sabato 21 novembre 2009


Girafes (o Girafot)
di Tzahi Grad

Cinematov 2009 “La collina della primavera” per raccontare un volto diverso d’Israele

Sono alcuni anni che il cinema israeliano vince e convince. Come è accaduto con il Leone d’Oro conquistato da Lebanon a settembre, o con Valzer con Bashir, Golden Globe come miglior film straniero del 2008. Opere potenti, che raccontano alcune delle esperienze più tragiche che la società israeliana abbia attraversato. Ci sono tuttavia molte pellicole israeliane che il pubblico straniero non ha mai avuto la possibilità di conoscere. Sono proprio questi i film che la prima edizione della rassegna “Cinematov - La Collina della Primavera: cinema israeliano da Tel Aviv” (17 - 22 novembre, cinema Gnomo), organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano con la collaborazione della Comunità Ebraica, si propone di mostrare, partendo dalla celebrazione del centenario di Tel Aviv, come racconta la curatrice Marta Teitelbaum.“Il cinema israeliano più conosciuto e apprezzato all’estero, è quello che narra il conflitto nei suoi aspetti più drammatici – spiega - Con questa manifestazione speriamo di raggiungere un pubblico vasto per raccontare sfaccettature della società israeliana troppo spesso trascurate. In questo senso abbiamo pensato che Tel Aviv, con il suo dinamismo, la sua modernità, rappresenti il punto di partenza ideale”.Alla serata inaugurale ha preso parte tanta gente, in cui membri della Comunità ebraica milanese si mescolavano ad appassionati cinefili. La rassegna è stata introdotta da Yael Dayan, Presidente del Consiglio comunale di Tel Aviv, figlia del Generale Moshe Dayan. “Tel Aviv-Yaffo rappresenta secondo me il modello di ciò che Israele dovrebbe essere – esordisce – una città democraticamente ebraica, che porta dentro di sé le tradizioni e la storia millenaria del Paese, ma è capace di andare oltre nella scelta del proprio futuro”. Yael Dayan si sofferma sull’importanza della comprensione e della tolleranza nei confronti dell’altro, di cui Tel Aviv dà prova ogni giorno. “Durante questa rassegna non verranno presentati film sulla guerra, soggetto con cui il cinema israeliano raccoglie sempre maggiore notorietà – conclude – Verranno invece raccontati gli aspetti più diversi della società israeliana partendo proprio dalla città di Tel Aviv, nelle cui strade la lingua ebraica è rinata e gli artisti hanno trovato ispirazione”.L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory ha parlato poi dei forti legami del capoluogo lombardo con Tel Aviv, ufficializzati nel 1997 da un fruttuoso gemellaggio, che prospetta un futuro di sempre maggiori scambi culturali.“Girafot” di Tzahi Grad, film del 2001 scelto per la serata di apertura, mostra le vite incrociate tra equivoci e segreti di tre giovani donne Efrat, Abigail e Dafna. Vincitrice di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, la pellicola rappresenta il perfetto emblema della Tel Aviv nella “bolla”, avulsa dalla situazione politica e sociale in cui versa il Paese, secondo la tipica visione della città che ha preso piede negli anni Novanta, come spiega Asher Salah, esperto cinematografico e docente presso la Scuola di Belle Arti Betzalel di Gerusalemme, che si occuperà di presentare tutti i film di Cinematov.Durante la settimana, saranno proiettati alcuni cortometraggi realizzati dagli studenti della Tel Aviv University, come Otobus, sul quotidiano tragitto in autobus di un gruppo di lavoratori, o Efshar Lirkod, “Puoi ballare”, incentrato sulla vita dei musicisti di strada, e una varietà di pellicole risalenti agli anni Settanta e Ottanta, che in Israele sono ormai dei classici, come la commedia Te’alat Balumich, “Il canale Blaumich”, di Efraim Kishon, oltre ad alcuni film più recenti.Rossella Tercatin, http://www.moked.it/

Nessun commento: