lunedì 12 gennaio 2009

Tel Aviv

Nel 1975, ben 34 anni fa, Herbert Pagani, artista ebreo di “sinistra” sentì di scrivere una lunga “arringa per la mia terra”.
Oggi Moni Ovadia, artista ebreo di “sinistra” sente al contrario di dichiarare al Corriere della Sera la propria solidarietà con i palestinesi perché essi sono, a suo parere, “i disperati, i deboli, i battuti”. Ma la causa di tale disperazione è la negazione del diritto all’esistenza di Israele e il terrorismo e le guerre conseguenti con lo scopo di eliminare gli ebrei dalla faccia della terra.
Scrisse e dichiarò Herbert Pagani con una attualità sorprendente: …“A quelli che mi chiedono: "e i palestinesi?" Rispondo "io sono un palestinese di duemila anni fa, sono l’oppresso più vecchio del mondo, sono pronto a discutere con loro ma non a cedergli la terra che ho lavorato. Tanto più che laggiù c’è posto per due popoli e due nazioni"… A questo punto devo essere solidale con la mia gente. Quando gli arabi mi riconosceranno, mi batterò insieme a loro contro i nostri comuni oppressori. Ma per oggi la famosa frase di Cartesio penso, dunque sono non ha nessun valore.Noi ebrei sono cinquemila anni che pensiamo e ci negano ancora il diritto di esistere. Oggi, anche se mi fa orrore, sono costretto a dire mi difendo, dunque sono.”
Oggi Hamas, Hezbollah, il governo dell’Iran, gli estremisti islamici di ogni luogo negano agli ebrei il diritto di esistere. Moni Ovadia riserva la sua solidarietà a chi Hamas ha portato al potere: preferisce ad Israele, che vede come il “ricco”, il governo di Hamas, un regime che vive di odio, che manda i propri figli alla morte come terroristi suicidi, che ha di recente rimesso in vigore la crocifissione, che applica la Sharia e impedisce ogni libertà.Da quando Herbert Pagani scrisse “mi difendo quindi sono” Israele ha dato al mondo innumerevoli scoperte mediche e scientifiche di cui proprio i palestinesi per primi possono beneficiare. Nel frattempo i palestinesi di Hamas hanno continuato ad alimentare l’odio.Moni Ovadia ha rappresentato tragiche figure della Shoah, è assurto in Italia a simbolo dell’ebraismo. Ma sembra dimenticare che Israele non è nato improvvisamente senza legittimazione internazionale e che l’unico Paese del Medio Oriente in cui un arabo può criticare il governo liberamente è proprio Israele. Proprio per il suo valore artistico ed intellettuale sorprende che Moni Ovadia si schieri con un movimento terroristico anziché con lo stato Ebraico che mantiene la propria democrazia e salvaguarda i diritti umani nonostante 60 anni di attacchi. Andrea Jarach, Milano


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