giovedì 7 febbraio 2013
Astro-scimmie e Photoshop
Di Aharon Lapidot http://www.israele.net/
Secondo una frase solitamente attribuita a Joseph Goebbels, il ministro
della propaganda nazista, se si dice una menzogna abbastanza grossa e si
continua a ripeterla, la gente finisce col crederla. Gli iraniani
devono aver deciso di basare su questo concetto la loro strategia
d’immagine, ma con scarso successo. Le bugie iraniane sono così
trasparenti che è difficile pensare che vi sia qualcuno al mondo che ci
crede davvero.Questa pagina non è abbastanza lunga per contenere le ragnatele di
inganni, le mezze verità e la spudorate falsità che avvolgono il
programma nucleare iraniano, per cui non cercheremo nemmeno di
elencarle. Tuttavia, se si può convenire che lo sforzo dell’Iran di
nascondere le sue attività nucleari è, in qualche misura, comprensibile,
resta difficile spiegare come mai Tehran si imbriglia in una serie di
bugie che non reggono alla realtà dei fatti.Qualche esempio. Nel luglio 2008 l’Iran diffuse una foto raffigurante un
test di lancio missilistico. Nella foto si vedevano quattro rampe di
lancio, ma solo tre missili in decollo. Uno dei quattro lanci era
evidentemente fallito. Capita. Ma poco dopo gli iraniani diffusero
un’altra foto “corretta”, questa volta con un missile appiccicato sulla
quarta rampa. Il foto-ritocco era così scadente che divenne una
barzelletta su internet e fece il giro del mondo. Innumerevoli siti web
pubblicarono addirittura le due versioni della foto una accanto
all'altra.Circa una settimana fa gli iraniani hanno orgogliosamente annunciato che
avevano mandato una scimmia nello spazio a 120 km di altezza,
riportandola a casa sana e salva. Ma, di nuovo, le foto del prima e del
dopo non coincidevano, ed è diventato ben presto chiaro che la scimmia
non è la stessa: quella lanciata nello spazio e quella tornata sulla
terra erano evidentemente due scimmie diverse. In particolare, una ha un
evidente neo rosso sopra un occhio, che l’altra non ha. Qualcuno, come
il Times di Londra, ha addirittura ipotizzato che il lancio fosse del
tutto inventato.Lo scorso fine-settimana il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ne
ha fatta un’altra. Questa volta si tratta del super jet di produzione
interamente iraniana “Qaher F-313” a tecnologia stealth, del tipo
comunemente noto in Occidente come “di quinta generazione”. Ancora una
volta, è bastata un’occhiata un po’ attenta alle foto per constatare che
il “minaccioso” aereo solleva non poche perplessità: nulla, nel modello
presentato dall'Iran, sembra aerodinamicamente corretto, né sembra
corrispondere al testo che lo accompagna. È molto probabile che il
velivolo ritratto nelle foto non sia altro che un modello in fibra di
vetro senza alcuna reale capacità di volare.A questo punto la domanda è: perché gli iraniani fanno così? È una
domanda molto seria, perché non si può liquidare gli iraniani come una
banda di buffoni. Tutt’altro. Nonostante tutta la loro ostilità verso di
noi, abbiamo sempre saputo che la loro è una grande nazione, con una
storia magnifica che ha dato enormi contributi al resto del mondo. Gli
iraniani sono una nazione colta, diversi di loro studiano nelle migliori
università del mondo. Molti iraniani moderni, specialmente fra le
giovani generazioni, sono avidi consumatori di cultura occidentale:
anche oggi, sotto le minacce delle Guardie della Rivoluzione Islamica.
Non è possibile che questa nazione intelligente non capisca che ogni
bugia sbugiardata, anziché farli apparire più potenti, non fa che
indebolire sempre più l’immagine e la credibilità dell’Iran.Anche se queste fandonie costituiscono quello che alcuni amano definire
"a uso e consumo interno”, questo atteggiamento da “guardatemi,
guardatemi” non regge, e tutti nel mondo capiscono che laggiù non c’è
nient'altro che un castello di menzogne.(Da: Israel HaYom, 4.2.13)
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Abbiamo scelto.....
