venerdì 7 novembre 2008

Gerusalemme - Modellino del 2° Tempio

Israele, la biometria diventa obbligatoria

Sembra che Israele abbia bisogno di un sistema sicure in grado di identificare inequivocabilmente ogni cittadino presente nel paese.Chiaramente le tecnologie più note, sono relative alle impronte digitali e al riconoscimento facciale. Pertanto, anche in questo caso, la proposta di legge che prevede l’istituzione di carte di identità elettroniche non poteva dimenticare queste informazioni biometriche. Il problema (se così vogliamo chiamarlo) è che queste considerazioni sembrano essere uscite dallo stato embrionale in cui si trovavano. Una commissione parlamentare sembra aver già conferito una prima approvazione al progetto che adesso deve passare l’esame di altre commissioni per verificare la compatibilità con la normativa vigente nel paese.Anche in questo caso, le motivazioni che spingono alla biometria sono quelle di un sistema di identificazione più rapido ed efficace, privo (o quasi) dei costi attualmente necessari al riconoscimento di una persona.Inoltre, il vantaggio di sicurezza è che le informazioni biometriche risiedono e non possono essere dissociate dalla persona stessa (si spera).
Purtroppo però permangono delle perplessità. In che modo verranno gestiti i database contenenti milioni di informazioni assolutamente riservate e sensibili? Quali le tecnologie utilizzate e quali le politiche e le autorizzazioni di accesso agli stessi DB? E ancora, quali azioni verranno messe in campo per evitare abusi o violazioni?Non rimane che aspettare, fiduciosi che prima di obbligare i cittadini a sottostare a nuove regole vengano prese le dovute precauzioni.

giovedì 6 novembre 2008

Wadi nel Neghev

ISRAELE: APPROVATA LA LEGGE CHE VIETA SONDAGGI 4 GIORNI PRECEDENTI ALLE PRIMARIE

06 nov. - Il parlamento israeliano ha approvato oggi una legge che vieta la pubblicazione di sondaggi nei quattro giorni precedenti alle elezioni primarie di partito. La norma prevede inoltre che vengano indicate obbligatoriamente alcune informazioni, come il numero di persone intervistate, la loro origine e il metodo usato per raccogliere i dati. Promotori della proposta di legge alcuni deputati del partito laburista, di Kadima e del Likud. L'inziativa legislativa era partita diversi mesi fa ed è stata accelerata dopo le primarie del maggiore partito politico del paese che hanno sancito la vittoria del ministro degli Esteri Tzipi Livni sull'avversario Shaul Mofaz. I sondaggi precedenti al voto avevano previsto un'ampia maggioranza per la Livni, mentre poi la vittoria è stata ottenuta con un margine ristretto. Commentando la nuova legge, il presidente della Commissione Affari Costituzionali e Giustizia alla Knesset, Menachem Ben-Sasson (Kadima), ha dichiarato che è impossibile controllare il flusso di informazioni nel periodo immediatamente precedente al voto ''ma è importante cercare di permettere alla gente di formarsi un'opinione senza che un sondaggio possa influenzarla''. La nuova norma entrerà in vigore nei prossimi giorni, in modo da poter regolare le primarie che i partiti organizzeranno in vista delle elezioni di febbraio. (Adnkronos).

mercoledì 5 novembre 2008

Mezze penne tricolore

ingredienti: 350 g di mezze penne rigate,250 g di mozzarella,400 g di pomodorini ciliegia,100 g di olive nere,4 cucchiai di olio extravergine,1 cipolla,1 mazzetto di basilico,sale e pepe.Procedimento: sbucciate la cipolla e affettatela. lavate i pomodori, asciugateli e tagliateli a pezzetti. tagliate a dadini la mozzarella e snocciolate le olive. raccogliete in una terrina la cipolla, i pomodori, le mozzarelle, le olive e l'olio. Mescolate con cura e insaporite con sale e pepe.portate a ebollizione una pentola con abbondante acqua, salatela e fatevi cuocere la pasta. scolatela al dente e mescolatela subito al condimento preparato. trasferite in un piatto daportata, cospargete con basilico, lavato, asciugato e sminuzzato e servite. http://youloseforum.forumfree.net/

Burghul con zucchine

Ingredienti: 300 gr di burghul, 4 grosse zucchine verdi, 1 cipolla, 1 limone,prezzemolo,menta,curry,pepe.Bollire il burghul in acqua salata. Nel frattempo cucinare le zucchine tagliate a rondelle in una padella con un po' d'olio, il prezzemolo e la cipolla tagliata a spicchi sottili. Unire anche il curry.Mischiare burghul e zucchine, aggiungere il pepe e il succo di un limone.Si può mangiare freddo o caldo. Guarnire con le foglie di menta.

