sabato 28 giugno 2008

Eilat museo oceanografico

Parchi, Riserve ed altre Aree Protette in Israele

Le montagne del Golan, il mare di Galilea, la Galilea

Parchi Nazionali

Baram
Corazim
Hamat Tiberias
Hermon (Banias)
Hurshat Tal
Kursi
Nimrod (la fortezza)
Tel Hazor
Yehiam (la fortezza)
Riserve Naturali
Gamla
Hula Valley
Nahal Ayoun
Tel Dan Yehudiya (foresta)

Bassa Galilea e le valli

Parchi Nazionali
Ahziv
Beit Alfa Synagogue (in Kibbutz Hefzibah)
Beit She'an
Beit She'arim
Cochav Hayarden
Gan Hashlosha (Sahne)
Harod Spring
Tel Megiddo
Zippori
Riserve Naturali
Ein Afek

Monte Carmel, la costa, Israele centrale

Parchi Nazionali
Alexander (fiume)
Ashkelon
Beit Govrin
Caesarea
Castel
Ein Hemed
Monte Carmel
Sharon
Shomron
Yarkon
Riserve Naturali
Carmel Hai-Bar (Oasi faunistica)
Nahal Me'arot La grotta di Stalattiti nella Riserva di Avshalom

Il Deserto della Giudea e il Mar Morto

Parchi Nazionali
Ein Gedi (antichità)
Herodion
Massada
Qumran
Tel Arad
Riserve Naturali
Ein Gedi

Il Negev

Parchi Nazionali
Avdat
Ein Avdat
Eshkol
Mamshit
Parco Nazionale alla tomba del Primo Ministro David Ben-Gurion
Shivta
Tel Beersheva
Complessi Naturali
Ramon

Eliat e l'Arava

Riserve Naturali
Coral Beach
Yotvata Hai-Bar (Oasi faunistica)

Le Aree Protette in IsraeleLe due organizzazioni che in passato gestivano separatamente le riserve naturali e i parchi nazionali in Israele sono state fuse recentemente per formare l’Agenzia Israeliana per la Protezione della Natura e dei Parchi Nazionali. Una rapida urbanizzazione, il progresso economico e le sempre maggiori necessità di trasporto, nonché il considerevole aumento della popolazione hanno accresciuto la minaccia nei confronti delle meraviglie naturali, del paesaggio, degli spazi verdi e dei siti storici del Paese. La situazione attuale obbliga le autorità responsabili per la protezione della natura in Israele a unire le loro forze per dar vita ad un’entità più forte ed efficiente. L’unione delle due autorità, avvenuta nell’aprile del 1998, costituisce una struttura efficace i cui obiettivi sono la protezione e la promozione dei siti naturali e storici, nonché ricreativi: siti che sono stati formalmente trasformati in parchi nazionali e riserve naturali.
Fonti: Agenzia Israeliana per la Protezione della Natura e dei Parchi Nazionali

Neghev - parco Golda

M.O./ GERUSALEMME, DUEMILA AGENTI DISPIEGATI PER IL GAY PRIDE

Roma, 26 giu. (Apcom) - Le autorità israeliane hanno deciso di dispiegare 2mila agenti di polizia per garantire la sicurezza durante l'annuale sfilata del Gay Pride, in programma oggi e autorizzata dall'Alta corte di giustizia nonostante l'opposizione del comune della Città Santa e di numerosi residenti.
Secondo quanto riporta il "Jerusalem Post", la sfilata partirà nel pomeriggio di oggi dall'Independence Park di Gerusalemme e terminerà al Liberty Bell Park, dove si svolgerà la manifestazione conclusiva organizzata dall'Open House, l'associazione che riunisce i gay e le lesbiche di Gerusalemme.
Come ogni anno la sfilata è stata criticata duramente dalle autorità religiose - musulmane, cristiane ed ebraiche -, e per questo sono state disposte ingenti misure di sicurezza. Almeno 2mila agenti saranno dispiegati lungo il percorso, per prevenire incidenti, sotto il comando del capo della polizia di Gerusalemme Aharon Franco. Il "Jerusalem Post" riporta che l'Eda Haredit (gruppo ebraico ultra-ortodosso) ha deciso di non organizzare una contromanifestazione, e questo potrebbe contribuire a ridurre le tensioni.

venerdì 27 giugno 2008


Le torrette del sultano - Ma'amool

Ingredienti
3 tazze di farina, 1 tazza di noci tritate, 1 cucchiaio di cannella, 1 tazza d'olio o 200gr margarina, 1 tazza d'acqua tiepida, ½ tazza di zucchero, zucchero a velo, ¼ cucchiaino di sale
Preparazione
Mettere in una ciotola la farina, l'olio o margarina, acqua e sale. Impastare bene finché l'impasto sia morbido. Miscelare le noci con lo zucchero e la cannella. Stendere i pezzi di pasta dalle dimensioni di un uovo a forma di triangolo. Mettere 1 cucchiaio di noci nel centro di ciascun pezzo.Schiacciare i due lembi insieme creando un biscotto a forma piramidale. Disporre in una teglia unta lasciando spazio tra i biscotti. Cuocere in forno a temperatura medio-alta per pochi minuti, quindi ridurre la temperatura a media finché i biscotti siano dorati. La cottura non deve superare o 15/20 min.Rimuovere dal forno, spargere su ogni biscotto dello zucchero a velo e mettere su di un piatto piano a raffreddare. Servire con bevande calde (consigliato il caffè turco semi-dolce)


