lunedì 6 ottobre 2008

Carl Lutz tra le rovine della residenza svizzera a Budapest
Carl Lutz

Carl Lutz (1895-1975) nel gennaio 1942 venne nominato vice console presso l'Ambasciata Svizzera a Budapest. In tale veste era incaricato di rappresentare gli interessi della Gran Bretagna e degli Stati Uniti d'America allora in guerra con l'Ungheria. Lutz aveva compreso da subito quale era il destino degli Ebrei europei sotto il nazismo e iniziò a lavorare con l'Agenzia Ebraica per la Palestina riuscendo a far emigrare diecimila bambini. Dopo il marzo 1944 Lutz si trovò nella difficile condizione di rappresentare il suo Paese in una Ungheria occupata dai nazisti. L'arrivo di Eichmann e dei suoi uomini diede il via alla massiccia deportazione degli Ebrei ungheresi. Il governo filotedesco presieduto dal primo ministro Sztojay chiuse le frontiere impedendo l'emigrazione degli Ebrei. Lutz ebbe l'idea di creare delle "Lettere di protezione" (Schutzbrief) ossia delle dichiarazioni ufficiali dell'ambasciata svizzera che ponevano il possessore sotto la tutela diplomatica del governo elvetico. Lutz ottenne dal governo ungherese di distribuire 8.000 lettere di protezione per Ebrei destinati ad emigrare nella Palestina britannica. In realtà Lutz interpretò questa concessione in senso molto estensivo: gli 8.000 permessi andavano intesi come inclusivi non di una sola persona ma di un intero nucleo familiare. In questo modo si è stimato che Lutz ed i suoi collaboratori dell'ambasciata svizzera distribuirono oltre 62.000 lettere di protezione. Per di più vennero create 76 cosiddette "Case protette" ossia palazzi ai quali veniva garantito uno status di extraterritorialità identico a quello che godeva l'ambasciata svizzera. In queste case trovarono rifugio centinaia di Ebrei che riuscirono a porsi in salvo dagli omicidi perpetrati dai fascisti ungheresi delle Croci Frecciate.Lutz lavorò in pieno accordo con il suo superiore, l'ambasciatore Maximilian Jaeger e coordinò la propria attività con quella di altri diplomatici attivi a Budapest nella operazione di salvataggio degli Ebrei: Friedrich Born della Croce Rossa Internazionale, Raoul Wallenberg dell'ambasciata svedese, monsignor Rotta nuzio apostolico a Budapest e Giorgio Perlasca che aveva assunto le funzioni di console spagnolo.L'operazione di salvataggio subito dopo la guerra non solo non venne premiata ma Lutz venne accusato dal Ministero degli Esteri svizzero di aver abusato delle sue funzioni e di aver travalicato le proprie competenze. Dopo anni la sua attività venne riconosciuta e grazie a libri e pubblicazioni storiche Lutz si vide riconoscere il proprio lavoro di salvatore.Nel 1964 venne nominato dallo Yad Vashem Giusto tra le nazioni. Nel 1991 gli è stato eretto un monumento nella città di Budapest. La sua azione di salvataggio venne sostenuta e resa possibile oltre che dall'ambasciatore Jaeger anche da Harald Feller, secondo segretario dell'ambasciata svizzera e da Peter Zürcher un uomo d'affari svizzero. http://www.olokaustos.org/

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