martedì 13 ottobre 2009

Haganah Soldiers. May 1948

I potenti, il Talmud e la necessità di comprendere

In un recente intervento pubblicato da l'Unione informa Rav Riccardo Di Segni ha spiegato la regola talmudica su come vada giudicato dal Sinedrio il Re d'Israele e la regola dedotta da un'immagine mitica - l'arcangelo Gabriele che punisce i giudici vigliacchi - è che il Re d'Israele "non giudica e non viene giudicato, non testimonia e non si testimonia su di lui". Inoltre - continua Rav Di Segni il Talmud specifica che la regola non vale per altre massime autorità ebraiche (come il Gran Sacerdote) e che Yannai non era di stirpe Davidica. Rav Di Segni termina con un reticente riferimento alla recente storia dello Stato d'Israele . Il pensiero va a Ehud Olmert che si è dimesso da Capo del Governo per presentarsi come imputato davanti al Tribunale. La nota di Rav Di Segni ritengo - volutamente - apre alcuni significativi interrogativi il primo è perché la regola talmudica non si debba applicare al Re d'Israele di stirpe davidica? Il secondo - con riferimento alla attuale situazione dello Stato d'Israele - quale carica equivale al giorno d'oggi al Re? Infine il fatto che il Re d'Israele non vada giudicato, significa che può compiere quindi qualsiasi nefandezza, intanto nulla potrà accadergli? Nel caso specifico mi risulta infatti che Alessandro Ianneo non fosse proprio uno "stinco di Santo". Caro Rav già altre volte le regole ebraiche enunciate in maniera così scarna senza spiegazioni sono state interpretate da taluno come una assoluzione da applicare a casi concreti della cronaca quotidiana, forse abbiamo bisogno in casi come questo di saperne di più per capirne di più.Anselmo Calò, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane http://www.moked.it/

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