Bistecca campagnola - Umtsat Egel B'Nusach Kafrim

Ingredienti
6 bistecche di vitello, 2 carciofi, 4 patate affettate, succo di 1 limone, 4 cucchiai d'olio, margarina, sale, pepe
Preparazione
Battere le bistecche con l'impugnatura di un coltello. In una casseruola friggere le bistecche con la margarina e salare. Ungere una teglia o una pirofila in Pyrex con la margarina, mettere metà delle patate nella teglia. Salare e pepare a piacere. Disporre le bistecche fritte sopra le patate. Aggiungere un po' d'acqua alla salsa lasciata nella casseruola e versare questo sulle bistecche. Rimuovere le foglie e il cuore dei carciofi, tagliare i cuori in fette di media grandezza e lasciarle immerse in una ciotola con succo di limone per 10 min. Rimuovere e disporre sulle bistecche con le patate rimanenti e qualche goccia d'olio. Salare e infornare ad una temperatura media per ½ ora. Servire nella teglia dividendo in porzioni quando è ancora caldo.

mercato a Tel Aviv

Souffle' di melanzane - Chatzil afou'i

Ingredienti
2 grosse melanzane, 1 1/3 tazza di crema di formaggio, 1 ¼ tazza di Cheddar o parmigiano grattugiati, 2 uova, sale, 1/3 tazza di margarina.
Preparazione
Lavare le melanzane, grigliarle sul fuoco o sulla griglia. Rimuovere la buccia a mano. Mettere le melanzane in una ciotola di vetro a macerare. Aggiungere la crema di formaggio, metà del formaggio grattugiato, uova e sale quanto basta. Mischiare bene. Ungere una teglia con un po' di margarina. Versare il preparato nelle melanzane, spolverare con il resto del formaggio grattugiato e cospargere il tutto con la margarina rimanente. Cuocere in un forno caldo per 20 min. o finché il formaggio si sia sciolto. Servire come primo piatto.

giovedì 26 giugno 2008


Principali Momenti Storici - Dominazione Straniera

PERIODO BIBLICO


I Patriarchi
La storia ebraica iniziò circa 4000 anni orsono (XVII sec. a.E.V. circa) con i Patriarchi, Abramo, suo figlio Isacco e suo nipote Giacobbe. Alcuni documenti rinvenuti in Mesopotamia e risalenti al 2000-1500 a.E.V., confermano determinati aspetti del loro stile di vita nomade, così come viene descritto nella Bibbia. Il Libro della Genesi riporta di come Abramo venne chiamato da Ur di Caldea fino alla Terra di Canaan, per essere il fondatore di un popolo che credesse nel Dio Unico.Quando si diffuse una carestia in Canaan, Giacobbe(Israele), i suoi dodici figli e loro famiglie, si stabilirono in Egitto, dove i loro discendenti vennero ridotti in schiavitù e costretti al lavoro forzato.
Esodo e insediamento
Dopo 400 anni di schiavitù, gli Israeliti vennero condotti alla libertà da Mosè il quale, secondo la narrazione della Bibbia, venne scelto da Dio per trarre il Suo popolo fuori dall’Egitto e per ricondurlo nella Terra d’Israele, promessa ai suoi avi (XIII-XII secolo circa a.E.V.). Essi vagarono per 40 anni nel deserto del Sinai, dove furono forgiati in nazione e dove ricevettero la Torà (il Pentateuco), nella quale si trovano i Dieci Comandamenti, che venne a dare forma e contenuto al loro credo monoteista.
L’esodo dall’Egitto (1300 circa a.E.V.) lasciò un segno indelebile nella memoria nazionale del popolo ebraico e divenne un simbolo universale di libertà e indipendenza.
Ogni anno gli Ebrei celebrano le festività di Pesach (la Pasqua ebraica), Shavuot (la Pentecoste)
e Succot (la Festa dei Tabernacoli o delle Capanne), che commemorano avvenimenti di quei tempi. Nel corso dei due secoli successivi, gli Israeliti conquistarono gran parte della Terra d’Israele, abbandonarono la vita nomade per diventare agricoltori ed artigiani; a questo seguì un certo grado di consolidamento economico e sociale. Tempi di pace relativa si alternarono a periodi di guerre durante i quali il popolo si radunava intorno a guide note sotto il nome di “giudici”, scelti sia per le loro abilità politiche e militari che per le loro qualità di condottieri. La debolezza intrinseca a tale organizzazione tribale di fronte al pericolo posto dai Filistei (popolo del mare proveniente dall’Asia Minore che si insediò sulla fascia costiera mediterranea del paese), generò la necessità d iun capo che unisse le tribù e che facesse del suo incarico una istituzione permanente, trasmessa per via ereditaria.
La Monarchia
Il primo re, Saul (1020 circa a.E.V.), regnò in un periodo che fece da ponte fra l’abbandono dell’organizzazione tribale e l’istituzione di un regime pienamente monarchico sotto il suo successore, Davide. Il re Davide (1004-965 circa a.E.V.), fece di Israele una delle maggiori potenze nella regione, tanto per mezzo di spedizioni militari di successo e fra queste la definitiva sconfitta dei Filistei, quanto attraverso la creazione di una rete di alleanze amichevoli con regni limitrofi.
Di conseguenza, la sua autorità venne riconosciuta dai confini con l’Egitto ed il Mar Rosso, fino alle rive dell’Eufrate. All’interno della nazione egli riunì le dodici tribù israelite in un solo regno e pose la sua capitale, Gerusalemme, e la monarchia, al centro della vita nazionale del paese. La tradizione biblica descrive Davide come poeta e musicista, attribuendogli versi che compaiono nel Libro dei Salmi.
A Davide successe il figlio Salomone (965-930 circa a.E.V.), il quale rafforzò ulteriormente il regno. Per mezzo di trattati con regni vicini, cementati da matrimoni a scopi politici, Salomone assicurò la pace al suo regno, ponendolo alla pari delle grandi potenze di quell’epoca. Egli ampliò il commercio con l’estero e promosse la prosperità economica del paese sviluppando grandi imprese, quali l’estrazione del rame e la fusione dei metalli, costruendo contemporaneamente nuove città e fortificando le vecchie che avevano importanza strategica ed economica. L’apice del suo operato fu rappresentato dalla costruzione del Tempio di Gerusalemme, che divenne il centrodella vita nazionale e religiosa del popolo ebraico. La Bibbia attribuisce a Salomone il Libro dei Proverbi e il Cantico dei Cantici.
La Monarchia Divisa
La fine del regno di Salomone fu guastata dallo scontento di quella parte di popolazione sulla quale ricadeva il peso dei suoi ambiziosi progetti. Allo stesso tempo, il trattamento preferenziale verso la propria tribù esacerbò le altre, provocando un crescente antagonismo fra la monarchia e i separatisti delle tribù. Dopo la morte di Salomone(930 a.E.V.) un’aperta insurrezione portò al distacco delle dieci tribù del nord e alla divisione del paese in un regno del nord, Israele, ,ed un regno del sud, Giuda, situato nel territorio delle tribù di Giuda e di Beniamino. Il Regno d’Israele, la cui capitale era Samaria, durò oltre 200 anni sotto diciannove re, mentre il Regno di Giuda fu governato da Gerusalemme per 350 anni da un pari numero di sovrani della stirpe di Davide. L’espansione degli imperi Assiro e Babilonese portò prima Israele e successivamente Giuda sotto il controllo straniero. Il Regno d’Israele fu schiacciato dagli Assiri (722 a.E.V.) e la sua popolazione deportata in esilio e nell’oblio. Oltre cento anni più tardi, Babilonia conquistò il Regno di Giuda esiliando la gran parte dei suoi abitanti e e distruggendo Gerusalemme ed il suo Tempio (586 a.E.V)
Il Primo Esilio (586-538 a.E.V.)
La conquista Babilonese pose fine al periodo del Primo Tempio, ma non recise il legame del popolo ebraico con la Terra d’Israele. Risiedendo sulle sponde dei fiumi di Babilonia, gli Ebrei si impegnarono solennemente a ricordare la loro patria: “Se ti dimenticherò, o Gerusalemme, dimentichi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato se cesserò di ricordarti, se non porrò Gerusalemme al di sopra di ogni mia più grande gioia” (Salmi 137,5-6). L’esilio in Babilonia, il quale seguì alla distruzione del Primo Tempio (586 a.E.V.), segnò l’inizio della Diaspora ebraica. Fu là che l’Ebraismo iniziò a sviluppare una struttura religiosa e un modo di vita che potessero aver luogo fuori della Terra, assicurando in definitiva la sopravvivenza nazionale del popolo e la sua identità spirituale impregnandolo di sufficiente vitalità da mettere al sicuro il suo futuro come nazione..