Il trattato di pace tra Egitto e Israele non sarà rivisto
L'Egitto e le sue forze armate
rimangono nell'ambito del trattato di pace con Israele del 1979, ha
dichiarato il ministro della Difesa, generale Abdel Fattah al-Sissi. Nel
corso della telefonata con il Capo del Pentagono Leon Panetta ha
confermato che la penisola del Sinai “non verrà usata come la basa di
minacce a Israele”.Durante la rivoluzione egiziana
il più autorevole movimento Fratelli musulmani è intervenuto con la
richiesta di una possibile revisione del trattato con Israele.http://italian.ruvr.ru/
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La mise di Lady Netanyahu crea subbuglio in Israele
E' scandalo in Israele. Sara Netanyahu, la moglie del Primo Ministro, si è presentata alla cerimonia di giuramento alla Knesset, con un look 'disdicevole' per l'occasione: pizzo trasparente e carni in vista. Oggi nei siti ultra-ortodossi non si parla che dell’offesa inflitta da Sara ai deputati religiosi presentandosi in abbigliamento peccaminoso tanto da impedire ai presenti di vagare liberamente con lo sguardo. Viene portato ad esempio Arieh Deri (il leader politico del partito ultraortodosso Shas), che, costretto a parlarle, guardava di lato (ansa)
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Curiosità
Israele, i nuovi deputati "a scuola" di etica
GERUSALEMME - [...] Tappeto rosso e fiori per i 120 deputati eletti lo scorso 22 gennaio, suddivisi in dodici partiti. Sono ben quarantanove i nuovi politici, un numero record, ha fatto notare all'indomani delle elezioni il Jerusalem Post, pari al 41 per cento dei seggi totali. E per assicurarsi che siano ben preparati ai compiti che li aspettano, negli scorsi giorni sono stati chiamati a frequentare un corso accelerato sul funzionamento del Parlamento, come racconta il Times of Israel. A tenerlo sono stati il presidente dell'attuale Knesset Reuven Rivlin e Binyamin Ben-Eliezer, 77 anni, veterano del Parlamento, in cui siede dal 1984. Tra i temi affrontati, le procedure legislative, ma anche le regole etiche che i membri della Knesset devono rispettare (per esempio è proibita la richiesta di farsi spostare in classi più alte sui voli). [...]Rossella Tercatin, http://www.evangelici.net
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Israele: carcerato evade e fugge in Siria
Desta stupore sulla stampa israeliana odierna la rocambolesca fuga di un
giovane detenuto arabo che, sfruttando una breve licenza, ha varcato la
linea di demarcazione sul Golan occupato ed è scappato in Siria.Il giovane - Muhammed Yassin, 23 anni - è stato condannato a 20 di
carcere per aver assassinato un suo compaesano nel 2006, durante un
alterco. Negli ultimi mesi, vista la sua buona condotta, aveva ottenuto
dalle autorità carcerarie due brevi licenze.Ieri, uscito per beneficiare di una nuova licenza di 12 ore, si è fatto
portare da due parenti sulle alture del Golan e là è riuscito a superare
i reticolati di confine e i campi minati, e far perdere così le proprie
tracce in territorio siriano: in una zona dove peraltro infuriano i
combattimenti fra l'esercito di Bashar Assad e unità di ribelli.
"Siamo stati noi stessi sorpresi del suo gesto", hanno detto i due congiunti alla polizia, che invece sospetta che abbiano partecipato attivamente all'organizzazione della fuga.
"Siamo stati noi stessi sorpresi del suo gesto", hanno detto i due congiunti alla polizia, che invece sospetta che abbiano partecipato attivamente all'organizzazione della fuga.
sda-ats.http://www.swissinfo.ch/i
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Curiosità
Israele: fino al 3 marzo a Tel Aviv 'Van Gogh Alive' 
video: http://www.youtube.com/watch?v=uewKuyUjGMU&list=UU1mX9vuLOYf8fhaXS_KcDRg
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eventi
Attentato in Bulgaria, responsabile Hezbollah Israele all'Ue: «Questa è la loro vera natura»
Le immagini dell'attentato (Afp)
Due persone con passaporti canadese e australiano legate al gruppo fondamentalista degli Hezbollah libanesi sono coinvolti nell'attentato terroristico dello scorso luglio a
Burgas, sul Mar Nero, nel quale rimasero uccisi cinque turisti
israeliani e l'autista bulgaro del loro bus. A darne notizia il ministro
dell'interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov. Da Israele, invece, il premier
Benyamin Netanyahu, dopo le ultime rivelazioni sull'attentato a Burgas
in Bulgaria contro cittadini israeliani, si è rivolto all'Ue invitandola
a «vedere la vera natura di Hezbollah».http://www.corriere.it
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Quasi 10.000 bambini palestinesi hanno ricevuto un addestramento
militare da Hamas, allo scopo di prepararsi al jihad nei confronti di
Israele. Gli esponenti di Hamas riportano che circa 9.000 bambini si
sono iscritti nei 36 campi dislocati in tutta la Striscia di Gaza, dove
hanno appreso l'uso di diverse armi, e a maneggiare esplosivi.I campi sono stati intitolati "Al Futuwwa": è il nome del movimento
giovanile nazionalista panarabo di simpatie naziste, esistente in Iraq
durante gli anni '30 e '40. Nel 1938, il movimento Al Futuwwa inviò un
delegato alle celebrazioni del partito nazista a Nuremberg, e ricevette
in seguito la visita del leader della gioventù hitleriana Baldur von
Schirach.
