Le famiglie ebree che ha salvato la conoscono solo come signora Judy, o anche tanto. È stato solo dopo che era riuscita a portare clandestinamente l’ultima famiglia ebrea fuori dalla Siria (sono arrivati a New York meno di un’ora prima che i dirottatori facessero schiantare i due aereoplani contro il World Trade Centre) che la storia di questa donna straordinaria è diventata di dominio pubblico.
È stato attraverso la sua vicina e reduce dell’Olocausto, la signora Sophie, che la Feld Carr dice di aver preso coscienza dell’orribile condizione del popolo ebraico. Sophie, i cui due figli erano stati uccisi ad Auschwitz e che era stata vittima dei terrificanti esperimenti del dottor Joseph Mengele, le ha dato l’ispirazione.
“Quando avevo 10 anni Sophie mi ha ditto: ‘Tu devi fare qualcosa perché tutto questo non accada mai più al popolo ebraico’. Non ho mai dimenticato queste parole”, dice la Feld Carr. “Ogni voltra che pensavo di rinunciare e lasciare perdere tutto, ovvero un giorno sì e uno no, mi tornava in mente Sophie e dicevo: va bene, torno al lavoro. Gliel’ho promesso e l’ho fatto”.
Com’è finite nel pericoloso mondo del contrabbando, della corruzione, delle vie di fuga e degli agenti segreti?
“Infinite sono le vie del Signore”, dice la Feld Carr. “Io non vengo da questo mondo. Sono cresciuta a Sudbury. Come potevo sapere come portare a termine un progetto simile? È tutto così surreale”.
Decidono, insieme ad alcuni amici, di prendersi carico della causa degli ebrei siriani. Con una semplice telefonata (“L’unica telefonata che sia mai stata fatta da una comunità ebraica alla Siria”), la Feld Carr riesce a parlare con Abraham Hamra, il rabbino capo della Siria a Damasco e casse di libri religiosi iniziano a volare da Toronto alla Siria. I due gruppi comunicano attraverso un codice nell’indirizzo dei telegrammi.
Nel 1973 muore suo marito. La Feld Carr decide di continuare il lavoro, aiutata in questo dal Fondo Ronald Feld per gli ebrei nei Paesi arabi creato dal comitato esecutivo della congregazione Beth Tzedec. Lancia una campagna per i diritti umani per esercitare pressione su politici e opinione pubblica. Nel 1977 sposa Donald Carr, il quale la sostiene nei suoi sforzi.
Col passare del tempo si capisce che in Siria c’erano persone disposte a farsi corrompere e che si poteva pagare un riscatto per far uscire gli ebrei dal Paese. “Così ho cominciato a comprare le persone”. La Feld Carr sviluppa una rete attraverso la quale convoglia il denaro ad agenti incaricati di pagare il riscatto e a contrabbandieri affidabili. “Questa operazione di salvataggio ha avuto tanto successo perché non ha detto a nessuno come funzionava”.
“La tensione era terribile”, aggiunge. La Feld Carr ha viaggiato in tutto il mondo per intraprendere i suoi negoziati segreti, che si svolgevano sempre attraverso intermediari. “Dovevo vivere due vite – una vita di intrighi internazionali e una in cui ero una mamma che faceva le cose normali di una vita normale”.
Il pericolo era enorme, sia per le famiglie che cercava di salvare e che se scoperte potevano venire uccise, sia per la Feld Carr, che ha ricevuto numerose minacce. “Che io sia ancora viva è un miracolo”, dice.
A volte il lavoro era ripugnante. “Dover comprare un altro essere umano era disgustoso. Come si stabilisce il prezzo di una vita umana? Separavo i figli dai loro genitori. Era come negli anni ’40: cercavano disperatamente di mettere in salvo i figli”, nota la Feld Carr.
La maggior parte delle persone salvate dalla signora Feld Carr vivono oggi in Israele, ma è possible trovarne anche a Città del Messico e San Paolo in Brasile. E molti di loro hanno chiamato le figlie Judy.
La signora Feld Carr ha ricevuto molti riconoscimenti per i sui eroici sforzi da parte della comunità ebraica siriana, ma quello a cui tiene di più è làOrdine del Canada. “È incredibile: ho ricevuto l’Ordine del Canada per aver salvato degli ebrei. Non era mai successo nella storia del Canada. Ecco, questo sì che è importante. Ciascuno fa quello che può. Tutti possono fare la differenza”.
(Fonte: La federazione della Grande Toronto dell’AUI)