
Durante i difficili anni in cui l’Unione Sovietica non garantiva la libertà di religione, chi voleva studiare l’ebraico e immigrare in Israele lo faceva clandestinamente. Gli ebrei venivano continuamente perseguitati e molestati; molti sono stati imprigionati per le loro attività sioniste e nazionaliste e per molti anni è stato loro impedito di lasciare l’Unione Sovietica. Alla fine la resistenza ha prevalso e negli anni ’70 130.000 ebrei sovietici hanno fatto l’aliyah, i prigionieri di Sion sono stati liberati (il più famoso è Natan Sharansky) e dal 1991 più di un milione di ebrei provenienti dall’ex-Unione Sovietica sono immigrati in Israele
“Il regime sovietico ha tentato di liquidare il movimento sionista” ha detto il primo ministro Olmert durante la cerimonia. “Stiamo parlando di David di fronte a Golia”, ha continuato, cercando di dare un’idea delle proporzioni dello scontro.
Il ministro dell’Immigrazione Edri ha dichiarato che l’Aliyah è il futuro d’Israele, mentre il presidente dell’Agenzia Ebraica ha ammesso: “Lo Stato d’Israele non è più quello che era prima di questa immigrazione… ma il compito non è ancora finito. Ci sono centinaia di migliaia di ebrei, cittadini dell’ex-Unione Sovietica, che vivono in stati che erano un tempo parte dell’USSR, in Germania, a New York e in altri paesi. Dobbiamo fare tutto il possibile per portarli in Israele”. Il signor Bielski ha promesso che l’Agenzia Ebraica continuerà a consolidare il legame con gli ebrei russi della Diaspora e a permettere loro di ricevere l’educazione ebraica sionista per incoraggiarli a visitare e sostenere Israele e a considerare l’idea di fare l’aliyah.Hanno partecipato a questo evento speciale ex-prigionieri di Sion e refuseniks (ebrei ai quali era stato rifiutato il permesso di immigrare in Israele) che avevano partecipato alla battaglia per la libertà, ex-attivisti provenienti da tutto il mondo, rappresentanti delle organizzazioni che si occupano dell’aliyah e dell’accoglienza degli ebrei sovietici – in particolare l’Agenzia Ebraica e il ministero dell’Immigrazione – e centinaia di giovani che sono arrivati in Israele negli ultimi mesi attraverso veri programmi dell’Agenzia Ebraica.
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