Hamas afferma che lo scopo di questi campi è di preparare i bambini
palestinesi, sia dal punto di vista militare che da quello psicologico, a
«liberare la Palestina dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo)",
rispecchiando le ambizioni di Hamas di sradicare lo stato ebraico nella
sua interezza.Khaled Abu Toameh, un giornalista arabo israeliano del Jerusalem Post,
si chiede: «come si può parlare di soluzione di due stati per due
popoli, quando migliaia di bambini palestinesi sono educati ad usare
armi ed esplosivi per cancellare lo stato ebraico e rimpiazzarlo con uno
islamico? Mahmoud Abbas ritiene che questi bambini accetteranno mai una
strategia di pace nei confronti di Israele?»Secondo Abu Toameh, questo addestramento è tenuto sotto la supervisione del ministero dell'istruzione di Hamas.La passata settimana, durante una cerimonia di consegna dei diplomi per
migliaia di bambini, il primo ministro di Hamas Ismail Haniyeh ha
affermato che il suo movimento sta pianificando l'istituzione di una accademia militare.
E rivolgendosi ai cadetti, ha dichiarato: «siete voi i futuri leader.
Condurrete il popolo verso la libertà e la dignità. I campi Al-Futuwwa
porteranno alla vittoria e alla liberazione di tutta la Palestina, dal
fiume Giordano al Mar Mediterraneo».http://ilborghesino.blogspot.it/
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Abbiamo scelto.....
Il seno delle donne provoca la diarrea. E' la rivoluzionaria tesi esposta da Hisham Qandil,
anonimo primo ministro dell'Egitto del fratello musulmano Morsi. Il
titolare del governo del Cairo, distintosi per essersi fatto raggirare
dall'omologo gazano nella sua visita di novembre in cui baciò un bambino
morto, spacciato per vittima israeliana; ha offerto la sua
testimonianza diretta: osservando un lattante avere un attacco di
diarrea subito dopo essersi nutrito dal seno materno in un villaggio
rurale dell'Egitto. La scoperta scientifica (scienza islamica,
s'intende) ho provocato l'imbarazzata levata di sopraccigli da parte
delle donne presenti al consiglio dei ministri presieduto da Qandil.

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Curiosità
Voci a confronto
Le riflessioni di rav Alberto Somekh sul trattato del rabbino capo di
Francia Gilles Bernheim a proposito del matrimonio omosessuale sono
proposte dall’Osservatore romano.
Numerosi i punti affrontati dal rabbino torinese, a partire non
soltanto dalla possibilità, ma anche dall’opportunità di far sentire la
voce ebraica nel dibattito pubblico. La notizia della vicinanza di
posizioni tra ebraismo e Chiesa cattolica viene riportata dal
corrispondente a Parigi del Corriere della Sera
Stefano Montefiori, che ripropone ampi stralci del testo del rav Somekh
pubblicato dal quotidiano della Santa Sede. Notizia ripresa anche in
una breve su Avvenire.Sul quotidiano
della Conferenza episcopale viene annunciata anche l’intervista del
direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale allo scrittore e germanista
Claudio Magris, che spiega la sua passione per la cultura ebraica.
Intervista che compare sul numero di Pagine Ebraiche di febbraio
attualmente in distribuzione.Le pagine romane di vari quotidiani raccontano gli sviluppi del delitto
Cohen: rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio volontario l’ex
agente dei servizi segreti Giuliano Trevisani e per favoreggiamento la
sua amante Alessia Marini (tra gli altri Repubblica).Per quanto riguarda le notizie sul Medio Oriente, il governo bulgaro ha
reso pubbliche le conclusioni dell’inchiesta sull’attentato di Burgas
che alcuni mesi è costato la vita a sei persone, di cui cinque turisti
israeliani: è stata una cellula del movimento sciita libanese
filo-iraniano di Hezbollah a far esplodere l’ordigno. La reazione
europea che racconta Guido Olimpio sul Corriere della Sera
appare alquanto imbarazzata. Emerge che Francia e Germania avrebbero
fatto pressioni sulla Bulgaria per non fare esplicito riferimento a
Hezbollah, mentre Catherine Ashton, la rappresentante per gli Affari
esteri dell’Unione europea ha promesso una “risposta appropriata, ma
dobbiamo riflettere molto bene”. Dall’inchiesta emerge inoltre che
Hezbollah ha creato una struttura per individuare militanti già presenti
in Occidente e fornire loro supporto tecnico e finanziario. Ora la Ue
dovrà decidere se inserire il gruppo nella lista delle organizzazioni
terroristiche, come da tempo chiede Israele. Alla vicenda Fiamma
Nirenstein dedica la sua rubrica Fuoco e Fiamma sul Giornale,
lanciando un atto d’accusa contro i politici europei che hanno finora
appoggiato Hezbollah considerandolo un movimento politico e impegnato
nel sociale.Su numerosi giornali infine è riportata in breve la notizia che Barack
Obama visiterà Israele il prossimo 20 marzo e sarà la prima volta da
presidente, dopo il viaggio da candidato nel 2008 (La Stampa).http://moked.it/blog/2
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Abbiamo scelto.....