Il burghul è frumento germogliato che viene seccato e tritato grossolanamente. E' pertanto un cereale integrale e come tale è ricco di sostanze nutritive quali sali minerali e vitamine, che rendono questo prodotto estremamente nutriente.Il suo uso è tipico del Medio Oriente, ma si sta piano piano affermando anche in Italia come ingrediente per ottime insalate fredde, minestre, come base per ripieni o come contorno per carni e pesci. Il suo uso è in effetti molto simile a quello del riso, di cui ne ricalca la versatilità.In commercio si trova generalmente precotto a vapore e seccato, quindi tritato secondo diverse granulometrie. E' possibile infatti trovarlo grosso, fine e finissimo. La varietà più piccola è migliore per le insalate fredde, quella più grande per le minestre.http://youloseforum.forumfree.net/

Regio Decreto Legge 5 settembre 1938, XVI, n. 1390

Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista

Vittorio Emanuele III per Grazia di Dio e per la Volontà della Nazione Re d'Italia Imperatore d'EtiopiaVisto l'art. 3, n.2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n.100; Ritenuta la necessità assoluta ed urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana; Udito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con quello per le finanze; Abbiamo decretato e decretiamo; Art. 1. All'ufficio di insegnante nelle scuole statali o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non governative, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere ammesse persone di razza ebraica, anche se siano state comprese in graduatorie di concorso anteriormente al presente decreto; nè potranno essere ammesse all'assistentato universitario, nè al conseguimento dell'abilitazione alla libera docenza. Art. 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica. Art. 3. A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli insegnanti di razza ebraica che appartengano ai ruoli per le scuole di cui al precedente art. 1, saranno sospesi dal servizio; sono a tal fine equiparati al personale insegnante i presidi e direttori delle scuole anzidette, gli aiuti e assistenti universitari, il personale di vigilanza delle scuole elementari. Analogamente i liberi docenti di razza ebraica saranno sospesi dall'esercizio della libera docenza. Art. 4. I membri di razza ebraica delle Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti, cesseranno di far parte delle dette istituzioni a datare dal 16 ottobre 1938-XVI. Art. 5. In deroga al precedente art. 2 potranno in via transitoria essere ammessi a proseguire gli studi universitari studenti di razza ebraica, già iscritti a istituti di istruzione superiore nei passati anni accademici. Art. 6. Agli effetti del presente decreto-legge è considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica. Art. 7. Il presente decreto-legge, che entrerà in vigore alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno, sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in legge. Il Ministro per l'educazione nazionale è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge.Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a San Rossore, addì 5 settembre 1938 - Anno XVI Vittorio EmanueleMussolini, Bottai, Di Revel Visto il Guardasigilli: Solmi



Unione per il mediterraneo, Israele e Lega araba insieme per la pace

A Barcellona la sede del segretariato permanente

La capitale della catalogna Barcellona è stata scelta come sede del segretariato permanente dell'Unione per il Mediterraneo (Upm) dai rappresentanti dei 43 paesi riuniti in questi giorni in un vertice a Marsiglia nel corso del quale è state raggiunto un importante risultato, nell'ambito del progetto fortemente voluto dalla presidenza europea di Sarkozy, che vede coinvolti Israele e i paesi arabi. In pratica, grazie alla mediazione di Francia ed Egitto - presidenti di turno dell'Upm - Israele ha accettato l'iniziativa di pace araba nella regione mediorientale. Il ministro degli esteri francese, Bernard Kouchner, un po' enfaticamente si è detto entusiasta del fatto che ''Il ministro di uno Stato che non esiste, quello palestinese, si è confrontato a lungo con il suo collega israeliano e hanno deciso di lavorare insieme: questo è già un progresso, e può darsi che domani andranno più lontano''. In realtà non è stato per nulla facile raggiungere l'intesa. Come riferisce la corrispondenza di ANSAmed, si è partiti da posizioni rigide: con la Lega Araba che ha rivendicato un ruolo di osservatore attivo, mentre Israele non le voleva concedergli il diritto di parola. La situazione di stallo è stata sbloccata dopo che Israele ha accettato di cedere sia sul ruolo della Lega Araba, sia sul sostegno all'iniziativa di pace araba nel testo della dichiarazione finale. In cambio lo stato ebraico ha ottenuto uno dei cinque posti ''aggiunti'' del segretariato, ottenendo così accesso al centro decisionale della dell'Upm, dove si selezioneranno i progetti, si troveranno i fondi e si deciderà dove indirizzarli. Gli altri membri aggiunti saranno Italia, Malta, Grecia e Autorità nazionale palestinese. Il ruolo di Segretario generale andrà invece a un rappresentante della sponda Sud del mediterraneo che assieme ai cinque membri aggiunti durerà in carica tre anni, a partire dalla fine di quest'anno. C'è anche l'ipotesi - che sarà valutata dai due co-presidenti Mubarak e Sarkozy - di allargare ad un sesto membro, in seguito alla candidatura presentata oggi dalla Turchia.
Quanto ai fondi per il funzionamento dell'Upm, questi verranno dal budget Ue e dai paesi membri che stipendieranno i funzionari del segretariato e verseranno contributi volontari. Per i progetti si punta invece al coinvolgimento dei privati, e per questo l'Italia ha proposto di creare un forum economico permanente a Milano, dove far incontrare governi e imprese. L'Italia guiderà anche il consorzio delle protezioni civili. http://www.agenziaradicale.com/


