venerdì 9 gennaio 2009

Herzelya - centro commerciale

Ma Hamas e Israele non sono in guerra. E’ che l’uno fa il terrorista in casa dell’altro

Avete mai provato a fare da pacieri tra due pensionati in fila alla posta, uno dei quali ha scavalcato con un trucco l'altro? E tra moglie e marito, quando lei (o lui) ha tradito a freddo il coniuge? E tra due automobilisti scontratisi ad un incrocio perché uno dei due è passato col semaforo al rosso? Se volete essere preso a schiaffi, giustamente, non dovete far altro che avvicinare entrambi e dire: "Non fate così, sù, fate la pace. Ciascuno di voi ceda su qualcosa, e vedrete che riuscirete a mettervi d'accordo..."Ecco, è proprio quello che i soliti ipocriti in Europa stanno suggerendo, dopo che Israele, che ha sopportato a lungo lo stillicidio di razzi inviati quotidianamente da Hamas sulla popolazione civile inerme (e prima dell'erezione del provvidenziale muro, anche i più sanguinosi attentati diretti, con i terribili uomini-kamikaze), ha deciso di attaccare finalmente con aerei e carri armati i siti di Gaza dove si nascondono i terroristi. Siti che - si noti il disumano cinismo dei terroristi palestinesi - sono stati scelti oculatamente da Hamas: scuole, asili, collegi, ospedali, comunità, ospizi di anziani, case private con donne e bambini.I morti innocenti nella presunta "scuola dell'ONU"? Provocati da Hamas che da lì sparava razzi contro gli israeliani. Nell'edificio, non più scuola da anni ma ricovero per sfollati, sono stati trovati i corpi di due miliziani. Israele ha diffuso nomi e foto. Le falsità della disinformazione palestinese sono senza fine. E i tanti giornalisti europei antisemiti fanno finta di cascarci.Insomma, il proprio stesso popolo usato come "scudo umano", in modo da incolpare di genocidio ogni eventuale reazione israeliana. La peggiore abiezione, il peggiore crimine contro l'umanità. Questo è il partito militare di Hamas, questo il terrorismo palestinese. Che non ha molto a che fare col popolo palestinese, la vera vittima dei suoi fascisti e corrotti dominatori, da Arafat in poi.Non è certo contro il popolo palestinese che Israele indirizza la sua dura reazione. E infatti l'altro importante partito palestinese, Al Fatah, e lo stesso leader dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, questo lo hanno capito, non intervenendo nella contesa. Hamas, va ricordato, è avversato da Al Fatah e da gran parte del popolo palestinese, che come tutti i popoli vuole solo vivere in pace e nella libertà, e che è la prima vittima dei terroristi islamici.Non si tratta, dunque, di una "guerra" tra Stati, tra soggetti legittimi e in qualche modo paritari, ma di un attacco asimmetrico: Hamas contro Israele. Il terrorismo contro uno Stato e un popolo. Al terrorismo segue ora una giusta rappresaglia che mira a distruggere la logistica e i capi dell'organizzazione terroristica che ha nel proprio statuto l'eliminazione dalla faccia della terra di Israele e di tutti i suoi abitanti.Tante cose si possono pensare sul "perché proprio ora" gli israeliani abbiano deciso l'azione. Certo, sono alla vigilia di elezioni, e la mano ferma sulla sicurezza del fronte esterno può giovare (anche se in Israele se ci sono state proteste e cortei contro la guerra, e perfino cortei di arabi israeliani, tutte opposizioni impensabili a Gaza e nei Paesi arabi). Certo, a giorni sta per entrare alla Casa Bianca il nuovo presidente Obama, probabilmente un po' meno amico di Israele del presidente Bush. Tutti fattori che hanno spinto ad agire ora.Ma resta il fatto che si tratta di una guerra asimmetrica che lo Stato ebraico ha subìto per tanti anni, e a cui vuole mettere un freno.Israele non odia gli arabi, non odia i palestinesi. Anzi, vorrebbe come la manna nel deserto uno Stato indipendente, democratico e autorevole di Palestina. Sono i Paesi arabi, tutti autoritari, che non lo vogliono. Come non lo vollero negli anni 50. Per lo sarebbe una pietra di paragone, una serpe democratica in seno. E al suo interno Israele dà diritto di voto e rappresentanza politica ai cittadini arabi. Mentre nessun Paese arabo tollera al proprio interno la presenza degli ebrei (l'unica eccezione è stata il più liberale Egitto, prima che il fanatismo islamico vi penetrasse).Israele è accerchiata da Stati ostili e da numerose organizzazioni terroristiche che, finanziate e aizzate da Iran e Siria, hanno giurato la morte degli ebrei con un fanatismo certamente superiore a quello del Nazismo. Lo Stato di Gerusalemme, perciò, a differenza dei suoi nemici che lo stringono d'assedio, vive sempre la sua ultima e definitiva battaglia tra la vita e la morte. E pur essendo nato pacifista, pur vivendo ogni guerra come un dramma, una contraddizione insostenibile con la propria natura, ora non può permettersi di perdere.Se negli scontri degli anni passati, tanto criticati dalle solite ciniche anime belle, avesse perso, Israele oggi non esisterebbe più. E' questo che vogliono gli ipocriti che auspicano che aggrediti e aggressori "facciano la pace", costringendo perciò gli ingiustamente aggrediti da 50 anni a riconoscere gli stessi torti dei loro fanatici e violenti nemici?Perciò, ha ragione da vendere Federico Punzi quando nel suo blog dice chiaramente che i terroristi di Hamas devono essere distrutti e basta, altro che "tregua tra belligeranti" vergognosamente chiesta dalla solita, vile, Europa. O vogliamo un secondo, definitivo Olocausto, per poi far finta di "onorare" gli ebrei come vittime ingiuste nei secoli avvenire?

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