DOMINAZIONE STRANIERA

Periodi Persiano ed Ellenistico (538-142 a.E.V.)
Aseguito di un decreto del re persiano Ciro, che aveva conquistato l’impero babilonese (538 a.E.V.), circa 50.000 ebrei partirono per il Primo Ritorno alla Terra d’Israele guidati da Zorobabele– un discendente del casato di Davide. Meno di un secolo dopo vi fu un Secondo Ritorno guidato da Ezra lo scriba. Nei successivi quattro secoli gli ebrei conobbero vari livelli di autogoverno, prima sotto la sovranità persiana (538-333 a.E.V.), e poi sotto quella ellenistica tolemaica e seleucide (332-142 a.E. V.). Il rimpatrio degli ebrei sotto l’ispirata guida di Ezra, la costruzione del Secondo Tempio sul sito del primo, il rafforzamento delle mura di fortificazione di Gerusalemme e l’instaurazione della Knesset Hagedolah (la Grande Assemblea) come supremo organo religioso e giuridico del popolo ebraico, segnarono l’inizio del periodo del Secondo Tempio.
Situata all’interno dei confini dell’Impero Persiano, Giuda fu una nazione il cui centro era a Gerusalemme e la cui leadership era affidata al Sommo Sacerdote e al Consiglio degli Anziani. Come parte dell’antico mondo conquistato dal greco Alessandro il Grande (332 a.E.V.), la Terra rimase una teocrazia ebraica sottostante a dominatori seleucidi la cui corte si trovava in Siria. Quando agli ebrei venne proibita la pratica dell’ebraismo e il Tempio fu dissacrato, in un tentativo di imporre cultura e costumi ellenizzanti all’intera popolazione, quest'ultima si sollevò
in rivolta (166 a.E.V.).
La Dinastia Asmonea (142-63 a.E.V.)
Guidati dapprima da Mattatiau, della famiglia sacerdotale degli Asmonei, e poi da suo figlio Giuda il Maccabeo, gli ebrei riuscirono successivamente ad entrare a Gerusalemme e a purificare il Tempio (164 a.E.V.), eventi questi commemorati ogni anno dalla festività chiamata Chanukkà. In seguito a ulteriori vittorie asmonee (147 a.E.V.), i Seleucidi restituirono l’autonomia alla Giudea, come veniva allora chiamata la Terra d’Israele, e con la caduta del regno seleucida (129 a.E.V.) l’indipendenza ebraica fu di nuovo raggiunta. Sotto la dinastia asmonea, che durò circa 80 anni, il regno riguadagnò confini non lontani da quelli del regno di Salomone, fu raggiunto il consolidamento politico sotto un dominio ebraico e la vita ebraica fiorì.
Il Dominio Romano (63 a.E.V. - 313 E.V.)
Quando i Romani sostituirono i Seleucidi come maggiore potenza nella regione, essi assicurarono
alre asmoneo, Ircano II, un’autorità limitata sotto il governatore romano di Damasco. Gli ebrei erano ostili al nuovo regime e i successivi anni videro frequenti insurrezioni. Un ultimo tentativo
di ristabilire l’antica gloria della dinastia asmonea fu compiuto da Mattatiau Antigono, la cui sconfitta e la cui morte posero fine (40 a.E.V.) al dominio asmoneo, mentre il Paese divenne una provincia dell’Impero Romano. Nel 37 a.E.V. Erode, un genero di Ircano II, fu nominato dai Romani Re di Giudea. Accordatagli una autonomia quasi illimitata negli affari interni del paese, egli divenne uno dei più potenti monarchi nell’area orientale dell’Impero Romano. Grande ammiratore della cultura greco-romana, Erode promosse un massiccio programma edilizio che comprendeva le città di Cesarea e Se bastia e le fortezze di Herodium e Massada. Ristrutturò inoltre il Tempio tanto da farne una delle più splendide costruzioni del suo periodo. Ma, nonostante i numerosi risultati da lui conseguiti, Erode non riuscì a guadagnarsi la fiducia e il supporto dei suoi sudditi ebrei.
Dieci anni dopo la morte di Erode (avvenuta nel 4 a.E.V.), la Giudea passò sotto la diretta amministrazione romana. La crescente ira contro la la sempre maggiore repressione della vita ebraica perpetrata dai Romani, sfociò in sporadiche violenze, che nel 66 E.V. raggiunsero le dimensioni di una piena rivolta. Le superiori forze romane, sotto il comando di Tito, completarono la loro vittoria prima rasando al suolo Gerusalemme (70 E.V.) e poi sconfiggendo l'ultima resistenza ebraica a Massada (73 E.V.). La totale distruzione di Gerusalemme e del Tempio rappresentò una vera catastrofe per il popolo ebraico. Secondo lo storico contemporaneo Giuseppe Flavio, centinaia di migliaia di ebrei morirono nell’assedio di Gerusalemme e in altre parti del paese, e altre migliaia vennero vendute come schiavi. Un ultimo breve frangente di sovranità ebraica nel periodo antico fu quello che seguì la rivolta di Simeone Bar Kochbà (132 E.V.), durante il quale Gerusalemme e la Giudea vennero riconquistate. Data la schiacciante superiorità dei Romani, tuttavia, il risultato era inevitabile. Tre anni dopo, in conformità alle usanze romane, Gerusalemme fu “arata da una coppia di buoi”, la Giudea fu ribattezzata col nome di Palestina e a Gerusalemme fu dato il nome di Aelia capitolina. Sebbene il Tempio fosse stato distrutto e Gerusalemme bruciata fino alle fondamenta, gli ebrei e l’Ebraismo sopravvissero all’incontro con Roma. Il supremo organo legislativo e giudiziario, il Sanhedrin(successore della Knesset Haghedolà), fu convocato dapprima a Yavne (70 E.V.) e successivamente a Tiberiade.