DAVID GROSSMAN "A UN CERBIATTO SOMIGLIA IL MIO AMORE"

Arnoldo Mondatori Editore S.p.A., 2008, pp. 781 €. 22,00
All’inizio udiamo solo le loro voci che riecheggiano nel buio della notte: siamo nel reparto di isolamento di un ospedale di Gerusalemme durante la Guerra dei Sei Giorni, nel giugno 1967. Voci che esprimono rabbia e concitazione, soprattutto quella di Avram, dall’inconfondibile accento russo; oppure meraviglia, ansia e desiderio di condividere le proprie paure, quella di Orah. Dopo alcuni colloqui a due, in un misto di confidenze e sfide reciproche, ecco una terza voce, Ilan, che indoviniamo come il “bello” del trio. Voci e ombre cinesi. Sono tre sedicenni che, in quelle drammatiche ore, mentre fuori impazza una terribile battaglia, la cui eco giunge loro lontana, imparano a conoscersi: si provocano, litigano, si riappacificano, si tastano, si sfidano, rivelando l’un l’altro i più reconditi segreti. Nessuno pare conoscere l’aspetto dell’altro; forse si sono incrociati in precedenza, forse no. Dopo il saggio politico “Con gli occhi del nemico” (2007) e la riproposizione del libro per l’infanzia, del 1990, “La lingua speciale di Uri”, David Grossman ritorna con un nuovo grande romanzo, in questi anni segnati dalla tragica morte, il 12.8.2006, nella Seconda Guerra del Libano, del secondogenito, Uri, di 21 anni. David, come egli stesso spiega nella breve, ma significativa, postfazione, aveva iniziato a scrivere il libro nella primavera del 2003 e confessa che nutriva la speranza che la sua opera in divenire proteggesse in qualche modo misterioso il figlio impegnato con il rischioso servizio militare nei “Territori”. Terminata la settimana di lutto lo scrittore è ritornato alla sua storia, la cui maggior parte era compiuta. “Ciò che era cambiato, per lo più” egli annota “era la cassa di risonanza della realtà in cui è avvenuta la stesura definitiva”. “Una donna in fuga da una notizia” si intitola il romanzo nella lingua originale; mentre come “A un cerbiatto somiglia il mio amore” è presentato nell’edizione italiana: il riferimento è a una frase di Orah in cui ella, nel rammentare un versetto del Cantico dei Cantici, si diverte con un gioco lessicale tra il sostantivo “cerbiatto” e il nome del personaggio, intorno al quale ruota tutta la vicenda, che in ebraico si dicono allo stesso modo: Ofer. Dopo la parte iniziale che accompagna la nascita di una grande amicizia, facciamo un balzo in avanti di circa un quarantennio. Orah è una donna di mezz’età, separata dal marito Ilan, madre di due figli, Adam e Ofer. Mentre Ilan e il primogenito si trovano all’estero, ella progetta con Ofer un viaggio in Galilea, per festeggiare il termine della ferma triennale di lui. Senonché il giovane, proprio all’ultimo, è richiamato per un’operazione militare in Cisgiordania. La notizia getta la madre nel più profondo sconforto: ella cova nell’animo un oscuro presentimento di morte da cui non sa liberarsi. Pensa, di continuo, a quando “loro”, gl’incaricati dell’esercito, seguendo il consueto rigido cerimoniale, busseranno alla sua porta, magari di notte, e le declameranno la frase di rito che la schiaccerà. Oppressa da simile angoscia, Orah decide di partire ugualmente; la sostiene un pensiero assurdo: se “loro” non l’avessero trovata, se fosse stato impossibile rintracciarla, la brutta notizia sarebbe stata, in qualche modo rispedita al mittente e…a Ofer non sarebbe accaduto nulla di male. Ella è perfettamente consapevole che tutto ciò non ha letteralmente senso, ma la razionalità ha forse a che fare con l’amore? Orah sceglie di non partire sola. Costringe l’antico amico Avram, con il quale il legame intrecciato da ragazzi si è sempre mantenuto vivo, ad accompagnarla in un lungo peregrinare a piedi. Fin dove? Fin dove finisce Israele. Un viaggio nello Spazio, ma anche nel Tempo. Essi si incamminano. Orah davanti, agile, motivata, che parla, parla; Avram, dietro, invecchiato, appesantito, silenzioso, non ancora cosciente delle motivazioni che stanno alla base dell’avventura in cui è stato trascinato; concentrato solo sul presente, perché futuro e passato lo angosciano, oppresso da un dramma che ha lasciato su di lui una traccia indelebile, la cui natura il lettore dovrà scoprire nella lettura del romanzo. Man mano che i due proseguono col cammino si schiudono davanti a loro -e a noi- le bellezze del paesaggio israeliano, descritte