Su Facebook è cominciata la
settimana Doppelganger: gli utenti cambiano le foto del profilo con
foto di personaggi famosi a cui pensano di assomigliare. Su Haaretz si legge che in Israele
anche i politici hanno ceduto alla tentazione. L’ex ministro degli
esteri Avigdor Lieberman ha postato sul suo profilo la foto dello 007
più famoso: Sean Connery e il primo ministro Benjamin Netanyahu ha
cambiato la sua foto con quella di un famoso attore israeliano: Mariano
Idelman, guadagnandosi 15mila like e più di un migliaio di commenti.
http://www.moked.it/
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Curiosità
La parola "razza"
Mantenendo fede a una
promessa fatta da Hollande in campagna elettorale, il governo di Parigi
si appresta a sopprimere, dalla Costituzione, il riferimento alla
razza, che compare nell’articolo 1, laddove si garantisce che la
Repubblica assicura l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla
legge, “senza distinzione di origine, di razza o di religione”.
L’articolo era stato formulato, com’è evidente, per esprimere il totale
rifiuto, da parte della rinata democrazia, delle aberranti teorie
razziste che avevano segnato la tragica esperienza dell’invasione
nazista e del regime di Vichy, e come tale ha sortito i suoi effetti in
tutti gli anni del dopoguerra. Ora, però, si ritiene che la coscienza
civile sia maturata, e che si sia radicata la convinzione, nella grande
maggioranza dei cittadini, che il concetto di ‘razza’ sia una pura
invenzione, funzionale esclusivamente alla discriminazione e alla
sopraffazione. Tale termine, perciò, non meriterebbe cittadinanza nella
Costituzione di un Paese democratico, che non solo è tenuto a non
praticare distinzioni di tipo razziale, ma anche a non mostrare di
credere che le razze esistano.La questione, com’è evidente, dovrebbe riproporsi anche per la
Costituzione italiana, che, all’art. 3, stabilisce il principio di
uguaglianza “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
L’inserimento di un esplicito riferimento alla ‘razza’ fu oggetto, tra
i costituenti, di un approfondito dibattito, giacché, già allora,
alcuni sostenevano che esso fosse inopportuno, proprio perché mostrava
di dare credito all’esistenza dell’ambiguo concetto. Prevalse però la
decisione affermativa, in base al ragionamento che la mancata menzione,
dopo anni di propaganda razzista, potesse essere interpretata in senso
negativo, ossia come una ritrosia a prendere nettamente posizione
contro il razzismo.Che fare, dunque? A distanza di 65 anni dall’introduzione della nostra
Costituzione, il riferimento alla razza va lasciato, o, come in
Francia, anche da noi va abolito? Si possono, al riguardo, formulare
valutazioni diverse. Personalmente, riterrei che la scelta andrebbe
fatta tenendo conto essenzialmente di due considerazioni: - Che le razze non esistano non è tanto vero, e non è vero
che farvi riferimento sia automaticamente segno di razzismo. Le
differenze somatiche tra i popoli sono spesso evidenti, e negli Stati
Uniti, per esempio, il riferimento alla “race” è considerato normale e
indispensabile a fini di identificazione, di sicurezza ecc. Ma in
Europa il termine ‘razza’ è diventato, come disse Rosellina Balbi, una
“parola malata”, perché il suo uso è stato prevalentemente falso e
violento, tanto da renderla un ricettacolo di odio e disprezzo.- Abolire il termine ‘razza’ - per
mostrare il ripudio non tanto del concetto in sé, ma, appunto, della
sua accezione distorta e maligna – presuppone una grande fiducia nella
maturazione della coscienza civile del Paese. Se si ritiene che il
rifiuto del razzismo sia ormai un dato acquisito e generalizzato, si
può anche proporre l’eliminazione del riferimento dalla Carta
Costituzionale. Ma se si pensa, invece, che il razzismo sia ancora un
fenomeno tristemente diffuso e pericoloso, tale modifica potrebbe anche
apparire incauta.Francesco
Lucrezi, storico.http://www.moked.it/
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Cultura
Ticketless - Il secondo
proverbio di Fery
Le belle vignette che, su
questo portale e su Pagine Ebraiche di febbraio, Emilio Giannelli ha
dedicato a Rita Levi Montalcini mi hanno fatto ritornare in mente un
secondo proverbio yiddish caro a Fölkel. Lo pronunciava in inglese,
perché l’asburgico Fery era anglofilo e il suo esilio avrebbe preferito
consumarlo a Londra, non a Milano: “People faces depend on whom they
are seen with”. Non esiste una bellezza in sé (o una bruttezza). Belli
(o brutti) siamo noi, quando osserviamo il prossimo e cerchiamo di
riprodurne l’immagine su un bloc-notes. Il proverbio risolve alla
radice l’annoso problema della satira, che non è mai giuridico, guai se
lo fosse, né tanto meno religioso. Credo sia sbagliato parlare di
antisemitismo quando una vignetta ci infastidisce. Nel 1982 Forattini,
ieri l’altro Vauro. Non è necessario chiedere il ricorso ad un
tribunale per giudicare. Il problema è politico riguarda l’oggetto
della satira: il graffio di Giannelli riflette sul foglio un animo
pacificato, ma non meno risoluto; quello di Vauro uno stato d’animo
rancoroso e aggressivo, ma privo del coraggio che hanno dimostrato, ad
esempio, qualche mese fa, i disegnatori del settimanale Charlie Hebdo.