Senza la struttura unificante di uno Stato e del Tempio, la restante piccola comunità ebraica si ristabilì, rinforzata di tanto in tanto da esiliati di ritorno. La vita istituzionale e comunitaria fu rinnovata, i sacerdoti furono sostituiti dai rabbini e la sinagoga divenne il punto focale dell’insediamento ebraico, come evidenziato dai resti di sinagoghe rinvenute a Cafarnao, Corazin, Bar’am, Gamla e altri posti. La Halachà (la normativa religiosa ebraica), servì da vincolo comune fra gli ebrei e fu trasmessa di generazione in generazione.
Il Dominio Bizantino (313-636)
Verso la fine del IV secolo, in seguito all'adozione del Cristianesimo da parte dell’imperatore Costantino (313) e alla fondazione dell’Impero Bizantino, la Terra d’Israele divenne un paese prevalentemente cristiano. Furono costruite chiese in luoghi considerati sacri a Gerusalemme, Betlemme e in Galilea, e furono fondati monasteri in varie parti del paese. Gli ebrei furono privati della loro precedente relativa autonomia, come pure del diritto di occupare cariche pubbliche e fu loro vietato di entrare a Gerusalemme, fatta eccezione per un giorno all’anno (Tisha b’Av – il nove del mese di Av), per piangere la distruzione del Tempio. L’invasione persiana del 614 fu sostenuta dagli dagli ebrei, ispirati da speranze messianiche di liberazione. In segno di gratitudine per il loro sostegno fu loro accordata l’amministrazione di Gerusalemme, un interludio che durò appena tre anni. In seguito, l’esercito bizantino riconquistò la città (629) ed espulse nuovamente i suoi abitanti ebrei.
Il Dominio Arabo (636-1099)
La conquista araba del Paese avvenne quattro anni dopo la morte del profeta Maometto (632) e durò oltre quattro secoli, con il dominio di califfi, dapprima da Damasco e in seguito da Baghdad e dall’Egitto. All’inizio l’insediamento ebraico a Gerusalemme fu rinnovato e alla comunità ebraica fu concesso il normale status di protezione riconosciuto ai non-musulmani sotto dominio islamico con la salvaguardia della loro vita, delle proprietà e della libertà di culto, in cambio del pagamento di un testatico e di tasse sui terreni. Le successive restrizioni contro i non-musulmani 717) tuttavia ebbero effetto anche sulla condotta pubblica degli ebrei, così come sulla loro osservanza religiosa e sul loro status legale. L’imposizione di pesanti tasse sui terreni agricoli costrinse molti a spostarsi dalle aree rurali verso cittadine dove le loro condizioni economiche difficilmente potevano migliorare, mentre l’aumento della discriminazione sociale ed economica spingeva altri ad abbandonare il paese. Verso la fine dell’XI secolo, la comunità ebraica nella Terra era considerevolmente diminuita ed aveva perso una gran parte della sua coesione organizzativa e religiosa.
I Crociati (1099-1291)
Per i successivi 200 anni, il paese fu dominato dai Crociati i quali, seguendo l’appello di Papa Urbano II, giunsero dall’Europa per riprendere la Terra Santa dalle mani degli "infedeli". Nel Luglio 1099, dopo un assedio durato cinque settimane, i Cavalieri della Prima Crociata e le loro tumultuose armate, conquistarono la città di Gerusalemme, massacrandone la maggior parte degli abitanti non cristiani. Barricati nelle loro sinagoghe, gli ebrei difesero il loro quartiere, soltanto per finire bruciati a morte o venduti come schiavi. Nei pochi decenni che seguirono, i Crociati estesero il loro potere al resto del paese, in parte per mezzo di accordi e trattati, ma principalmente attraverso sanguinose vittorie militari. Il Regno Latino dei Crociati era di fatto il dominio di una minoranza di conquistatori confinati principalmente in città fortificate e in castelli. Quando i Crociati aprirono vie di trasporto dall’Europa, iniziarono a essere popolari i pellegrinaggi in Terra santa allo stesso tempo, un crescente numero di ebrei cercò di fare ritorno alla propria patria. Documenti del periodo riportano che 300 rabbini provenienti dalla Francia e dall’Inghilterra arrivarono in gruppo, insediandosi alcuni ad Acco (Acri) ed altri a Gerusalemme. Dopo la sconfitta dei Crociati per opera dell’esercito musulmano sotto il comando di Saladino (1187), agli ebrei venne nuovamente accordata una certa misura di libertà che comprendeva il diritto di vivere a Gerusalemme. Sebbene i Crociati avessero riconquistato un punto di appoggio nel paese dopo paese dopola morte di Saladino (1193), la loro presenza fu limitata ad una serie di castelli fortificati.
L'autorità dei Crociati nella Terra ebbe la sua fine con la definitiva sconfitta (1291) a opera dei Mamelucchi, una classe militare musulmana salita al potere in Egitto.
La Dominazione Mamelucca (1291-1516)