in modo vivido e partecipato: le querce, i terebinti di biblica memoria, i fiori dai mille colori, i cieli, le mucche al pascolo; l’odore pungente di salvia che giunge fino alle narici … Rumori della natura e…..Rumori dell’anima. Incontri con altri gitanti, alcuni davvero insoliti. Di che parla Orah a Avram? Gli parla di Ofer, del suo “Sorgen Kind”, dal giorno in cui egli è nato: per farlo sentire vivo, per salvarlo. A volte, oltre alle parole, usa gesti simbolici. Scrive, perfino: in un quaderno annota pensieri su Ofer. Valore terapeutico della scrittura: ricomposizione di realtà infrante. Bellissime le pagine in cui pian piano ella comincia a comprendere “come” dovrà parlare del figlio a quest’uomo cui la vita ha riservato tante porzioni di dolore. Ella comincia da lontano, da prima della nascita del primogenito Adam, vicenda che spezzò l’armonia perché….Adam, che assomiglia tanto a suo padre Ilan, nello sguardo verde intenso, ricco di fascino, e nel carattere intransigente. Coinvolto nel gioco, Avram chiede a Orah che gli racconti Ofer, ma senza dimenticare affatto Adam! E senza mostrare foto, se non dopo diversi giorni. Con un linguaggio ricco di sfumature, in un continuo intrecciarsi tra passato e presente, l’Autore esprime lo sforzo, l’ansia di vivere in un contesto estenuato dalla durezza della guerra. A volte si avvale di espressioni che richiamano una prosa dagli accenti omerici, primigeni, come quando descrive il letto in legno che Ofer, adolescente, si era costruito per sé, ma che poi aveva deciso di donare ai genitori. Il libro è densissimo, quanto a legami, pensieri, immagini. Tema principale, espresso con un fine studio psicologico, è il rapporto complesso che lega tre persone -Orah, Avram e Ilan-, al di là del tempo e del vissuto di ciascuna; ci si può perfino separare, nella vita di tutti i giorni e per qualche tempo, ma si resta uniti per la vita. Viene spontaneo l’accostamento a “Jules et Jim”, del francese Henri Pierre Roché, dal quale un altro cantore dell’animo umano, il regista François Truffaut trasse, nel 1962, un incantevole film. Il romanzo non ha una vera propria trama, ma contiene tante tematiche, legate l’una all’altra, come i personaggi che incontriamo. Il dramma di una madre, in ansia per il più “luminoso” dei suoi figli, si rispecchia nel dramma di una Nazione che sperimenta lo scarto tra la rischiosa esistenza quotidiana e quella che si potrebbe (e vorrebbe) vivere. Le pagine dedicate a Avram in pericolo -durante la guerra di Yom Kippur del 1973- sono degne di un grande scrittore di guerra, tanto sono dense di significato. Ma altrettanto mirabile è il contesto nel quale Orah viene a conoscenza di quel tragico episodio. Un altro tema è quello della Terra, della Natura, in un approccio di condivisione, magari anche solo di un semplice cibo acquistato nel più vicino supermarket, che caratterizza il viaggio dei due amici. La natura avvicina gli esseri, umani e non. C’è il tema dell’Amore per il proprio Paese, espresso senza alcuna retorica, ribadito da Avram a Orah: “Avrebbe voluto dirle che solo qui in questo paesaggio, tra queste rocce, questi ciclamini, sotto questo sole e parlando in ebraico, la sua vita aveva un senso”. E non manca l’Angoscia per il futuro dello stesso Paese: durante il cammino essi incontrano molti monumenti, cippi, stele, dedicati a militari morti in azioni di guerra, eretti nei luoghi in cui essi sono caduti. Orah si domanda sgomenta: “Come andrà a finire…..non c’è più posto per tutti questi morti”. E’ infine un romanzo sull’essere genitori, sulla famiglia nel suo complesso, perché non si può parlare di un membro della stessa senza coinvolgerli tutti. L’opera è significativamente dedicata ai familiari, che David nomina: Michal, la moglie, Yonatan e Ruti, il primogenito e l’ultima nata, e “Uri, 1985-2006”. Le pagine sulla Maternità sono molto forti: commuove che un uomo abbia saputo penetrare così profondamente la sensibilità femminile in momenti che una donna / madre difficilmente riesce, anche volendolo, a condividere col compagno. Ma altrettanto coinvolgente è la voce della Paternità, scoperta pian piano, lungo la strada, su ogni sentiero, in un’ascensione verso il Divino.
Mara Marantonio Bernardini, 3 novembre 2008 http://www.mara.free.bm/

martedì 4 novembre 2008

Israele secondo al concorso internazionale "Litorale Flegreo nel Mondo 2008"