Vauro in tv ogni settimana pensa che basti prendersela con Formigoni o
la Bindi per criticare il fondamentalismo religioso. Sull’integralismo
islamico tace. Non si può dargli torto. Quanto al lato estetico,
evidentemente, i personaggi da lui ritratti possono dormire tranquilli
e potrebbero evitare di agitarsi. “People faces depend on whom they are
seen with”.Alberto Cavaglion.http://www.moked.it
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Cultura
Il nazista Eichmann scoperto grazie alla fidanzata ebrea del figlio Bettina Stangneth
Adolf Eichmann venne scoperto in Argentina grazie al fatto che il figlio ventenne si era innamorato di una ragazza ebrea di 16 anni, residente come la famiglia del criminale nazista a Buenos Aires.Lo rivela un documentario che va in onda domenica sera sulla prima rete televisiva tedesca Ard, basato sulle ricerche della storica amburghese Bettina Stangneth.Nel 1956 il figlio di Eichmann, Klaus, si era innamorato di Silvia Hermann, il cui padre Lothar era riuscito a scampare all’Olocausto dopo essere stato internato per sei mesi nel campo di concentramento di Dachau. Nessuno dei due ragazzi conosceva la storia delle rispettive famiglie, così quando Silvia condusse Klaus a casa dei suoi genitori, Lothar Hermann chiese al figlio del criminale nazista che cosa avesse fatto il padre in Germania durante il nazismo. «È stato in guerra ed abbiamo fatto numerosi trasferimenti, abitando per un certo tempo perfino a Praga. Papà diceva che eravamo lì per diffondere nel mondo i valori tedeschi».Dopo pranzo Hermann chiese alla figlia come si chiamasse il suo ragazzo, ma dopo aver appreso il nome di Eichmann era rimasto sconvolto. Poco fiducioso nelle autorità argentine, Lothar Hermann aveva scritto a Fritz Bauer, il procuratore generale tedesco che stava dando la caccia ai nazisti superstiti.«La informo che, secondo le mie informazioni, qui a Buenos Aires vive il criminale nazista Adolf Eichmann», aveva scritto il supersite della Shoah, il quale aveva pregato la figlia, che nel frattempo aveva lasciato Klaus Eichmann, a riallacciare i suoi rapporti con il figlio dello sterminatore di Auschwitz, in modo da verificarne con assoluta certezza l’identità.Da quel momento si era messa in moto la macchina che nel maggio 1960 avrebbe permesso al Mossad, il servizio segreto israeliano, di rapire Eichmann per condurlo in Israele, dove al termine di un lungo processo venne impiccato il 31 maggio 1962.Per timore di rappresaglie da parte dei nazisti superstiti, Lothar Hermann aveva fatto emigrare nel 1974 la figlia negli Stati Uniti, dove vive tuttora con un’altra identità. IL CORRIERE DELLA SERA
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La storia questa sconosciuta
Israele - Barack Obama
in visita a marzo
Barack
Obama visiterà Israele il prossimo 20 marzo, durante la sua prima
missione estera dopo la rielezione. Si tratterà della prima visita
nello Stato ebraico da presidente. La decisione, fa notare Scott
Wilson sul Washington Post, suggerisce l’idea che Obama voglia
rilanciare gli sforzi per i negoziati di pace tra israeliani e
palestinesi (prevista anche la visita in Cisgiordiania), e più in
generale, a riportare gli equilibri mediorientali al centro delle sue
priorità, dopo i vari tentativi mai a buon fine nel corso del suo
primo mandato. Dal famoso discorso del 2009 al Cairo che doveva
segnare l’apertura di una nuova fase di rapporti tra gli Stati
Uniti e il mondo arabo, “un paio di dittature alleate con gli USA
sono state sostituite da governi eletti islamisti”, fa notare il
prestigioso quotidiano americano, e la situazione è ancora
tumultuosa.Obama
farà tappa anche in Giordania, uno degli Stati che sopporta il peso
maggiore della guerra civile siriana, con migliaia di profughi che
hanno oltrepassato le sue frontiere in fuga dalla crudele repressione
di Bashar Al-Assad. Poche ore dopo l’annuncio della visita, la
stampa israeliana ha rilanciato la notizia che Obama vuole farsi
promotore di un summit fra il primo ministro israeliano Benjamin
Netanyahu e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu
Mazen (l’ultimo tentativo di negoziato su impulso del presidente
USA nel 2010 fallì dopo poche settimane). Il
rapporto tra Obama e Netanyahu negli anni passati è stato
caratterizzato da una certa tensione, ma la cooperazione tra Stati
Uniti e Israele in materia di difesa è stata approfondita, ed
entrambi concordano sul fatto che sia necessario impedire all’Iran
di usare il proprio programma di uranio arricchito per raggiungere
l’arma atomica. Un cambiamento di rotta nelle relazioni tra i due
potrebbe arrivare anche dalla formazione del nuovo governo
israeliano: l’ingresso nella maggioranza di Netanyahu del partito
centrista di Yair Lapid, che ha ottenuto un exploit alle elezioni,
potrebbe spostare gli equilibri rispetto alla precedente
amministrazione. “L’Autorità
palestinese accoglie con favore la visita di Obama, e spera che darà
come risultato la costituzione di uno Stato palestinese accanto a
Israele” il commento di Nabil Abu Rdeneh, portavoce di Abu Mazen,
come riportato dal Times of Israel. rt,http://www.moked.it/
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Abbiamo scelto.....
