martedì 3 febbraio 2009

Gerusalemme - spianata moschee

Intervento nella sessione su Gaza dell'Assemblea del Consiglio d'Europa

ON. Fiamma Nirenstein,componente della Delegazione Italiana presso il Consiglio d'Europa (Strasburgo) (Discorso consegnato agli atti dell'Assemblea)
La commozione, la pietas che naturalmente suscitano morti e feriti, non possono e non devono essere usati come una cortina dietro cui si nasconde la ragione e si oblitera la coscienza. Così, invece, salvo rari casi, e, avvenuto nel nostro dibattito.Data la necessità di essere brevi mi esprimerò per punti, affermando prioritariamente che gli aiuti umanitari devono essere potenziati e veicolati nelle mani giuste, come del resto sta cercando di fare il governo italiano.1. Chiunque sottovaluti la disumana condizione in cui hanno vissuto centinaia di migliaia di abitanti della zona israeliana circumvicina a Gaza per otto anni, non consoce la situazione, purtroppo spesso ignorata dai media. Solo la solidarietà e la forza d’animo ha permesso a quegli uomini, donne, bambini, anziani di seguitare a vivere sotto bombardamenti continui. Morti e feriti il cui numero è stato limitato solo dalla estrema vigilanza verso la popolazione civili, case e beni distrutti, scuole e strutture pubbliche chiuse, continue sirene... Noi, come Consiglio d’Europa, e quindi guardiani dei diritti umani, avremmo dovuto essere là da anni a difendere la violazione di tutti i basilari diritti degli israeliani a causa dei bombardamenti, come avremmo dovuto essere là nella stessa funzione quando gli attentati dei terroristi suicidi, nella maggior parte di Hamas, hanno fatto più di mille morti, sugli bus, nei supermarket, nei caffè.2. La guerra di Gaza non è parte del conflitto israeliano palestinese ma dell’attacco dell’islamismo estremista che non cerca nessuna soluzione concordata, ma la distruzione dello Stato degli ebrei. Hamas ha rifiutato il rinnovo della tregua e, nella notte del 24 dicembre, ha colpito Sderot e Ashkelon con 100 missili. Intanto, il primo ministro Olmert pregava dalla tv Al Arabja la gente di Gaza perché accettassero la tregua. Ma, recita lo Statuto di Hamas, che la sua battaglia proseguirà “fino all’uccisione dell’ultimo ebreo” (non israeliano, notare). L’Iran è stato determinante nel fare di Hamas una pedina strategica volta a perseguire l'egemonia dell’islam fondamentalista sul Mediorente, una forza antagonista rispetto a tutti i Paesi moderati sunniti dell'area, primo fra tutti l’Egitto; e, soprattutto, una forza invisa ai suoi stessi fratelli palestinesi laici, che ha torturato e perseguitato. Essi oggi, nella forma politica del Fatah, guidato da Abu Mazen, sono l’unico interlocutore per un processo di pace, e certo non lo è Hamas, terrorista e islamista. Hamas, sorta nel 1987, inoltre non è affatto il rappresentante legittimo di Gaza perché, benché vittorioso alle elezioni del 2006, ha subito impugnato le armi, ha cacciato Fatah e si è impossessato col fuoco del potere assoluto che esercita con estrema crudeltà e fanatismo, perseguitando i dissidenti fino all’uccisione extragiudiziaria e alla tortura.3. Gaza non è affatto occupata, il tema dell’occupazione israeliana è stato qui sventolato del tutto strumentalmente, è stata sgomberata fino all’ultimo israeliano nell'agosto 2005, è stata lasciata ricca di strutture, infrastrutture e aiuti e anche aperta ai varchi secondo regole internazionali. La folle determinazione di Hamas a perseguire scopi terroristici, ha distrutto le sue possibilità economiche e civili. Hamas sacrifica e distrugge i suoi cittadini.4. Il fatto che in guerra a Gaza ci sia stato un alto numero di morti e che invece gli israeliani ne abbiano avuti pochi è legato a una tragica realtà: Hamas, come si legge in molti reportages, ha usato massicciamente scudi umani, famiglie, bambini, strutture pubbliche, come moschee e ospedali, per coprire guerriglieri e depositi di esplosivo e armi. La sua leadership è rimasta nascosta negli ospedali, le sue ambulanze sono state usate per trasportare i guerriglieri, le sedi ONU come copertura di postazioni belliche. Israele, per contro, ha quasi ossessivamente protetto la sua popolazione con aiuto militare e civile in gran parte volontario, non lasciando mai indietro un vecchio o un bambino.5. Israele ha certamente, dopo l’ingresso di terra dell’esercito, usato metodi severi per evitare perdite fra i militari, a differenza di quello che fece nel Libano del Sud. Tuttavia le accuse di aver sparato deliberatamente contro la popolazione civile appaiono fantasiose e criminalizzanti anche alla luce delle pubbliche dichiarazioni dei politici israeliani che ribadiscono regole ferree di rispetto per i civili. Per quanto riguarda il numero dei morti, anche in questo caso, nonostante i precedenti di Jenin e Qana, viene data per buona solo la versione palestinese, che peraltro comincia a presentare dati discordanti.Qui ci preme ricordare che Hamas invece ha sparato per anni deliberatamente contro la popolazione civile israeliana, dischiarandolo senza vergogna.6. L’aiuto che possiamo dare noi, è cercare di essere in sintonia con una verità meno fantastica e più reale, individuando il problema nella sua dimensione regionale e cercando di riportare la questione israelo-palestinese ai suoi interessi reali, che non sono certo quelli della jihad islamica praticata con l’aiuto dell’Iran; bisogna aiutare il popolo palestinese disponibile a una stabilizzazione politica, ovvero quello che fa capo alla leadership di Abu Mazen, a costruire le proprie istituzioni, a divenire un interlocutore economico, civile, politico per tutto il mondo democratico. “Nation building” deve essere la nostra parola d’ordine, e questo comporta interventi nel campo della cultura, dell'economia, del diritto... Tutte cose che riguardano il Consiglio d’Europa molto più della criminalizzazione, che in troppi interventi ho sentito, quando si è definito Israele come un criminale di guerra. E’ del tutto evidente che Hamas si è macchiato di violazioni essenziali che vanno dall’uso degli scudi umani alla scelta dei civili come obiettivi di guerra. Concludo ricordando un ventenne che è nelle mani di Hamas da quasi tre anni, Ghilad Shalit, di cui i genitori non hanno alcuna notizia e invito il Consiglio d'Europa a dimostrare un interesse e un coinvolgimento diretto nel suo caso.Sul sito il dibattito integrale svoltosi in Assemblea sui fatti di Gaza (in inglese)

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