Nella quarta prova del concorso internazionale gastronomico "Litorale Flegreo nel Mondo 2008", l'evento organizzato dalla Holding Studio di Aldo Foggia, dedicata alla cucina etnica la vittoria è andata alla Croazia, presente anche il console Mariano Barresi, che si è aggiudicata il premio della giuria tecnica assegnato al piatto dello chef Zlatko Marinovic, secondo piazza per l'Israele rappresentato dallo chef Yossi Elad................................
http://fuoridalghetto.blogosfere.it/

Eilat

Il ministero del Turismo israeliano a Josp Fest Stand da 100 mq occupato interamente da Gerusalemme

Il ministero del Turismo israeliano, ufficio del turismo dello Stato di Israele, occuperà 100 mq di spazio espositivo a Josp Fest, Journeys of the Spirit Festival, il primo festival internazionale dedicato ai viaggi dello spirito che si terrà alla Nuova Fiera di Roma dal 15 al 18 gennaio 2009.Lo stand occupato esclusivamente da Gerusalemme sarà situato nel padiglione Journey “Grandi Itinerari della Fede/Main Itineraries of Faith” che è dedicato alle tre mete storiche - Roma, Santiago e Gerusalemme - e le strade che portano a queste città.Il “Time Elevator of Jerusalem” sarà un co-espositore nello stand. Questo strumento turistico è un simulatore dove i partecipanti tra una combinazione di film, immagini e altre effetti speciali potranno vivere la storia di Gerusalemme in un modo innovativo. 04/11/2008, http://www.guidaviaggi.it/

lunedì 3 novembre 2008

Galilea - samaritani a passeggio

Storia della Comunità ebraica reggina

Di Tonino Nocera
Il 25 luglio 1511 (19 tammuz 5271) gli ebrei reggini lasciarono la città dello stretto e si imbarcarono per Messina; per poi dirigersi parte verso Roma e parte verso Livorno. Calava il sipario su una vicenda storica secolare che tanti benefici aveva recato alla città e all’intero Mezzogiorno.L’esodo fu causato da un editto del re di Spagna Ferdinando il Cattolico che il 23 novembre 1510 decretò l’espulsione di tutti gli ebrei dal Regno di Napoli. Stessa sorte era già toccata gli ebrei spagnoli; solo chi accettò di convertirsi poté restare. Ebbe così inizio la vicenda dei marrani ossia degli ebrei convertiti al cristianesimo.Alcuni di loro però in segreto continuarono a praticare l’antica religione. Ma l’Inquisizione era vigile e attenta: pronta a cogliere eventuali segni di culti segreti.Che cosa resta oggi nella nostra città ma più in generale nell’Area dello Stretto e nel Mezzogiorno della presenza ebraica? Per quanto riguarda la città è immediato pensare al Commentario al Pentateuco di Rashì. Infatti, il 18 febbraio 1475 (2 adarl 5235), Avraham Garton stampò il commento al Pentateuco di Shelomoh ben Yshaq. Si presume che ne furono stampati circa trecento esemplari. Oggi l’unico originale rimasto si trova presso la Biblioteca Palatina di Parma.Il De Rossi - un collezionista settecentesco di libri ebraici - ne acquistò due copie ma mentre era in navigazione sul Po una cadde in acqua e sparì. Un frammento è custodito al Jewish Theological Seminary di New York. Nel 1483 Elasar Parnas copiò il commento medico di Averroè agli Analytica postyeriora di Aristotele e in seguito il Lilium medicinae di Bernardo di Gordon. Quest’ultima opera fu anche copiata nel 1508 da Shemuek ibn Musa profugo dalla Sicilia.
Ma gli ebrei non erano presenti solo a Reggio. Esistevano giudecche a Bova, San Lorenzo, Motta S. Giovanni, Bagnara, Pentidattilo, Sant’Eufemia e in altri centri della provincia. Quali erano le occupazioni prevalenti tra gli ebrei? In città l’attività prevalente era l’industria della seta e la tintoria. La tassazione sui proventi del commercio della seta fu oggetto di un confronto tra il governo cittadino e l’arcivescovo che speravano entrambi di poter contare sugli introiti di un ricco mercato. Era diffusa anche la medicina, un medico del quale si ha notizia era Samuele Carto. Da Seminara proveniva la famiglia del medico Lazzaro Sacerdote che agli inizi del 1400 si trasferì a Termini Imerese.La posizione geografica di Reggio – ultimo lembo di continente dinanzi alla Sicilia - rendeva costanti gli scambi tra la città e l’isola. Infatti, Reggio fu meta dei profughi ebrei scacciati dalla Sicilia e sorsero problemi con gli ebrei reggini. Abram Sicar, ebreo messinese dimorante a Reggio, denunciò i correligionari che volevano costringerlo al pagamento di tributi non dovuti.Dopo il luglio del 1511 dovranno passare tre secoli prima che gli ebrei tornino nel Regno di Napoli. Agli inizi del 1700 Carlo di Borbone, sovrano nel nuovo regno, tenterà di ricostituire una presenza ebraica nel Regno di Napoli: l’iniziativa fallirà. Sarà necessario attendere il 1827, quando Carl Rothschild aprì a Napoli una filiale dell’omonima banca. Egli creò, all’interno della propria abitazione (l’attuale Villa Pignatelli), un oratorio, dove gli ebrei di passaggio potevano partecipare alle funzioni religiose.Dopo l’Unità d’Italia fu ufficialmente aperta una comunità ebraica a Napoli. Nel 1861 durante l’impresa dei Mille (cui parteciparono 8 ebrei) uno di essi l’ebreo veneziano Giuseppe D’Ancona perse la vita a Villa San Giovanni travolto da un carro. Non si trattò certo di una morte eroica, ma anche Lord Byron morì di morte naturale a Missolungi ma spesso si scrive che cadde combattendo per la libertà della Grecia.

