giovedì 3 settembre 2009

Avi Mograbi

Avi Mograbi, i dettagli dei tempi

Il cinema documentario è il cinema del nostro tempo. In un mercato delle immagini e della notizia sempre più invasivi e saturi di immagini e informazioni, trovare la pausa, il dettaglio che apra un altro discorso e che faccia riflettere senza imporre una tesi, diventa sempre più raro. È così che il cinema del regista israeliano Avi Mograbi ci permette di pensare al nostro presente. Mograbi usa il cinema in prima persona, da protagonista ironico delle proprie opere, ed è un filmaker che non esita a mettersi in strada per affrontare la realtà del conflitto israelo-palestinese e dell'identità politica di Israele. Dal suo esordio con How I learned to overcome my fear and love Arik Sharon (1997), riflessione sull'ambiguità di un leader, a Happy Birthday Mr. Mograbi (1999), sui propri 50 anni che hanno coinciso con quelli dello stato israeliano, a August - A Moment Before Eruption (2002), dedicato alla quiete apparente di un mese assolato a Tel Aviv. Tutti film dove Mograbi commenta in diretta il tema della sua opera, giocando con lo spettatore e con il dispositivo cinema, e in cui una risata e un dubbio permettono di risvegliare temi centrali che vanno dalla violenza nella storia a quella ancestrale. Come in Per uno solo dei miei occhi (2005), girato durante la seconda Intifada, dove il conflitto nei territori occupati viene riaperto concettualmente dagli antichi miti biblici di Sansone e Massada che insegnarono agli ebrei a morire per la patria. Come nel recente capolavoro Z32 (2008), dedicato a una spedizione punitiva dell'esercito israeliano, in cui i rei confessi di un crimine sono mascherati digitalmente. Un utilizzo della tecnica, su un dettaglio fondamentale come il volto degli assassini, che diventa strumento per riflettere sulla verità.I film di Mograbi hanno girato i Festival di Cannes, Berlino e Venezia, ma nonostante l'apprezzamento internazionale della critica la sua produzione è poco nota in Italia, dov'è stato distribuito solamente un titolo: Per uno solo dei miei occhi (2005). La retrospettiva, che comprende lungometraggi e cortometraggi, è la prima completa del genere e il regista arriva al Milano Film Festival dopo aver vinto nel 2004 con il cortometraggio Detail il premio Aprile alla nona edizione del Festival. Oltre alla proiezione delle opere maggiori, la rassegna vedrà allestiti i cortometraggi di Mograbi in alcune videoinstallazioni, secondo l'idea originaria del regista che li ha esposti in questo modo in diverse occasioni.Mograbi stesso, infine, racconterà il suo cinema in una masterclass al Milano Film Festival. a cura di Alessandro Beretta
http://www.milanofilmfestival.it/



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