele hanno lo stesso ambiente, la stessa aria, la stessa acqua e lo stesso mare. E gli stessi problemi ecologici. E ci sono molte tematiche da portare avanti. Qualunque danno commettiamo, qualunque rifiuto gettiamo nel mare, i nostri pesci sono gli stessi. Credo che l’Italia risenta delle stesse nostre problematiche”.(21 maggio 2013)http://moked.it/

Voci a confronto
A proposito dell’importanza per la Chiesa cattolica delle organizzazioni di volontariato, si cità ancora una volta l’omelia di papa Francesco sulle “comunità chiuse (Corriere della Sera).“Verso l’America, Terra promessa” è il titolo del libro che verrà presentato oggi a Genova con la partecipazione del vicepresidente della Comunità ebraica cittadina Ariel Dello Strologo (Secolo XIX ).Il cancelliere tedesco Angela Merkel punta il dito contro i metodi nazisti del premier ungherese Viktor Orban (Corriere).All’Olimpico di Roma prevista la chiusura della Curva Sud in occasione della prossima partita casalinga in seguito ai cori razzisti contro Balotelli (Corriere Roma). Al tema è dedicato anche un editoriale sulla pagina delle opinioni dello stesso quotidiano milanese.Il presidente della Camera Laura Boldrini scrive al quotidiano della Conferenza episcopale Avvenire in merito al tema della legge contro l’omofobia e delle nozze gay. Le risponde il direttore Marco Tarquinio, mentre sul Corriere Fabio Cavalera illustra i guai del premier britannico Cameron con il suo partito proprio per la legge in materia attualmente in discussione in Parlamento.A Milano oggi in programma una cerimonia di conferimento della cittadinanza simbolica a 200 bambini figli di immigrati con il ministro dell’integrazione Cecile Kyenge (Corriere Milano).Manca un censimento dei lager italiani che faccia luce sulle deportazioni durante il secondo conflitto mondiale. A denunciarlo è Avvenire.Fiamma Nirenstein sul Giornale analizza i rinnovati rapporti tra Turchia e Israele, mentre Maurizio Molinari sulla Stampa riferisce di un appello degli Usa all’Italia per lavorare alla stabilizzazione della Libia.Il Fatto quotidiano riprende (con toni alquanto tendenziosi) una notizia che domina la stampa israeliana in questi giorni. Il bambino di 12 anni il cui pianto disperato divenne icona della seconda intifada non sarebbe stato ucciso in quell’occasione dal fuoco dei soldati israeliani, secondo un’inchiesta israeliana commissionata dal premier Netanyahu.Repubblica riferisce di tensioni fra Israele e l’Unesco, con lo Stato ebraico che ha sospeso una visita degli ispettori ai luoghi della Città vecchia, perché inficiata da strumentalizzazioni politiche secondo il governo israeliano.(21 maggio 2013),http://moked.it/


Pace "a tutto gas" tra Turchia e Israele

Il Giornale, 21 maggio 2013, Fiamma Nirenstein

Tayyip Erdogan, il primo ministro turco, è un acrobata capace di camminare in contemporanea su un filo, fare il doppio salto mortale e cadere in piedi per ricevere l’applauso. Lo scopo è  fare della Turchia il Paese che riesce a usare a scopi egemonici la sua fama di Paese a cavallo fra Islam e Occidente, e rafforzare il suo regime molto vicino ai Fratelli Musulmani, mentre si presenta come forza moderata. Non ha remore morali: oggi è il peggior nemico di Assad, ai tempi della rivolta libanese per cacciarlo dalla Siria era il suo migliore alleato. Era un amico strettissimo di Gheddafi, di cui accettò il “Premio Internazionale Gheddafi per i diritti umani”. Tuttavia l’Europa conserva la memori! a speranzosa di Kemal Ataturk e il senso di colpa per aver tenuto la Turchia fuori dall’UE. Ma intanto le cose sono cambiate, l’islamizzazione è prepotente, la libertà è crollata, la politica estera è aggressiva. La Turchia agisce anche spinta dalla necessità di resistere al terremoto siriano che la pervade di profughi e di terrorismo e la mette a rischio di una guerra chimica. Ma al di là di questa evenienza c’è l’ambizione ottomana di Erdogan, che si vede come il grande rifondatore di un impero che ha quasi fagocitato l’Europa e il Medio Oriente per secoli, fino al 1918.Erdogan ha dato esempio di grande disinvoltura proprio nelle ultime settimane. Il 22 marzo su esplicita richiesta del Presidente Obama,accetta graziosamente le scuse di  Benyamin Netanyahu, premier israeliano, per l’incidente del maggio 2010. Allora furono uccisi nove attivisti turchi sulla Mavi marmara diretti a Gaza sulla flottilla antisraeliana. Essa portava anche membri del! gruppo paraterrorista IHH.  Erdogan continua dopo l’incidente la strada che lo aveva portato a inveire contro Shimon Peres a Davos urlandogli “Voi sapete uccidere”, dichiara di recente, fra l’altro, che il Sionismo è “un crimine contro l’umanità”. Invita a Ankara Khaled Mashaal, il capo dell’organizzazione terrorista Hamas. Gli dedica una standing ovation, dichiara che i suoi uomini sono “combattenti della resistenza che difendono la loro terra”. L’odio per Israele gli conquista molti consensi nel Medio Oriente. E ciò che cerca, dato che intanto i suoi accordi con Assad si sciupano. Ma il 15 marzo Erdogan accetta la proposta di far pace con Israele in cambio di ricompense per le famiglie degli uccisi. Obama lo vuole, ed è una vittoria morale. Ma intanto gli analisti che scavano nei colloqui circostanti all’accordo scoprono un interesse della Turchia che non c’entra con l’onore: il gas naturale trovato in quantità a largo delle coste di Ha! ifa attrae Erdogan. La Turchia, si dice, vuole partecipare con due milioni di dollari alla costruzione del condotto sottomarino che dovrebbe portare il gas fino alle sue coste e forse poi verso l’Europa. Big business. Oggi essa è in gran parte dipendente dalla Russia per il gas, lo scontro sulla Siria con Putin rende Israele ben più affidabile. Ma la Turchia, lo è? Perché lo stato ebraico dovrebbe far scorrere il suo gas in tubi lungo coste libanesi e siriane, dopo che l’Egitto dei Fratelli Musulmani ha fatto saltare gli accordi e i tubi stessi in pochi mesi di nuovo potere? Perché dovrebbe fare un dispetto a Cipro, nemico della Turchia?Erdogan è andato a Washington da Obama meno di una settimana fa, ha spinto per la destituzione di Assad, e certamente Obama, in cambio di una posizione decisa gli chiede l’abbandono della linea estremista su Israele. Ma Erdogan ha confermato, fra un abbraccio e una pacca ! sulla spalla, che alla fine del mese andrà in visita a Gaza, e probabilmente lo farà insieme al primo ministro egiziano Morsi, leader dei Fratelli Musulmani. Ha anche riaffermato di essere molto favorevole al previsto accordo Fatah-Hamas. Hamas, il cui scopo istituzionale è non solo la distruzione di Israele ma anche l’uccisione di tutti gli ebrei (basta guardare lo statuto e i discorsi dei leader, o il terrorismo che ha sterminato migliaia di innocenti) non può, ragionevolmente, essere l’interlocutore di un amico di Israele o di qualsiasi paese democratico. Ovvero: non c’è comune buon senso che possa spingere chicchessia a un accordo vitale con la Turchia di Erdogan.