Gli ebrei torneranno in Calabria nel secolo scorso per essere internati a Ferramonti di Tarsia. La loro vita sarà resa più lieve da un Maresciallo di Polizia reggino, Gaetano Marrari, comandante delle guardie, che si adoperò per garantire loro un’esistenza dignitosa. Un’altra storia è quella di San Nicandro, in provincia di Foggia, dove un gruppo di contadini pugliesi – dopo la Seconda Guerra Mondiale - si convertì all’ebraismo, per poi trasferirsi successivamente in Israele.
Ma gli ebrei meridionali espulsi, che fine hanno fatto? Hanno lasciato tracce di sé? Si, anche se sono difficili da seguire, perché il tempo è stato impietoso. L’espulsione degli ebrei dalla penisola iberica (Spagna e Portogallo) e dai domini spagnoli in Italia diede vita a un esodo biblico. Furono migliaia e migliaia coloro che si lasciarono alle spalle la vita quotidiana per affrontare l’ignoto. Molti portarono con sè le chiavi di casa; sperando in un improbabile ritorno.Meta privilegiata fu l’Impero Ottomano. La Sublime Porta, infatti, offriva garanzie di tolleranza che consentivano agli ebrei di vivere serenamente. Ebbe inizio così la storia degli ebrei del Levante con personaggi leggendari che ebbero più nomi e più identità come Righetto alias Anrriquez Nunez alias Abraham Benvenisti: un nome portoghese, uno italiano e uno ebraico da usare a secondo le circostanze. Don Josef Nassi o Giovanni Miguez; Grazia Mendes o Beatrice de Luna. Ma prima dell’espulsione i contatti tra la Calabria e la Sicilia e il Levante erano numerosi. Nel settimo secolo Jona e sua moglie Shabbatia, due ebrei siciliani, si recarono a Gerusalemme, dove fecero una cospicua donazione alla locale comunità ebraica.Beniamino da Tudela intorno al 1170 scrive che Messina è uno dei porti da dove ci si imbarca per Gerusalemme. Così come a Damasco tra il 1324 e il 1332 troviamo rabbì Jacob ben Chananel da Sicilia. Nel 1455 un folto gruppo di ebrei siciliani decise di trasferirsi in Terrasanta; provenivano da varie città dell’isola e tra essi vi era un certo Nissim Fusaru da Messina. Una delle mete degli ebrei in fuga dal Mezzogiorno d’Italia fu la città di Arta nei pressi dell’isola di Corfù, dove esistevano quattro comunità distinte: quella di Corfù, quella di Puglia, quella di Calabria e quella di Sicilia. Menachem Del Medico, il rabbino della comunità Calabria, nel 1570 si trasferì a Safed per contrasti sorti nella comunità. A Patrasso un rabbino famoso fu Isaia da Messina e a Cipro esisteva una comunità siciliana.
A Salonicco c’era una sinagoga chiamata Calabria, che dopo la metà del 1500 si divise in tre: Calabria Jashàn (dopo il 1553 fu nota come Nevè Shalom Dimora di Pace), Chiana e Calabria Chadàsch detta anche Ishmael. Tra i rabbini della comunità calabrese di Salonicco ricordiamo il veneziano David Messer Leon e Samuel di Mosè Cali. Nel 1917 un terribile incendio distrusse buona parte della città cancellando le tracce di un passato secolare; durante la Seconda Guerra Mondiale l’intera comunità ebraica fu deportata nei lager.Anche a Costantinopoli esisteva una sinagoga chiamata Calabria.Ma è nel campo dei cabalisti che si fanno le scoperte più interessanti. Qabbalah è una parola ebraica che può tradursi con ricezione e indica il misticismo ebraico. Secondo Giulio Busi “Nel suo valore di ricezione, qabbalah enuncia, infatti, la continuità con il passato e anche il senso di respons abilità che questa eredità comporta.” A essa si dedicarono anche intellettuali cristiani come Giovanni Pico della Mirandola e per molti secoli fu avvolta da un alone di mistero. Un notevole impulso agli studi sulla Qabbalah venne da Gershom Scholem che si dedicò a essa con rigore scientifico.Safed, sui monti della Galilea, era la città sacra per i cabalisti. Qui gli italiani avevano costituto una comunità chiamata Italia e tra i suoi maggiori esponenti vi era un ricco mercante di spezie: Sabbatai ha Cohen Siciliano. Ma il posto d’onore tra gli italiani di Safed spetta - senza ombra di dubbio - a Chaim Vitale Calabrese (1543-1620) eminente cabalista, nato a Safed da padre calabrese. Egli si trasferì a Damasco, dove divenne rabbino capo per poi tornare a Safed. Il figlio Samuel, dopo aver vissuto a Damasco, sarà rabbino a Il Cairo tra il 1666 e il 1678, a lui succederà il figlio Mosè.
Questi sono alcuni squarci di una vicenda lunga, complessa, affascinante e per alcuni versi ancora poco nota.Ma quali furono le conseguenze della scacciata degli ebrei dal Mezzogiorno? Furono disastrose. Scomparve una comunità che aveva al suo interno consistenti nuclei borghesi caratterizzati da dinamismo economico e vivacità culturale. Si aprì la strada a una concezione della vita nel Mezzogiorno fondata solo sulla rendita parassitaria. Il Sud volse le spalle al mondo e al Mediterraneo.Da quel momento i flussi commerciali e culturali del Mediterraneo non toccarono più il Sud. Diversa fu la storia di Livorno, dove l’accorta e accogliente politica dei Medici trasformò la città in un’oasi per gli ebrei del Mediterraneo. I frutti non mancarono, la nazione livornese stabilì contatti e legami con tutti i maggiori centri del Mediterraneo creando anche una lingua franca: il bagitto. Questa scelta medicea – è bene ricordarlo – non portò solo vantaggi economici ma anche, e forse soprattutto, politici e culturali. La tolleranza di Livorno si estese all’intera Toscana. Da Livorno sorsero poi esponenti di primo piano del mondo ebraico da Moses Montefiore al rabbino Elia Benamozeg.
Oggi riemergono qua e là tracce di un passato millenario che il tempo e, in tanti casi, la ferocia umana non sono riusciti a cancellare. Come un fiume carsico che appare e scompare, senza mai cessare di scorrere. Ottobre 2008, http://www.unideadicitta.it/