Il Paese sotto il dominio dei Mamelucchi divenne una provincia isolata governata da Damasco. Acco, Giaffa ed altri porti vennero distrutti per timore di nuove crociate, e tanto il commercio marittimo quanto quello terrestre vennero interrotti. Alla fine del Medio Evo, le città del paese erano praticamente in rovina, la maggior parte di Gerusalemme era abbandonata e la piccola comunità ebraica era afflitta dalla povertà. Il periodo del declino mamelucco fu oscurato da capovolgimenti politici ed economici, da piaghe, da invasioni di locuste e da devastanti terremoti.
La Dominazione Ottomana (1517-1917)
Dopo la conquista ottomana nel 1517 il Paese fu diviso in quattro distretti assegnati amministrativamente alla provincia di Damasco e governati da Istanbul. All’inizio del periodo ottomano vi erano nel paese circa mille famiglie ebraiche, principalmente a Gerusalemme, Nablus (Shekem) Hebron, Gaza, Safed (Tzfat) e nei villaggi della Galilea. La comunità comprendeva discendenti degli ebrei che avevano sempre vissuto nel Paese, ma anche emigranti dal nord Africa e dall’Europa. Un governo ordinato, fino alla morte (1566) del Sultano Solimano il Magnifico, portò dei miglioramenti e stimolò l’immigrazione ebraica. Alcuni dei nuovi venuti si insediarono a Gerusalemme, ma la maggioranza si in dirizzò a Safed, dove, verso la metà del XVI secolo, la popolazione ebraica era aumentata fino a raggiungere circa 10.000 persone e la cittadina era divenuta un fiorente centro tessile, sede anche di un’intensa attività intellettuale.
In questo periodo lo studio della Kabbalà (il misticismo ebraico) ebbe grande fioritura e commentari contemporanei della legge ebraica, così come veniva codificata nello Shulchàn Arùch, si diffusero in tutta la Diaspora, provenienti dalle case di studio di Safed. Con il graduale declino qualitativo del dominio ottomano, il Paese soffrì di un diffuso stato di trascuratezza. Verso la fine del XVIII secolo la maggior parte del terra era posseduta da proprietari che non vi risiedevano ed era affittata a contadini locatari in miseria, mentre la tassazione era tanto paralizzante quanto
capricciosa la grandi foreste della Galilea e della catena montuosa del Carmelo vennero disboscate, la palude e il deserto invasero la terra coltivabile. Il XIX secolo vide l’arretratezza medievale cedere gradualmente il passo ai primi segnali del progresso, con varie potenze esterne che spesso manovravano per conquistare una posizione, spesso attraverso attività missionarie.
Studiosi inglesi, francesi ed americani promossero campagne di studio di archeologia biblica, mentre Gran Bretagna, Francia, Russia, Austria e Stati Uniti aprirono i loro consolati a Gerusalemme. Navi a vapore iniziarono a navigare regolarmente fra il Paese e l’Europa, furono installati contatti postali e telegrafici, fu costruita la prima strada che metteva in comunicazione Gerusalemme e Jaffa. La rinascita del Paese come crocevia per il commercio di tre continenti fu accelerata dall’apertura del Canale di Suez. Di conseguenza la situazione degli ebrei del paese andò gradualmente migliorando e il loro numero crebbe considerevolmente. Verso la metà del secolo le condizioni di sovrappopolazione della città di Gerusalemme infra moenia, spinsero gli ebrei a costruire il primo quartiere al di fuori di esse (1860) e, nel successivo quarto di secolo, ad aggiungerne altri sette, formando così il nucleo di quella che sarebbe divenuta la città nuova.
Verso il 1880 Gerusalemme aveva una netta maggioranza ebraica. Furono acquistati in tutto il
paese terreni coltivabili, furono fondati nuovi insediamenti rurali e la lingua ebraica, per lungo tempo relegata tempo relegata alla liturgia e alla letteratura, fu portata a nuova vita. Si era così venuto a creare lo scenario per la fondazione del movimento sionista. Ispirati dall’ideologia sionista, arrivarono nel Paese, alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, due grandi flussi di ebrei provenienti dall’Europa dell’est.
Decisi a risanare la propria patria attraverso il lavoro della terra, questi pionieri bonificarono campi sterili, costruirono nuovi insediamenti e posero le fondamenta per quella che sarebbe poi diventata una economia agricola fiorente. I nuovi arrivati si trovarono ad affrontare condizioni estremamente dure, mentre l’atteggiamento dell’amministrazione ottomana era ostile e oppressivo, le comunicazioni e i trasporti erano rudimentali e insicuri, le paludi provocavano la mortale malattia e il terreno stesso soffriva di secoli d’abbandono. Le vendite di terreni furono limitate e le costruzioni vennero proibite in mancanza di uno speciale permesso che poteva essere ottenuto solo a Istanbul. Queste difficoltà intralciarono lo sviluppo del Paese, ma non lo fermarono allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914), la popolazione ebraica nel Paese era di 85.000 persone contro le 5.000 dell’inizio del 1500. Nel Dicembre del 1917, le forze comando britanniche sotto il comando del Generale Allenby fecero il loro ingresso a Gerusalemme, ponendo fine a 400 anni di dominazione ottomana. La Legione ebraica, con tre battaglioni che avevano al loro servizio migliaia di volontari ebrei, era allora una parte integrante delle forze armate britanniche.
