Doveva essere un lipdub, è invece un VIDEOCLIP della vita nella Comunità ebraica di Verona, per la Giornata Europea della Cultura Ebraica GECE 2011!
Cliccate: http://www.youtube.com/watch?v=pqzJmi_aVPc
giovedì 1 settembre 2011
AARON APPELFELD L’AMORE, D’IMPROVVISO
(Titolo originale Pitom Ahavah, 2003)
Trad. Elena Loewenthal, Ugo Guanda Editore S.p.A., 2011, pp. 240 €. 16.50
HHhH IL CERVELLO DI HIMMLER SI CHIAMA HEYDRICH di Laurent Binet, Einaudi S.p.A., Torino , 2011, pp. 342, €.20,00.
Un giovane storico francese, Laurent Binet, ha scritto uno stupendo libro, a metà strada tra il saggio storico -assai documentato- e il romanzo autobiografico -profondo e suggestivo-. L’opera, uscita in Patria l’anno scorso per le Edizioni Grasset & Fasquel di Parigi, è valsa all’A. il “Prix Gouncourt du premier roman” 2010. Ora Einaudi lo fa conoscere al pubblico italiano con un titolo che riprende quello originario. Binet racconta che, quand’era adolescente, suo padre, storico a sua volta, gli parlò con grande partecipazione di un evento considerato come il colpo più importante realizzato dalla Resistenza europea: l’attentato, effettuato a Praga la mattina del 27 maggio 1942, che costò la vita a Reinhard Heydrich, Reichsprotektor (ad interim) di Boemia e Moravia dal 27 settembre 1941, il braccio destro di Heinrich Himmler; in realtà suo autentico ispiratore. L’attentato (chiamato significativamente in codice “Operazione Antropoide” per rimarcare il fatto che l’individuo obiettivo dell’azione nulla aveva di umano, tranne l’aspetto) fu opera di due partigiani -il primo slovacco, il secondo ceco: Jozef Gabčik e Jan Kubiš-, due paracadutisti inviati dalla Resistenza cecoslovacca in esilio -con sede a Londra- per uccidere colui che veniva soprannominato “La Bestia Bionda” o “il Boia di Praga”. Il piano aveva il totale appoggio del Governo britannico, guidato da Winston Churchill. Fino al giorno della sua uccisione (muore il successivo 4 giugno) tutti gli eventi più tragici per i quali i nazisti sono passati alla storia vedono Heydrich come protagonista o comunque in primo piano, donde la frase, nota tra le SS, che dà il titolo al libro. Hitler lo ammira e lo ritiene diverso da tutti gli altri che lo circondano; ma forse, inconsciamente, ne teme la smisurata ambizione e spregiudicatezza. Tra l’altro Heydrich era stato l’unico esponente del regime nazista di alto, anzi altissimo, livello, presente, il 20 gennaio di quell’emblematico anno, all’incontro, svoltosi in una grande villa posta in una località vicina a Berlino, Wannsee; incontro nel quale fu data piena attuazione alla Soluzione Finale, lo Sterminio del Popolo Ebraico, peraltro già in atto. La riunione, durata meno di un paio d’ore, ufficializzò, per così dire, il Genocidio. Il giovanissimo Laurent, appassionatosi alla vicenda grazie alle parole paterne, per molto tempo ha approfondito il tema, non trascurando alcun ambito di ricerca. Il frutto dell’impegno di tanti anni è quest’opera originale, dove l’Autore segue le vicende dei diversi attori e, soprattutto, condivide l’eroico sacrifico in nome della libertà di Gabčik e Kubiš, fino a seguirli idealmente nella cripta della Chiesa ortodossa dei S.S. Cirillo e Metodio (in Praga), dov’essi si rifugiano dopo l’attentato. Non li lascia mai, fino al tragico epilogo, quando, solo dopo ore e ore, 800 SS hanno la meglio su un gruppetto di 7 ardimentosi. Un omaggio a questi Eroi e ad una città molto amata, un contributo affascinante, da leggersi d’un fiato, dove Storia e Memoria si intrecciano grazie ad una originalissima opera di “contaminazione”.Mara Marantonio tratto da www.angolodimara.com
martedì 30 agosto 2011
Ingredienti per 20 Kanelbullar: 250 ml di latte; 25 gr di lievito di birra; 75 gr di burro; 650 gr di farina; 100 gr di zucchero; 1 cucchiaio di cardamomo in polvere;1/2 cucchiaino di sale; acqua tiepida quanto basta Ingredienti per il ripieno: 100 gr di burro; 50 gr di zucchero; 1 cucchiaio o più di cannella; 1 uovo o del latte per spennellare, granella di zucchero Preparazione: In una terrina sciogliere il lievito nell'acqua. In un pentolino sciogliere il burro e versarvi successivamente il latte. Versare il liquido tiepido nella terrina con il lievito e mescolare. Aggiungere sale, zucchero e cardamomo sempre mescolando. Aggiungere poi la farina gradualmente fino ad ottenere una pasta morbida e non appiccicosa. Lasciarla lievitare un'ora .