Tel Aviv

VIDEOSORVEGLIANZA,COMUNE IN ISRAELE PER STUDIO SISTEMI INNOVATIVI

"Una delegazione del Comune di Milano, su invito ufficiale dell'Ambasciata di Israele, si recherà domani a Tel Aviv per conoscere i più innovativi sistemi di sicurezza e videosorveglianza usati in quel Paese". Lo comunica il vice Sindaco Riccardo De Corato, che guiderà la rappresentanza comunale, di cui faranno parte il comandante della Polizia Municipale, Emiliano Bezzon, e il direttore del settore Sicurezza, Tullio Mastrangelo. "Fin dalla fondazione - spiega De Corato - Israele è stata costretta dalla situazione geopolitica a sviluppare sistemi di protezione e di sicurezza. Grazie al know how sviluppato in questo settore, oggi vanta più di 600 aziende che producono software e strumenti altamente sofisticati, praticamente unici al mondo. L'invito rivolto a Milano, che con più di 900 telecamere è una delle città più controllate d'Europa - sottolinea De Corato -, da una parte ci inorgoglisce, dall'altra rappresenta un'opportunità per conoscere e verificare le ultime tecnologie, soprattutto in vista di un appuntamento di forte richiamo internazionale come l'Expo". (omnimilano.it) , 30 ottobre 2008

Haifa

Israele: "Supereremo la soglia dei 100mila italiani"

Primi nove mesi del 2008 in forte crescita per Israele. Il Ministero del Turismo diffonde i dati dei flussi dall'Italia: sono stati 96mila i nostri connazionali che hanno visitato la destinazione, e confermano la tendenza di incremento, +68%, superando i risultati record ottenuti nel 2000. "L'obiettivo previsto per il 2008 era di raggiungere i 100mila turisti dall'Italia - dichiara Suzan Klagesbrun, direttore dell'Ufficio nazionale israeliano del Turismo in Italia - ed è stato ormai concretizzato. Con ogni probabilità verrà superato con gli arrivi dei mesi di novembre e dicembre" 30/10/2008 , http://www.ttgitalia.it/