La Dominazione Britannica (1918-1948)
Nel Luglio 1922 la Lega delle Nazioni affidò alla Gran Bretagna il Mandato per la Palestina (il nome con il quale era allora noto il Paese). Riconoscendo “il legame storico del popolo ebraico con
la Palestina” la Gran Bretagna fu chiamata a facilitare la costituzione di un focolare nazionale ebraico in Palestina - Eretz Israel(Terra d’Israele). Due mesi più tardi, nel Settembre 1922, il Consiglio della Lega delle Nazioni e la Gran Bretagna decisero che i provvedimenti per la costituzione di una patria nazionale ebraica non avrebbero riguardato l’area ad est del fiume Giordano, che costituiva i tre quarti del territorio compreso nel Mandato e che sarebbe poi in seguito divenuto il Regno hashemita di Giordania.
Immigrazione
Spinte dal Sionismo e incoraggiate dalla “simpatia per le aspirazioni del Sionismo ebraico” della Gran Bretagna, secondo quanto comunicato dal Segretario agli Esteri Lord Balfour(1917), fra il 1919 e il 1939 giunsero nel Paese ondate successive di immigranti, ognuna delle quali contribuì a differenti aspetti dello sviluppo della comunità ebraica. Circa 35.000 persone che giunsero tra il 1919 e il 1923, principalmente dalla Russia, influenzarono fortemente il carattere e l’organizzazione della comunità per gli anni a venire. Questi pionieri gettarono le basi di un’ampia
infrastruttura sociale ed economica, svilupparono l’agricoltura, fondarono forme comunitarie d'insediamento rurale uniche nel loro genere- il Kibbutz e il Moshav - e fornirono la forza lavoro per la costruzione di case e strade.
Il successivo arrivo di circa 6o.ooo immigranti, che giunsero principalmente dalla Polonia fra il 1924 e il 1932, fu prezioso per lo sviluppo e l’arricchimento della vita urbana. Questi immigranti andarono a stabilirsi principalmente a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, dove impiantarono piccole attività,imprese di costruzioni e industrie leggere. L’ultima grande ondata di immigrazione prima della Seconda Guerra Mondiale, che ammontò a circa 165.000 persone, ebbe luogo negli anni ’30
a seguito della presa di potere di Hitler in Germania. I nuovi arrivati, molti dei quali erano professionisti e accademici, costituirono il primo massiccio afflusso dall’Europa Occidentale e Centrale. La loro istruzione, le loro capacità e la loro esperienza migliorarono le comodità nelle città e le campagne, e ampliarono la vita culturale della comunità.
L’ amministrazione
Le autorità del Mandato Britannico garantirono alle comunità ebraica ed araba il diritto di condurre i loro propri affari interni. Facendo uso di questo diritto, la comunità ebraica, nota con il nome di Yishuv elesse (1920) un organismo di autogoverno, basato su una rappresentanza partitica che si radunava annualmente per rivedere le proprie attività e per eleggere il Consiglio Nazionale (Va'ad Leumì), allo scopo di mettere in atto la sua politica e i programmi approvati. Finanziata da fonti locali e da fondi raccolti dall’Ebraismo mondiale, fu sviluppata e mantenuta una rete nazionale di servizi educativi, religiosi, sanitari e sociali. Nel 1922, secondo quanto stipulato nel Mandato veniva costituita una “Agenzia Ebraica”, perché rappresentasse il popolo ebraico di fronte alle autorità britanniche, a governi stranieri e a organizzazioni internazionali.
Sviluppo Economico
Nei tre decenni del Mandato l’agricoltura fu ampiamente sviluppata, vennero impiantate fabbriche e costruite strade in tutto il paese, le acque del fiume Giordano vennero incanalate per la produzione di energia elettrica e fu iniziato lo sfruttamento commerciale del potenziale minerario del Mar Morto.Fu fondata la Histadrùt (Federazione Generale del Lavoro - 1920), per promuivere il benessere dei lavoratori e per creare posti di lavoro fondando e impiantando imprese cooperative, tanto nel settore industriale quanto nei servizi di compravendita per conto degli insediamenti comunitari agricoli.
Cultura
Giorno dopo giorno emergeva una vita culturale che sarebbe divenuta esclusiva della comunità
ebraica in Terra d’Israele. Arte, musica e danza si svilupparono gradualmente, con la fondazione di scuole e studi professionali. Furono allestite gallerie e sale per fornire sedi per esibizioni e spettacoli ai quali partecipava un pubblico esigente. La prima di un nuovo spettacolo, la pubblicazione di un nuovo libro o di una mostra retrospettiva di un pittore locale, erano immediatamente recensite dalla stampa e divenivano oggetto di viva discussione nei caffè e in altre riunioni sociali. L’ebraico fu riconosciuto come una delle tre lingue ufficiali del paese, assieme all’inglese e all’arabo, e fu usato da allora in documenti, monete, francobolli, così come nelle trasmissioni radiofoniche. Proliferarono lepubblicazioni e il paese emerse come centro mondiale dell’attività letteraria ebraica. Teatri di vario genere aprirono le loro porte a pubblici entusiasti e vi furono i primi tentativi di scrivere opere originali in ebraico.
