di sempre Mirla Gal — si sono conosciute in prima elementare — e le credenziali patriottiche di una ragazza cresciuta in una delle famiglie più note della destra nazionalista. «Eccelleva in tutto — dice Gal — e ha lasciato il Mossad per sua scelta.
Avrebbe potuto avere una lunga carriera. Intelligenza, intuizione, rapidità d'analisi: sono qualità premiate dall'organizzazione». Il ministro degli Esteri, 49 anni, non ha mai raccontato nulla del suo periodo da agente segreto. «No, no, no. Non mi ha influenzato», si è affrettata a dire a Roger Cohen del New York Times. Mirla Gal offre un'idea del tipo di missioni affrontate dalle due donne: «I rischi erano tangibili. Se avessimo commesso un errore, ci sarebbero stati degli arresti e implicazioni politiche catastrofiche per Israele». I rischi che anche la madre di Tzipi Livni, quarant'anni prima, aveva corso, quando militava nell'Irgun, le milizie ebraiche clandestine. Morta a novembre di cancro, al funerale i veterani hanno ricordato «di quando Sara venne arrestata dai britannici nel 1947 e per scappare si iniettò del latte che le fece venire la febbre.
Prese parte in numerose azioni contro gli arabi e gli inglesi. Le ore prima della missione con lei passavano veloci, cantava per noi con la sua bella voce». I pochi dettagli sulle operazioni di Tzipi suonano meno poetici. «Una donna intelligente, con un quoziente di 150. Non era un'agente da scrivania — svela un'altra fonte —. Viaggiava in tutte le capitali europee, nella sua squadra c'erano soprattutto uomini, ex soldati delle forze speciali». Il padre Eitan guidava le operazioni e gli attentati organizzati dai gruppi irregolari. La durezza dimostrata da Livni durante il servizio militare è considerata dagli amici il risultato dell'ambiente in cui è cresciuta. «Nella nostra famiglia —dice il fratello Eli — i genitori non ti regalavano abbracci. Quello che ti davano era una buona e formale educazione». Amico di Menachem Begin, Eitan Livni è stato per lungo tempo ai margini della politica israeliana. Ai margini come la piccolaTzipi, tra i pochi bambini a partecipare
ai campi scout del Betar e a imparare a memoria gli scritti di Zeev Jabotinsnky, l'ideologo del sionismo revisionista. La riservatezza, vitale per un agente segreto, è rimasta un tratto del ministro degli Esteri. «Ha stabilito una soglia molto alta, prima di concederti la fiducia —commenta Mirla Gal —. Una volta che raggiungi quel livello, sei a posto. La capisco perché io sono fatta allo stesso modo. Devi essere onesto e leale. E' cresciuta in una casa dove queste virtù erano fondamentali». di Davide Frattini, Corriere della Sera di lunedì 2 giugno 2008
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