Impastarla di nuovo finché non diventa liscia. Dividerla in tre parti uguali e stendere le tre parti in rettangoli da 25 cm X 30 cm circa. Spalmare il ripieno nei tre rettangoli lasciando spazio su uno dei bordi lunghi per la chiusura e arrotolarli cominciando dalla parte più lunga. Porli, con la chiusura sotto, sulla carta da forno, coprirli e lasciarli lievitare finché doppi in volume (un'ora e mezza circa). Tagliarli in girelle di circa 1,5 cm, schiacciarli in modo da allargare le girelle, spennellarli con l'uovo decorarli con la granella di zucchero. Infornarli nel forno preriscaldato a 200°C per circa 10 min. Sullam 75
La donna nella poesia ebraica di Myriam Labiausse
(articolo datato ma sempre attuale)
Attraverso gli interventi di due studiose-poetesse ed una lettura di poesie, il giorno 20 Maggio si è proposta la visione della figura della donna ebraica nel tempo. Donna vista più come simbolo da Tsippy Levine Byron o, come persona,da Suzana Glavaš, trattata però da entrambe le relatrici nel suo ruolo fondamentale di madre.L’ospite israeliana Tsippy Levine Byron ha concentrato il suo discorso sulla figura femminile e materna nella poesia della contemporanea Lea Goldberg mentre Suzana Glavaš ha rievocato l’originale vena artistica dell'ebrea tedesca Else Lasker Schüler, la maggior esponente dell’espressionismo tedesco. Attraverso i loro scritti le donne hanno preso parte attiva alla linea del tempo– ha sottolineato il rabbino Tsippy Levine Byron – passando dal compito esclusivo di educare i figli a liberatrici del proprio “essere” e coltivando pur
sempre i valori della tradizione. Un iter che a Roma parte da Anna de Arfino e Deborah Ascarelli, le prime donne a comporre poemi con temi religiosi nel XVIII secolo, per andare ad incontrare Sarah Sullam che scrisse 5 poesie un centenario dopo, e che vedrà infine, dopo l’indipendenza di Israele, l’ingresso delle donne nella poesia.Lea Goldberg, illustrata da Tsippy Levine Byron e definita “una grande poetessa” (nata nel 1911), dopo aver conseguito il dottorato di ricerca e trovato un posto di insegnamento all’università, deciderà di dedicare la sua vita alla scrittura. Tutt’oggi i suoi libri sono molto amati dai bambini, per i quali ha scritto numerose storie, ma anche dagli adulti che la ricordano per le sue poesie.Una delle più belle ed importanti è la poesia scritta Davanti al quadro di sua madre nella quale si delinea questa figura, unica persona che non le ha mai chiesto nulla e che l’ha cresciuta.Un’altra importante poetessa, quella delineata da Suzana Glavaš, è Else Lasker Schüler. Nata in una famiglia ortodossa-ebraica, ultima di sei figli, rimarrà segnata in giovane età dalla morte dei genitori e del fratello Paul. Si sposerà e divorzierà due volte ed esordirà in pubblico come disegnatrice e pittrice. Esponente dell’espressionismo tedesco, e fondatrice dietro le quinte della prestigiosa rivista “Sturm”, non scriverà mai in ebraico affermando tuttavia che il suo substrato linguistico era l’ebraico e che Gottfried Benn aveva ragione quando la definitiva “poetessa tedesca ed ebrea al contempo”. Predicherà per tutta la vita la pacificazione fra Ebrei, Cristiani e Arabi.A intervallare i richiami alle poetese trattate dalle studiose-poetesse Levine Byron e Glavaš, con una lettura delle poesie di Lea Goldberg, Else Lasker Schüler e Nelly Sachs, a cura di Paola Nasti, si è data voce anche all’opera poetica propria delle due relatrici, con versi sulla loro rispettiva identità femminile universale ed ebraica. Suzana Glavaš ha ricordato in ultimo la poesia “Il monumento alla madre” di Wladyslaw Szlengel, poeta ucciso nell’insurrezione del Ghetto di Varsavia,per rimarcare la forte presenza nella poesia ebraica della figura donnamadre anche nella sua dolorosa assenza.Sullam 75
Gli ebrei in Norvegia prima e dopo la strage
di Manfred Gerstenfeld
(traduzione di Angelo Pezzana)
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