Polpette tonno al limone
Ingredienti 3 scatolette di tonno da 160 gr sgocciolate 2 patate lesse schiacciate La buccia di un limone Prezzemolo 1 uovo Poco pangrattato Poco olio di oliva
Ingredienti 3 scatolette di tonno da 160 gr sgocciolate 2 patate lesse schiacciate La buccia di un limone Prezzemolo 1 uovo Poco pangrattato Poco olio di oliva
Procedimento: Mischiate
tonno, patate, uovo, buccia di limone, prezzemolo ed un pizzico di
sale e formate delle polpettine.Passare nel pangrattato e
disporre su una teglia precedentemente oliata..Infornare in forno
già caldo a 200 gradi per circa venti minuti. Da servire calde
con maionese. Sulla n. 106
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cucina ebraico - israeliana
Umorismo
Il tasso di matrimoni misti è un problema serio. Gli scienziati stimano che se qualcosa non verrà fatto per fermare i matrimoni misti, in 100 anni, il popolo ebraico sarà ridotto ad una razza di bionde alte e bellissime.
***
Scavando un pozzo nel deserto del Neghev, l’archeologo Moishe Abramovitz scopre un sarcofago contenente una mummia.Dopo averla esaminata, telefona al curatore del museo di Gerusalemme: “Ho trovato la mummia di un uomo morto 3000 anni fa, per attacco cardiaco!”.“Non vedo come tu abbia potuto accertare questi particolari” ribatte il curatore “Comunque mandala qui e vedremo”.Dopo una settimana Giacobbe riceve una telefonata dal museo... “Hai ragione per quanto riguarda l’eta’ della mummia e anche la causa della morte” dice il curatore “Ma come ci sei arrivato ?”.E Moishe: “Ecco, il fatto è che la mummia stringeva nel pugno un pezzo di carta che sembrava una ricevuta su cui era scritto :”100 scekel su Golia”!!! Sullam n.106
Il tasso di matrimoni misti è un problema serio. Gli scienziati stimano che se qualcosa non verrà fatto per fermare i matrimoni misti, in 100 anni, il popolo ebraico sarà ridotto ad una razza di bionde alte e bellissime.
***
Scavando un pozzo nel deserto del Neghev, l’archeologo Moishe Abramovitz scopre un sarcofago contenente una mummia.Dopo averla esaminata, telefona al curatore del museo di Gerusalemme: “Ho trovato la mummia di un uomo morto 3000 anni fa, per attacco cardiaco!”.“Non vedo come tu abbia potuto accertare questi particolari” ribatte il curatore “Comunque mandala qui e vedremo”.Dopo una settimana Giacobbe riceve una telefonata dal museo... “Hai ragione per quanto riguarda l’eta’ della mummia e anche la causa della morte” dice il curatore “Ma come ci sei arrivato ?”.E Moishe: “Ecco, il fatto è che la mummia stringeva nel pugno un pezzo di carta che sembrava una ricevuta su cui era scritto :”100 scekel su Golia”!!! Sullam n.106
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Curiosità
Dove puoi trovare delle armi? in una scuola, ovvio!...
Cosa
ti aspetteresti negli edifici che ospitano una scuola materna o
elementare? banchi e sgabelli, palloni e corde per saltare,
costruzioni tipo Lego; al massimo attrezzi ginnici leggeri. Non certo
materiale bellico...Non così in Medio Oriente. In una scuola
materna ed elementare di un villaggio della Galilea, un'operazione di
polizia dell'IDF ha scoperto questa mattina, ben nascosti, missili
anticarro e granate, oltre ad esplosivo e centinaia di proiettili per
pistole d'assalto.Le armi, rubate di recente dai depositi
dell'esercito israeliano, sono state rinvenute in un canale di
drenaggio e nei pressi di uno stagno vicino alla scuola di Abu
Sanaan, un villaggio la cui popolazione è in prevalenza musulmana e
drusa. Le armi e munizioni potevano essere utilizzate per lotte fra
bande rivali, o vendute ai terroristi (un missile anticarro si riesce
a vendere sul mercato nero per circa 13500
dollari).http://ilborghesino.blogspot.it/
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Abbiamo scelto.....
