sabato 11 ottobre 2008

Posto di blocco militare in Israele durante la guerra del Kippur

Israele celebra la festa del kippur I generali facevano scaricabarile

Festività ebraica ricordando la guerra di 35 anni fa
TEL AVIV - Lo Yom Kippur, che in Israele è cominciata ieri, è la festività ebraica più sentita. È il giorno dell’espiazione per i mali commessi e di propositi per l’anno appena iniziato. È anche pausa di riflessione e di bilanci, come quello sulla guerra del Kippur, di cui ricorre il 35esimo anniversario e sulla cui conduzione emergono ora lacune e giudizi non lusinghieri. Nella guerra del Kippur lo Stato ebraico fu attaccato in un’azione simultanea da Egitto e Siria. Il primo da sud, l’altra da nord. Israele, colto di sorpresa nel pieno della ricorrenza, inizialmente sembrò sul punto di soccombere. Poi lo spirito di sopravvivenza, la superiorità tecnica e la maggiore preparazione strategica ebbero ragione sulla preponderanza del nemico, che fu respinto su entrambi i fronti, subendo gravi perdite. Anche quelle israeliane furono alte, più di 2.600 morti e 7.000 feriti. A 35 anni di distanza, documenti sinora secretati dallo Stato ebraico hanno fatto emergere uno scaricabarile di responsabilità da parte di generali e uomini politici, assieme a molte lacune, anche di comportamento, fatte registrare anche nel conflitto del 2006 tra Israele e gli Hezbollah libanesi. Nel 1973 a ribaltare le sorti di un conflitto che per Israele inizialmente appariva perso, contribuì in misura decisiva Ariel Sharon. Fu lui, generale della riserva, a comandare la divisione che varcò il canale di Suez, aggirando le posizioni egiziane. In una deposizione da lui fatta al tempo e solo ora resa pubblica, Sharon attribuì «la maggior parte delle perdite e dei danni subiti all’assenza degli alti ufficiali dal campo di battaglia». Dai documenti è uscita ridimensionata anche la figura del ministro della Difesa Moshe Dayan, mitico capo di stato maggiore nella guerra contro l’Egitto nel 1956. Minimizzando il proprio ruolo nella rotta iniziale, Dayan sostenne di essere stato «solo un politico» e dal punto di vista tecnico militare “uno fra tanti generali ed ex generali che davano la propria opinione”. 2008-10-09 http://www.corriere.com/

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