Opposizione Araba e Restrizioni Britanniche
La rinascita nazionale ebraica e gli sforzi della comunità nella ricostruzione del paese furono fortemente osteggiati dai nazionalisti arabi. Il loro risentimento irruppe in periodi d'intensa violenza (1920, 1921, 1929, 1936-39), quando vennero distrutti convogli ebraici, dati alle fiamme campi e foreste, e furono sferrati, senza che vi fosse stata alcuna provocazione, attacchi contro la
popolazione ebraica. I tentativi di raggiungere un dialogo con gli arabi, intrapresi fin dall’inizio dello sforzo Sionista,risultarono alla fine fallimentari, polarizzando il Sionismo e il nazionalismo arabo in una situazione potenzialmente esplosiva. Riconoscendo gli obiettivi opposti dei due movimenti nazionali, gli Inglesi proposero (1937) di dividere il paese in due Stati, uno ebraico e uno arabo. La leadership ebraica accettò l’idea della spartizione e conferì all’Agenzia Ebraica il potere di negoziare con il governo inglese nel tentativo di riformulare alcuni aspetti della proposta. Gli arabi si opposero, senza alcuna possibilità di compromesso, a qualsiasi piano di spartizione.
Continue sommosse arabe antiebraiche a larga scala portarono l’Inghilterra (maggio 1939) a pubblicare un Libro Bianco che imponeva drastiche restrizioni all’immigrazione ebraica, nonostante le conseguenze che potesse avere per l’Ebraismo europeo la negazione di un luogo dove rifugiarsi dalla persecuzione nazista. L’inizio della II Guerra Mondiale, subito dopo, spinse David Ben Gurion, che sarebbe poi divenuto il primo Capo di Governo d’Israele, a dichiarare: Combatteremo la guerra come se non ci fosse il Libro Bianco e il Libro Bianco come se non ci fosse la guerra.
La Shoah
Nel corso della II Guerra Mondiale (1939-1945), il regime nazista condusse deliberatamente un piano sistematico il cui scopo era di eliminare la comunità ebraica in Europa, nel corso del quale vennero assassinati sei milioni di ebrei, fra cui un milione e mezzo di bambini. Quando l’esercito nazista travolse l’Europa, gli ebrei vennero barbaramente perseguitati, sottoposto a ogni tortura e umiliazione concepibili e ammassati in ghetti, dove tentativi di resistenza armata provocavano misure ancora più dure. Dai ghetti essi venivano trasportati in campi dove pochi fortunati venivano assegnati a un lavoro massacrante, mentre la maggior parte veniva sottoposta a esecuzioni de massa o mandata alla morte in camere a gas. Non molti riuscirono a scampare.
Alcuni fuggirono in altri paesi, altri si unirono ai partigiani ed altri ancora furono tenuti nascosti da non ebrei che misero così a repentaglio le loro stesse vite. Solo un terzo, inclusi coloro che avevano abbandonato l'Europa prima della guerra, riuscì a sopravvivere, da una popolazione di quasi nove milioni, che un tempo era stata la più ampia e vibrante comunità ebraica nel mondo. Dopo la guerra, gli inglesi applicarono ulteriori restrizioni sulla quota di ebrei ai quali veniva permesso di entrare e di stabilirsi nel Paese. La comunità ebraica reagì creando un’ampia rete di
attività di “immigrazione clandestina”, per salvare i sopravvissuti alla Shoah. Fra il 1945 e il 1948, furono condotti nel Paese circa 85.000 ebrei per strade segrete e spesso pericolose, a dispetto del blocco navale e dei pattugliamenti di confine istituiti dagli inglesi, per intercettare i profughi prima che raggiungessero la loro destinazione. Quelli che venivano catturati, erano internati in campi di detenzione nell’isola di Cipro o rinviati in Europa.
La Strada per l’Iindipendenza
L’incapacità della Gran Bretagna di conciliare le pretese conflittuali delle comunità ebraica ed Araba, spinse il governo britannico a richiedere che la “Questione della Palestina” fosse posta all’ordine del giorno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Aprile 1947). Come risultato di
tale richiesta fu costituita una speciale Commissione, per redigere proposte sul futuro del Paese.
Il 29 Novembre 1947 l’Assemblea votò l’adozione delle proposte della Commissione per la spartizione del Paese in due Stati, uno ebraico e l’altro arabo. La comunità ebraica accettò il piano gli arabi lo rifiutarono. In seguito al voto delle Nazioni Unite, i militanti arabi locali, aiutati da forze volontarie irregolari provenienti da altri paesi arabi, lanciarono violenti attacchi contro la comunità ebraica, nel tentativo di di rendere vana la risoluzione sulla spartizione e impedire la fondazione di uno Stato ebraico. Dopo aver respinto un certo numero di attacchi le organizzazioni di difesa ebraica sbaragliarono la maggior parte delle forze attaccanti, conquistando l’intera area che era stata destinata allo Stato ebraico. Il 14 Maggio 1948, allo scadere del Mandato Britannico, la popolazione ebraica nel Paese contava circa 650.000 abitanti, inseriti in una comunità ben organizzata con istituzioni politiche, sociali ed economiche ben sviluppate una nazione e uno Stato a tutti gli effetti, fatta eccezione per il nome. http://roma.mfa.gov.il/