Il Giornale, 6 febbraio 2013, Fiamma Nirenstein
E
ora cosa ci racconteranno i volenterosi politici dell’UE che ancora
il 9 gennaio scorso non potevano trovare un accordo sul fatto che gli
Hezbollah sono terroristi? La Francia e la Germania si adopereranno
ancora a spiegarci che se anche un po’ terroristi lo sono “hanno
forza politica e sono socialmente impegnati” come disse Massimo
D’Alema dopo la passeggiata di Beirut dell’agosto 2006? Ci
ricorderanno di nuovo che fanno parte del governo e che accusandoli
si destabilizza il Libano?In questi anni che pure gli Hezbollah di
destabilizzazione ne hanno distribuito in tutto il mondo, ed intrisa
di sangue. 1983: due autobombe 241 marines americani 58 paracadutisti
francesi uccisi; 1984: 18 americani uccisi in Spagna; 1985: un aereo
TWA 847 dirottato; 1992: 29 morti all’Ambasciata d’Israele e poi
nel ‘94 altre 85 vittime al centro ebraico di Buen! os Aires… e
via via arriviamo alla strage del 14 febbraio 2005 in cui vengono
uccisi a Beirut il Primo Ministro libanese Rafiq Hariri più altre 21
persone… la lista arriva fino a Bourgas ed è incoronata dall’aiuto
dato dagli Hezbollah alle stragi in Siria di Bashar Al Assad e da
almeno 40mila missili in loro possesso.Finalmente abbiamo sentito
della gente per bene parlare chiaro in Bulgaria! Che farà ora il
resto d’Europa?
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Abbiamo scelto.....
9 febbraio ore 10.30 ad Alia (PA), Palazzo dei
Congressi, l’Istituto Comprensivo Alia Valledolmo, nell’ambito del progetto
"Educazione alla Legalità ",
organizza un incontro
con Franco Perlasca sul tema:
I Giusti nella Shoah - l'esempio di Giorgio
Perlasca.
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eventi
martedì 5 febbraio 2013
MO:stampa,arresti Israele in Cisgiordania,anche membri Hamas
(ANSAmed) - TEL AVIV, 4 FEB - Le forze israeliane hanno
arrestato la notte scorsa nel corso di un'operazione in
Cisgiordania una ventina di persone. Lo dice il sito Ynet
citando fonti palestinesi. Tra i fermati, ci sarebbero nove
esponenti del movimento islamista Hamas, di cui alcuni membri
del Parlamento. Di questi, Hatem Qafisheh e Mohammed al-Tal sono
stati fermati a Hebron, mentre Ahmed Atun a Ramallah. Fonti
dell'esercito israeliano e dello Shin Bet (il servizio di
sicurezza interno) - citate anche queste da Ynet - hanno
spiegato che Hamas sta tentando di ricostruire le sue strutture
organizzative in Cisgiordania, dove è al potere l'altra fazione
palestinese di al Fatah.
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Israele è l’unico paese “libero” in Medio Oriente
Israele è l’unico paese “libero” di tutto il Medio Oriente. Lo afferma,
nel suo rapporto annuale diffuso a metà gennaio, Freedom House,
organizzazione non governativa internazionale con sede a Washington
dedita al monitoraggio della diffusione della libertà nel mondo. La
valutazione di Freedom House appare in netto contrasto con ciò che
sostengono molti critici, sia all’interno di Israele che all’estero,
secondo i quali i valori democratici dello stato ebraico si starebbero
rapidamente erodendo. “Israele è e rimane l’unico paese libero in tutta
la regione” si legge nel rapporto, intitolato “Freedom in the World
2013” (Libertà nel mondo 2013), pubblicato per combinazione proprio
pochi giorni prima che Israele andasse alle elezioni per il rinnovo
della Knesset.“Negli ultimi anni – spiega il rapporto – vivaci discussioni hanno
accompagnato alcune proposte di legge che potrebbero minacciare la
libertà d’espressione e i diritti delle organizzazioni della società
civile. In quasi tutti i casi, tuttavia, queste misure sono state
respinte dal Governo e dal Parlamento, o sono state bloccate dalla Corte
Suprema”. Il rapporto registra anche le crescenti controversie che
agitano la politica israeliana circa il ruolo dei cittadini
ultra-ortodossi e la loro posizione su questioni come il servizio
militare e l’eguaglianza di genere.
