mercoledì 2 aprile 2008

Casa Presidente Weizmann - Rehovot

Debora

di Esther Singer Kreitman

Traduzione di Lorenza Lanza e Patrizia Vicentini
Baldini Castoldi Dalai € 17,50

“Mia sorella aveva molto talento e ha scritto alcuni romanzi niente male”.
Queste parole di Isaac Bashevis Singer, Premio Nobel nel 1978 per la Letteratura, trovano conferma nello struggente romanzo autobiografico di Esther Singer Kreitman, sorella maggiore di Isaac e Israel, pubblicato dalla Casa editrice Baldini Castoldi Dalai con il titolo “Debora”.

Siamo agli inizi del Novecento, nel villaggio di Zelechòw, “un piccolo gruppo di casette e capanne di legno al limitare delle pinete polacche”; durante lo shabbat Debora ascoltando le lodi che i genitori rivolgono al fratello Mikhl “……..un giorno sarà un brillante talmudista”, trova il coraggio di chiedere al rabbino suo padre: “Padre, ed io che cosa sarò un giorno?”
“Che cosa sarai tu un giorno? Niente, è ovvio”.
Una scena amara che si svolge in una famiglia di ebrei ortodossi che vivono in uno shtetl e che delinea la condizione femminile nel mondo ebraico tradizionale, quando l’unico destino concepibile per una donna era il matrimonio.
Se nella prima parte del romanzo lo sguardo dell’autrice si concentra sul villaggio di Zelechòw, sulla famiglia di Debora, la madre Reyzele, “malaticcia e debole”, il padre Rev Avrom Ber “di solito miope e disattento a quanto accadeva attorno a sé, il fratello Mikhl che veniva cresciuto affinchè dedicasse la sua vita allo studio del Talmud, nella seconda parte l’attenzione si sposta sulla figura di Debora che pian piano emerge come protagonista, acquisendo una propria individualità.

Una presa di coscienza che trova nuova linfa nel fermento della vita ebraica di Varsavia dove “le vetrine dei negozi erano un incendio di luce dorata riflessa” e si rafforza grazie all’incontro con Shimen, giovane dalle idee rivoluzionarie del quale si innamora senza sapere di essere ricambiata.
Ma il destino di Debora, donna dal carattere indomito, determinata a voler essere protagonista della sua esistenza, è segnato dalle decisioni che la famiglia prende, a dispetto della sua volontà, dandola in moglie al figlio di un rabbino che vive ad Anversa.
Un destino amaro fatto di umiliazioni, miseria, fame e squallore attende la giovane Debora come emerge dolorosamente dalle ultime pagine, grottesche e allucinate, del romanzo che paiono anticipare la tragedia della Shoah.
E’ una prova narrativa di notevole spessore quella che ci regala Esther Singer Kreitman: è il racconto, senza abbellimenti, della durissima condizione femminile nel mondo tradizionale ebraico, dell’amara sottomissione della donna all’uomo, del conflitto fra genitori e figli ma anche dell’indomita volontà di ribellione che germoglia nell’animo della donna e che ha portato la stessa Esther a perseguire con ostinazione il traguardo della scrittura, facendone una delle figure più importanti del panorama letterario femminile yiddish.

Debora non è solo la storia di una ribellione contro un ambiente familiare e sociale arido e insensibile, intessuto di maschilismo, ma è anche un affresco magistrale dei luoghi e dei personaggi che caratterizzano la letteratura yiddish; un libro narrato con un linguaggio tanto brillante quanto incisivo che resistendo alla tentazione del melodrammatico sa toccare le corde più nascoste dell’animo umano.

Giorgia Greco

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