Israele. Partito dei Verdi per la legalizzazione della marijuana

La riforma sulla politica delle droghe e' stata alla base della creazione del Partito dei Verdi (Ale Yarok party). Boaz Wachtel nel 1999 pago' 13 mila shekels e raccolse le 100 firme necessarie per fondarlo, e ne e' stato presidente fino al 2006.Ex addetto militare dell'ambasciata israeliana di Washington, Wachtel si e' laureato in amministrazione e marketing all'universita' del Maryland.Pioniere nel Paese oer quanto riguarda una riforma della legge sulla marijuana, ha lavorato in un gruppo di studio della Knesset (Parlamento) per cambiare lo status della marijuana."Stiamo cercando di cambiare le leggi sulle droghe, che sono molto simili a quelle, disastrose, degli Stati Uniti. Alle volte abbiamo raggiunto dei risultati e altre volte abbiamo perso", ha dichiarato intervistato dal quotidiano The Jewish Advocate.Dal 2006 il nuovo presidente del Partito e' il ventisettenne Ohad Shem Tov, il piu' giovane presidente di partito dalla formazione dello Stato di Israele.Le pene, negli anni, sono state alleggerite, ma la marijuana continua ad essere illegale.I Verdi non si occupano solo delle droghe, ma vorrebbero legalizzare anche la prostituzione e il gioco d'azzardo. Infatti riformando questi settori, ritengono che si alleggeriscano i problemi causati dal consumo e dal mercato nero. Inoltre sono per una politica di pace.Il Partito non ha ancora alcun rappresentante alla Knesset.

Gerusalemme - mura erodiane

Libri/ Perchè Stalin creò Israele?

Perché Stalin creò Israele è il nuovo titolo scelto dall’editore Sandro Teti per Historos, collana ideata per la conoscenza e la comprensione della Storia senza limiti cronologici e geografici. L’uscita dell’opera coincide con il sessantesimo anniversario della nascita dello stato di Israele. Il libro verrà presentato in occasione di “Più Libri Più Liberi”, la Fiera della piccola e media editoria in programma a Roma dal 5 all’8 dicembre. La traduzione è di Chiara Spano, la prefazione di Luciano Canfora, mentre l’introduzione è curata da Enrico Mentana.
29 novembre 1947. L’Assemblea delle Nazioni Unite si riunisce per approvare la Risoluzione 181, il piano di spartizione della Palestina. Al voto contrario del Regno Unito si oppone il consenso degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. Perché quel giorno venne presa quella decisione? Perché Stalin creò Israele? Attraverso un imponente lavoro di documentazione, il giornalista russo Leonid Mlecin indaga uno dei momenti più importanti della storia del Novecento. Con piglio avvincente l’autore ripercorre i passaggi salienti della politica estera sovietica nella gestione dei rapporti in Medio Oriente a partire dal 1917. Reperti originali e in parte inediti, materiale d’archivio del Politbjuro, del Comitato centrale del Partito comunista, dei servizi segreti e del Ministero degli Esteri dell’Unione Sovietica, telegrammi cifrati degli ambasciatori, memorie di politici e diplomatici che hanno vissuto da protagonisti quei cruciali avvenimenti. A riemergere è il progetto strategico di Stalin, finalizzato alla costituzione di un presidio sovietico nelle zone calde del Medio Oriente. Questo testo, scorrevole nella lettura, si presenta come un importante strumento di approfondimento conoscitivo tanto per gli studiosi specialisti, quanto per chi è interessato alla questione mediorientale e intende guardare oltre i recenti sviluppi.
Leonid Mlecin Nato nel 1957, è giornalista, scrittore, storico e corrispondente della rivista “Novoe Vremja”. È Autore e conduttore di trasmissioni televisive di informazione, attualità e analisi politiche sui temi più importanti della storia del Novecento. Ha scritto diversi libri – E. Primakov, L. Brežnrv, I presidenti del KGB, I ministri degli Esteri, Morte di Stalin – e romanzi gialli tradotti in inglese, giapponese, spagnolo, polacco e altre lingue dell’ex Unione Sovietica.

Israele, trovato testo ebraico


(ANSA) - TEL AVIV, 31 OTT - E' stato ritrovato in Israele un coccio su cui erano tracciate alcune righe in lingua 'proto-canaanea', da cui ha origine l'ebraico. Secondo gli esperti si tratta della piu' antica scritta del genere, risalente a 3.000 anni fa. Il reperto e' stato trovato all'interno della Fortezza di Elah, sud-ovest di Gerusalemme, dove - secondo la Bibbia - in quell'epoca si affrontarono David e Golia. Finora solo alcune parole sono state decifrate:'schiavo', 're','giudice' ed un termine di divieto.