venerdì 25 settembre 2009

castello Nimrod

Giustizia cecata

La giustizia è cieca, come indicano numerose immagini femminili che la ritraggono con una benda sugli occhi? Anche la Sinagoga, come la Giustizia, non vede. Adriano Prosperi (Giustizia bendata: percorsi storici di un’immagine, Einaudi, 2008) fa venire in mente questa curiosa simmetria. In molte Chiese d’Italia la Sinagoga è cieca; una donna che reca in mano una iscrizione vermiglia: Ego sum cechata a regno Dei separata. Nelle allegorie, evidentemente, esiste una cecità positiva e una negativa.Adesso che in Italia, per fortuna, i rapporti fra Chiesa ed Ebrei non sono più color sangue-vermiglio come ai tempi descritti da Prosperi, la Legge potrebbe diventare il luogo per un confronto sereno. Diritto italiano e diritto ebraico sono tesori preziosi, non ecessariamente fra loro in conflitto. Il figlio del Rabbino di Mantova, Lodovico Mortara, è potuto diventare Guardasigilli nell’Italia liberale. In aiuto agli ebrei è venuto il diritto romano, nei primi anni Trenta, quando illustri cattedratici dottamente dimostrarono a rozzi colleghi l’incompatibilità fra il razzismo e la natura pluralistica del diritto romano (multietnica, si direbbe oggi). E’ una ricchezza in più sapere analizzare casi giudiziari da più punti vista, come saper parlare più lingue straniere.Il diritto ebraico potrebbe ad esempio venire in soccorso per risolvere la piaga italica dei conflitti d’interesse e appianare i rapporti fra Magistratura e Politica, che nell’Italia odierna sono più vermigli (e cechati) che altrove. Noi stolidi buoni ci addentriamo in tali controversie servendoci sempre del condizionale. E preferiamo non prendere a bersaglio il conflitto d’interessi di cui tutti già parlano. Per il diritto ebraico l’ibrido come forma di impurità va snidato ovunque. Può un Magistrato diventare Ministro? Può un Comico fondare un partito? Per il Magistrato risponde Arturo C. Jemolo, uno dei giuristi ebrei-cristiani nel Novecento fra i più competenti, che nel 1946 aveva implorato i Costituenti: “Sarà utile stabilire che il Magistrato non possa lasciare il suo ufficio di giudice per andare a sedere ad un tavolo di Ministero” (Che cos’è la Costituzione, Donzelli, 2008, p. 43). Per il Comico risponde da Vienna un altro ebreo anticonformista, Karl Kraus, che in ogni ibridismo trovava qualcosa di impudico, di indecente. Come un poeta che recita in pubblico le sue poesie. O un cuoco che mangia.
Alberto Cavaglion http://www.moked.it/

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