mercoledì 14 gennaio 2009

Tel Aviv
A La7:

Al Segretario Generale Ban-Ki-Moon è stata attribuita lentezza con cui l'Onu sia sia mosso in merito al conflitto a Gaza. Al contrario si può affermare che sia del tutto invisibile o - se si preferisce - latitante, quando si tratta di intervenire in difesa di chi subisce attacchi e in particolare dei mandanti dei medesimi. La cosa che più indigna e inorridisce è il silenzio, l'assenza di pubblica denuncia di chi addestra i bambini alla guerra e al martirio, alla cultura della morte. Tra questi spiccano persone dello spettacolo italiano che non perdono occasione per esprimersi in tale modo da mettere in evidenza buonismo a senso unico e quindi ipocrita. Non sono più giustificabili perchè tutti sanno o - se vogliono - possono conoscere in che cosa consista l'indottrinamento al martirio, qualche giornale ne ha parlato, ci sono video terribili; chi non è entrato almeno una volta in Youtube? A tutti coloro che si battono legittimamente per la popolazione civile di Gaza bisogna ricordare che il Diritto sui conflitti armati in merito all'arruolamento dei bambini in forze da combattimento recita così all’art. 77 (2) del I Protocollo Addizionale delle Convenzioni di Ginevra del 1949 e dei protocolli sulla Protezione delle Vittime nei conflitti armati internazionali (1977):
“Le parti in conflitto devono adottare tutte le misure possibili perché tutti i bambini che non abbiano raggiunto i quindici anni non partecipino direttamente alle ostilità e, in particolare, non devono arruolarli tra le proprie forze armate…”. Inoltre, l’art. 8 (2) (b) (XXVI) dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (1988) elenca i seguenti atti come crimini di guerra: “La coscrizione o l’iscrizione di bambini sotto l’età di 15 anni tra le forze armate nazionali o il loro uso per la partecipazione attiva alle ostilità”
Allora, a che ci sta a fare l'Unicef? Tiziana Nulli

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