La posizione in classifica di Israele è completamente diversa da quella dei territori di Cisgiordania sotto il governo dell’Autorità Palestinese e da quella della striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas, entrambe aree classificata come “non libere”. Analogamente, dal rapporto emerge che Israele è circondato da paesi dove la libertà non è esattamente all'ordine del giorno. Il rapporto, che classifica i paesi del mondo in base al livello delle libertà politiche e civili, qualifica Giordania e Siria come paesi “non liberi”; Egitto e Libano come “parzialmente liberi”. In fondo alla scala delle libertà, dei nove paesi a cui viene aggiudicato il punteggio peggiore, due sono in Medio Oriente: Arabia Saudita e Sudan. “Non liberi” anche Algeria, Bahrain, Iraq, Iran, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Yemen, mentre Tunisia, Kuwait, Libia e Marocco vengono definiti “parzialmente liberi”.È interessante notare che la Turchia, il cui primo ministro Recep Tayyip Erdogan non perde occasione per accusare Israele di presunte violazioni dei diritti umani, nel rapporto di Freedom House risulta soltanto “parzialmente libera”. Secondo il rapporto, nei suoi primi anni al governo Erdogan aveva propugnato alcune importanti riforme volte a stabilizzare il governo civile, promuovere elezioni più eque e qualche passo esitante verso maggiori diritti per le minoranze. “Più di recente, però – continua il rapporto – il suo governo ha incarcerato centinaia di giornalisti, accademici, rappresentanti di partiti dell’opposizione e ufficiali delle forze armate, nel quadro di una serie di azioni giudiziarie contro presunte cospirazioni e contro le organizzazioni curde. La Turchia attualmente è prima al mondo per il numero di giornalisti incarcerati, e i fautori della democrazia esprimono profonda preoccupazione per la condizione della libertà di stampa e dello stato di diritto”.Secondo il rapporto, “l’anno scorso si sono avute ulteriori prove che i paesi del Medio Oriente, a lungo soggiogati a dittatori, stanno rapidamente sviluppando società civili resistenti e informate, decise a respingere i tentativi di bloccare la libertà di espressione e di pensiero, di distorcere i processi elettorali, di concentrare il potere nelle mani di autorità militari o religiose. In questo contesto, governi o fazioni che cercano di ridurre la libertà potrebbero incontrare sempre maggiori difficoltà”. Allo stesso tempo però “il Medio Oriente, mentre vive alcuni cambiamenti estremamente significativi, registra anche grandi processi di degrado, con una lista di paesi in via di peggioramento come Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Siria ed Emirati Arabi Uniti”.Nella classificazione di Freedom House, un paese è “libero” quando è dotato di un’aperta competizione politica, un clima di rispetto per le libertà civili, una significativa vita civica indipendente e mass-media indipendenti. Un paese è “parzialmente libero” quando ha un limitato rispetto per i diritti politici e le libertà civili, mentre un paese "non libero" è quello in cui mancano i fondamentali diritti politici e le libertà civili vengono ampiamente e sistematicamente negate.(Da: Jerusalem Post, 21.1.13) http://www.israele.net/
La posizione in classifica di Israele è completamente diversa da quella dei territori di Cisgiordania sotto il governo dell’Autorità Palestinese e da quella della striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas, entrambe aree classificata come “non libere”. Analogamente, dal rapporto emerge che Israele è circondato da paesi dove la libertà non è esattamente all'ordine del giorno. Il rapporto, che classifica i paesi del mondo in base al livello delle libertà politiche e civili, qualifica Giordania e Siria come paesi “non liberi”; Egitto e Libano come “parzialmente liberi”. In fondo alla scala delle libertà, dei nove paesi a cui viene aggiudicato il punteggio peggiore, due sono in Medio Oriente: Arabia Saudita e Sudan. “Non liberi” anche Algeria, Bahrain, Iraq, Iran, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Yemen, mentre Tunisia, Kuwait, Libia e Marocco vengono definiti “parzialmente liberi”.È interessante notare che la Turchia, il cui primo ministro Recep Tayyip Erdogan non perde occasione per accusare Israele di presunte violazioni dei diritti umani, nel rapporto di Freedom House risulta soltanto “parzialmente libera”. Secondo il rapporto, nei suoi primi anni al governo Erdogan aveva propugnato alcune importanti riforme volte a stabilizzare il governo civile, promuovere elezioni più eque e qualche passo esitante verso maggiori diritti per le minoranze. “Più di recente, però – continua il rapporto – il suo governo ha incarcerato centinaia di giornalisti, accademici, rappresentanti di partiti dell’opposizione e ufficiali delle forze armate, nel quadro di una serie di azioni giudiziarie contro presunte cospirazioni e contro le organizzazioni curde. La Turchia attualmente è prima al mondo per il numero di giornalisti incarcerati, e i fautori della democrazia esprimono profonda preoccupazione per la condizione della libertà di stampa e dello stato di diritto”.Secondo il rapporto, “l’anno scorso si sono avute ulteriori prove che i paesi del Medio Oriente, a lungo soggiogati a dittatori, stanno rapidamente sviluppando società civili resistenti e informate, decise a respingere i tentativi di bloccare la libertà di espressione e di pensiero, di distorcere i processi elettorali, di concentrare il potere nelle mani di autorità militari o religiose. In questo contesto, governi o fazioni che cercano di ridurre la libertà potrebbero incontrare sempre maggiori difficoltà”. Allo stesso tempo però “il Medio Oriente, mentre vive alcuni cambiamenti estremamente significativi, registra anche grandi processi di degrado, con una lista di paesi in via di peggioramento come Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Siria ed Emirati Arabi Uniti”.Nella classificazione di Freedom House, un paese è “libero” quando è dotato di un’aperta competizione politica, un clima di rispetto per le libertà civili, una significativa vita civica indipendente e mass-media indipendenti. Un paese è “parzialmente libero” quando ha un limitato rispetto per i diritti politici e le libertà civili, mentre un paese "non libero" è quello in cui mancano i fondamentali diritti politici e le libertà civili vengono ampiamente e sistematicamente negate.(Da: Jerusalem Post, 21.1.13) http://www.israele.net/
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