mercoledì 25 giugno 2008

Gerusalemme - interno porta di Giaffa

M.O./ CARLA BRUNI-SARKOZY AFFASCINA ISRAELE E OSCURA IL MARITO

Tutti i flash e le prime pagine sono per la bella Premiere Dame

Gerusalemme, 23 giu. (AP) - Il fascino di Carla Bruni in Sarkozy riesce a spostare in secondo piano perfino i problemi del Medio Oriente. In visita in Israele al fianco del marito, il presidente francese Nicolas Sarkozy, l'ex modella-cantante-first lady ha come sempre optato per un look sobrio, ma inappuntabile, e un atteggiamento molto contenuto, tipico della moglie dell'uomo potente in grado di stare tre passi dietro al marito.
Ma nonostante queste 'precauzioni', la bella Carla finisce sempre per svettare sopra il marito. E non solo per una mera questione di centimetri. I flash cercano Carla, le prime pagine dei giornali israeliani sono tutte per la bella italiana che "da tre mesi si considera francese", cioè da quando lei, single convinta, è convolata a nozze con l'inquilino dell'Eliseo. Il prestigioso Haaretz ha messo in prima pagina un primo piano della 'Premiere Dame' e solo sullo sfondo si intravedono Sarkozy e il premier israeliano Ehud Olmert. Un altro quotidiano le ha dedicato una foto a due pagine accompagnata da una descrizione minuziosa del suo guardaroba, a partire dal vestito di Prada da 2.500 dollari che Carla indossava al suo arrivo in Israele.
Insomma alla Knesset, il parlamento israeliano, Sarkozy ha cercato di accattivarsi la platea lodando i valori di Israele e della cultura ebraica, condannando le ambizioni nucleari iraniane e garantendo il pieno appoggio della Francia allo Stato ebraico (anche se ha sottolineato l'esigenza di creare la Palestina) Ma in pochi sembrano aver seguito il discorso. In molti sembravano già conquistati dal convincente fascino di Carla, così appariscente suo malgrado.

domenica 22 giugno 2008

Gerusalemme - Zion gate

ISRAELE Yisra’el capitale: Gerusalemme

DATI GEOGRAFICI
estensione: 21.000 Km² l'Italia è circa 14.5 volte più grande
popolazione: 6.400.000 di abitantil'Italia è circa 8.9 volte più popolosa
densità: 300 abitanti per Km²
SOCIO-POLITICA
ordinamento: Repubblica
lingua:Ebraico (ufficiale) - Arabo.
religione: Ebrei 80% - Musulmani (per lo più sunniti) 15% - Cristiani 2% - Drusi 2% - Altri 1%
gruppi etnici: Ebrei 80% - Altri 20%
INFORMAZIONI PRATICHE
moneta: Sheqel
pref.telefonico: 00972
volts: 220V
documenti: passaporto
fuso orario: GMT +2.00 Più un'ora rispetto all'Italia
INFORMAZIONI SANITARIE
Vaccinazioni obbligatorie: nessuna


Torta di farina di castagne con il cioccolato

Si impastano a freddo 500 g di farina di castagne, 150 g di cioccolato, 50 g di farina di grano, 10 g di bicarbonato di sodio con 500 g di latte. Si lavora bene in modo da avere una pappa omogenea, si mette in teglia imburrata ed infarinata e s'inforna.