mercoledì 22 maggio 2013

Israele, gli congelano il conto corrente Entra in banca, fa strage poi si uccide
Si è suicidato l’uomo che oggi ha rapinato una banca a Beer Sheva, nel sud di Israele, uccidendo quattro persone, e poi prendendo un ostaggio. Lo riporta la televisione israeliana Channel 2, precisando che la donna tenuta in ostaggio è stata liberata.Secondo la ricostruzione della polizia, l’uomo - un israeliano di 40 anni circa - ha ucciso tre uomini ed una donna e ferito diverse persone all’interno della banca, dove poi si è asserragliato con la donna presa in ostaggio che ha rilasciato dopo circa un’ora di negoziati con la polizia. Poco dopo che la donna è stata fatta uscire dalla banca, l’uomo si sarebbe suicidato, secondo quanto si legge sul sito di Ynet. Il ministro per la sicurezza interna, Yitzhak Aharonovitch, ha detto che «molto probabilmente vi era un solo rapinatore e non siamo neanche sicuri che si sia trattato di una rapina, in questo momento stiamo vagliando ipotesi in tutte le direzioni». Infatti le persone che erano nella banca sopravvissute al massacro hanno detto che il rapinatore dopo aver fatto irruzione nei locali non ha chiesto soldi. «Forse siamo di fronte all’azione di una persona instabile mentalmente», affermano fonti della polizia.   Ad innescare il raptus dell’uomo sarebbe stato il congelamento del suo conto bancario, che aveva accumulato un debito di 1200 euro. Dai primi dettagli dell’inchiesta è emerso che l’uomo era un ufficiale della riserva dell’esercito israeliano e che nel 2002 aveva partecipato all’uccisione di due palestinesi che avevano appena compiuto un attentato. Per il suo intervento, ottenne dalle autorità un encomio. Un testimone ha raccontato che l’uomo ha sparato alle persone mentre erano sdraiate a terra: «Il rapinatore ha sparato due proiettili ad entrambe le persone che si trovavano accanto a me, ha semplicemente sparato, senza chiedere nulla». La prima persona ad essere uccisa sarebbe stato una delle guardie di sicurezza e l’uomo, dopo aver sparato, si sarebbe avvicinato alla vittima per assicurarsi che fosse morta, prima di ricaricare l’arma e sparare di nuovo, ogni volta poi controllando il polso della vittima.  http://www.lastampa.it/

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