mercoledì 2 aprile 2008

Università di Gerusalemme

E’ passato un mese dal nostro ritorno a casa - Parma 2 aprile 2008


riordino le foto del mio primo viaggio in Israele e mi rendo conto di quanto le mie aspettative al riguardo fossero alte e di come quel che ho visto e vissuto sia stato veramente alla loro altezza.
Era il mio primo viaggio ma ho vissuto la strana sensazione (non poi così strana a dire la verità) di esserci già stata.
50 anni di letture su Israele, dai saggi alle testimonianze e alla narrativa ,di visioni di film e documentari, di ascolto di musica klezmer, hanno sviluppato in me una sensibilità molto “ ebraica” , comunque un amore forte . E’ per questo che quando anche a casa o fra amici parlo di Israele devo premettere di essere forse un po’ parziale come ogni volta che si parla di qualcuno o qualcosa che si ama molto.


Ma ciò nonostante parlando di Israele non posso non pensare all’altro popolo che gli vive così vicino e il cui destino è così inestricabilmente unito al suo. La mia emozione più grande è stata essere nella Sala dell’indipendenza, ascoltare la voce di Ben Gurion che proclamava la nascita dello Stato, e dopo le parole della guida ( albanese se non ricordo male) che ci ha parlato della speranza di pace del suo popolo, ma anche della pietà per le madri palestinesi e per il loro dolore così simile al dolore di tante madri israeliane.
Pochi giorni dopo a casa ho assistito ad una conferenza per l’8 marzo fatta da una musulmana italiana che ha parlato di donne nell’Islam e il discorso è ovviamente scivolato su Gaza e sulle madri e figli palestinesi…..Le ho parlato del mio viaggio, delle donne israeliane, del loro amore per la vita e di quanto avevo visto e ascoltato. In un discorso fra donne tutto questo è stato possibile, doloroso ma comprensibile ,assolutamente umano .


Ecco cosa ho portato a casa da Israele oltre alla bellezza dei luoghi, alla bravura di Angela e alla simpatica ed efficiente presenza della nostra “emerita” Chicca: immagini di persone, , testimonianze , racconti, le immagini dello Yad Vashem ma anche dei soldati della base e dei loro racconti, della famiglia che mi ha ospitato per la cena dello shabbat, e dei volontari di Zaka……E mi viene in mente anche Yosh Amishav con il quale l’ultima sera mi sono sentita in profonda sintonia umana e politica e col quale sarei rimasta a parlare a lungo se solo ci fosse stato più tempo.
Ma forse nel prossimo viaggio……
Ciao a tutti i compagni di viaggio da


Laura

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