sabato 17 maggio 2008

Monte Hermon

ISRAELE CHIEDE INGRESSO IN SISTEMA USA ANTIMISSILI

TEL AVIV - Israele vuole fare il suo ingresso, per ragioni di sicurezza nazionale, nella sofisticata rete satellitare statunitense capace di rilevare in tempo reale lanci di missili in qualsiasi punto del pianeta. Lo ha chiesto il primo ministro Ehud Olmert al presidente americano, George W. Bush, durante la sua visita in Israele conclusasi oggi. Bush, secondo la radio militare israeliana, si è riservato una risposta che potrebbe essere resa nota al premier Ehud Olmert fra due settimane, quando si recherà in visita a Washington. Ma dal tono del discorso pronunciato ieri alla Knesset (parlamento) dal presidente degli Stati Uniti - più persuaso che mai che occorra impedire che 'Masada cada di nuovo', ossia che Israele sia cancellato dalla carta geografica come viene minacciato dall'Iran - sembra probabile che la risposta della Amministrazione sarà positiva. Resta tuttavia da conoscere se Washington chiederà una contropartita: se ritenga opportuno limitare la libertà di manovra israeliana; se intenda impedire determinate vendite all'estero di tecnologie militari israeliane; o se desideri ricevere a sua volta informazioni raccolte dai satelliti spia dello stato ebraico. Il sistema statunitense in questione si chiama 'Defense support program' (Dsp) e si basa su cinque satelliti ad altissima quota (tre continuamente operativi, due di riserva) ciascuno dei quali è capace di seguire eventi su metà dal globo terrestre: in particolare lanci di missili ed esplosioni. Le informazioni vengono inoltrate a terra in tempo reale e subito rilanciate al Pentagono. Israele si trovò esposto per un mese al lancio di missili iracheni nel 1991. Il tragitto richiedeva sette minuti. Una versione precedente del Dsp rilanciava allora le informazioni dagli Stati Uniti alla Germania da dove, per telefono, i comandi israeliani venivano informati di ciascun lancio, della traiettoria e del probabile obiettivo. I satelliti oggi in possesso di Israele completano un'orbita attorno alla terra in 90 minuti, mentre il Dsp garantisce un controllo permanente e generale della situazione. La integrazione di Israele nel sistema renderebbe dunque più efficiente la intercettazione dei missili nemici e migliorerebbe la difesa delle retrovie. A Gerusalemme è notevole la soddisfazione per i colloqui avuti con Bush. "E' stata una visita importante" ha concluso l'ambasciatore di Israele negli Stati Uniti Sallai Meridor. "Le conversazioni strategiche sono state molto approfondite, in particolare quelle sulla questione iraniana". Fonti politiche anonime, citate dalla stampa, hanno aggiunto che in merito gli Stati Uniti ritengono che sarà necessaria una "cura radicale".
ANSA 2008-05-16 di Aldo Baquis

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